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 2010  giugno 22 Martedì calendario

SI COMPRANO IL PALAZZO PUR DI NON AVER LA MOSCHEA

Cornedo (Vicenza) - Il preliminare era già fir­mato con tanto di caparra: il centro culturale islamico An­nur avrebbe comprato un vecchio laboratorio tessile da trasformare in moschea. Pro­prio in questo angolino di Ve­neto, contrada Tomasoni, una cinquantina di case, una corte, la fontana, la chiesetta, dove si vive come cinquant’ anni fa, che quando vai in va­canza il vicino ti arieggia le stanze, sfama il cane e in­naffia le piante. Veneto profondo, Veneto le­ghista (49% alle ulti­me regionali) e labo­rioso. Dove la gente è disposta a mettere mano al portafoglio pur di dirottare altro­ve i musulmani.
Così, dopo un lavo­rìo durato un anno, i 150 abitanti dei Toma­soni hanno deciso di comprare loro l’edificio de­stinato a luogo di ritrovo e di culto per i fedeli del Corano che vivono lungo il torrente Agno, una vallata che da Re­coaro Terme scende verso Montecchio Maggiore. Dodi­ci mesi fitti di incontri, vertici in comune, mediazioni con il proprietario del laboratorio artigianale. «Un’ora e mezzo dopo la mia elezione erano già sotto casa mia a chiedere udienza», ricorda il primo cit­tadino Martino Montagna, 44 anni, giornalista prestato alla vita amministrati­va, insediato un anno fa a chiudere 15 anni di giun­te monocolore verde pada­no. Evidentemente quelli di Cornedo giudicavano i leghi­sti locali troppo mollaccioni. stata una battaglia este­nuante. Il padrone dello sta­bile aveva già firmato il com­promesso di vendita con l’as­sociazione Annur e intascato la caparra. «I residenti si la­mentavano per non essere stati informati da nessuno, a cominciare dal comune ­spiega il sindaco che guida una lista civica - . Non c’era ostilità verso i musulmani, ma una questione di ordine pubblico». Una sola strada, niente parcheggi, dalle 300 al­le 500 pe­rsone che ogni vener­dì pregano Allah e raddoppia­no nelle principali festività dell’Islam. «Nella contrada si vive be­nissimo come una volta », rac­conta Gaetano Dalla Gassa, uno dei leader della protesta, titolare di una ditta di palifica­zione e consolidamento di terreni e membro del diretti­vo delle Piccole industrie di Valdagno: « un nucleo tradi­zionale di 150 persone molto unite, facciamo tre sagre all’ anno, una piccola comunità coesa che sarebbe stata stra­volta dall’arrivo di centinaia di musulmani». Gente molto pratica, che ha capito in fret­ta l’unico modo per rovescia­re la situazione: mettere sul piatto una bella cifra e ricom­prarsi lo stabile, anche se non sono tempi favorevoli per in­vestire nel mattone.
Ci sono voluti lunghi mesi di trattative complicate, as­semblee ogni lunedì sera, la collaborazione del sindaco, il coinvolgimento dell’asso­ciazione Annur. «Persone per bene e disponibili al dialo­go - assicura Dalla Gassa - . Noi non ce l’abbiamo con gli stranieri, ai Tomasoni vivo­no una trentina di extracomu­nitari, famiglie provenienti dall’India e dall’Europa orien­tale. Anche alcuni di loro par­tecipa­no alla nostra operazio­ne immobiliare ». Dove opera­va l’artigiano delle confezio­ni verranno costruiti quattro o cinque appartamenti da 80-100 metri quadrati. La gen­te della contrada e qualche amico stanno per sborsare 50mila euro (che saranno re­stituiti a cose fatte) per strac­ciare il vecchio preliminare e firmarne uno nuovo. Un’im­presa edile realizzerà le ope­re con un po’ di sconto: il valo­re dell’operazione supera i 200mila euro. Alcuni abitan­ti, tra cui Dalla Gassa che ha un figlio da sistemare, hanno già garantito l’acquisto degli alloggi: ne resta ancora uno da piazzare. Il centro cultura­le islamico ha riavuto i soldi versati ed entro l’anno trove­rà un accordo con il comune di Cornedo per una sistema­zione alternativa, più gran­de, con un piazzale comodo per le auto, che non dia pro­blemi di ordine pubblico. E sia lontana dal piccolo mon­do antico dei Tomasoni.