GIUSEPPE VIDETTI, la Repubblica 22/6/2010, 22 giugno 2010
I NUMERI DELL´IMPERO RISORTO SULLE CENERI DEL DIVINO MICHAEL
Il giorno dopo la morte, sembrava che Michael Jackson fosse diventato il principe straccione. La famiglia piangeva miseria, al punto che furono necessarie quasi due settimane per mettere a punto un funerale degno del suo lignaggio. Che comunque non si sarebbe mai fatto in pompa magna allo Staples Center e in mondovisione senza la buona volontà e il contributo economico della municipalità di Los Angeles. Sembrava che dopo 45 anni di trionfi nello showbusiness, le petit prince vivesse di introiti virtuali, e tra prestiti e fideiussioni, anticipi e insolvenze, pignoramenti e cessioni, i suoi contabili non riuscissero a far quadrare i bilanci. Ora che lo spendaccione se n´è andato e le uscite sono controllate dagli avvocati a capo della Michael Jackson´s Estate (John Branca e John McClain vigilano scrupolosamente e anche nonna Katherine deve giustificare ogni centesimo speso per i tre eredi minori che ha in custodia), sta prosperando una nuova paperopoli. A un anno dalla scomparsa dell´artista le attività legate al suo nome hanno incassato almeno un miliardo di dollari. Così è salva anche la villa di Encino, quartier generale della famiglia, che sembrava destinata alla vendita quando ancora non erano state tirate le somme. Di fronte alla liquidità che arriva come un torrente in piena nella cassaforte del defunto, anche quei 500 milioni di dollari di buco sembrano quisquilie. I conti son presto fatti: da vivo Michael Jackson pativa come tutte le star del pop di una crisi devastante dovuta a un cronico calo di vendite del repertorio discografico; da morto, dopo la bufera mediatica suscitata dalla misteriosa e prematura scomparsa, la situazione si è ribaltata, tutti gli album incisi in vita, dai Jackson 5 ai Jacksons ai capolavori della maturità, oltre a una quantità di compilation, hanno invaso i primi posti delle classifiche - mondiali, non solo americane - generando un capitale di 429 milioni di dollari, stando ai dati di Billboard, l´organo ufficiale della discografia Usa.
Le cifre sono impressionati, più ancora se si pensa che oggi un artista di punta trionfa nella top ten americana con 200 mila copie. Michael, da morto, ha venduto 9 milioni di album negli Usa e 24 milioni nel resto del mondo (383 milioni di dollari generati dal catalogo, il resto dalle vendite di This is it, cioè le registrazioni delle prove dello spettacolo che Jacko avrebbe dovuto portare in scena a Londra). I download hanno dato un contributo non indifferente: quasi 13 milioni di dollari in territorio nazionale e 26,5 nel resto del pianeta. Persino le suonerie hanno portato in cassa la bella cifra di quasi 10 milioni. Le stime di Billboard contraddicono quelle prudenziali, pur se ugualmente rosee, del Wall Street Journal, che basandosi esclusivamente sui capitali già entrati in cassa, considera che il prossimo 25 giugno famiglia e avvocati non saranno ancora riusciti a sanare un bilancio che le stravaganze del fragile Peter Pan avevano a dir poco… sbilanciato.
Che Michael Jackson, star al bivio redento da una morte in pieno stile Hollywood Babylon, sia tornato a vender dischi è un fatto prevedibile. Sorprendenti, invece, sono i dati diffusi dalla Sony Pictures sugli incassi del film This is it (le riprese filmate delle prove del tour che non è mai andato in scena). La casa cinematografica, che aveva comprato i diritti per la cifra esorbitante di 60 milioni, ne ha incassati 392 (72 soltanto nei box office americani, 56 in Giappone). Gli incassi dal fronte home video a livello mondiale non sono ancora disponibili, ma le cifre americane parlano di 43 milioni di dollari di un dvd uscito appena cinque mesi fa (più 25 milioni derivanti dal noleggio). Alla Estate andranno il 90 per cento degli incassi di This is it, che è diventato il concerto filmato più venduto della storia, e non ha ancora esaurito il suo potenziale (diritti televisivi, ecc). Anche This is it, lo spettacolo fantasma, ha generato la bellezza di 35 milioni, tra biglietti che i fan hanno conservato come souvenir e merchandising vario messo in vendita dalla Bravado, sussidiaria della Universal specializzata in t-shirt e badge. Questa è solo la punta dell´iceberg. Jackson era sì coperto dai debiti ma aveva anche una solida attività di publishing, la Mijac (che ha in catalogo tutto il suo repertorio, 251 canzoni dei Beatles e vari altri standard pop); vale 150 milioni di dollari e produce un capitale annuo pari almeno a un quinto del suo valore. Senza parlare del nuovo contratto di 250 milioni che la Sony ha stipulato con la Estate lo scorso marzo per dieci progetti da pubblicare da qui al 2017 e vari altre iniziative allo studio, come uno spettacolo su Jackson realizzato dal Cirque du Soleil a Las Vegas. Se la famiglia riuscirà a investire una parte del denaro nel recupero della pignorata Neverland e a trasformarla in una nuova Graceland (la casa-mausoleo di Elvis) i tre ragazzi che erediteranno alla maggiore età avranno fatto bingo.