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 2010  giugno 22 Martedì calendario

USA, CHIUDE LA CITT DEI FRIGORIFERI

L’Indiana ha confermato a maggio un tasso di disoccupati del 10%, più alto della media nazionale del 9,7%, e la decisione dell’azienda di refrigerazione Whirlpool di chiudere lo stabilimento che era stato aperto nel 1956 a Evansville, nella punta meridionale dello Stato al confine con il Kentucky e a poche miglia dall’Illinois, aggraverà la situazione dell’area, economicamente e socialmente.
La zona toccata dall’addio della Whirlpool è nel cuore industriale d’America, già pesantemente colpito dalla crisi: negli ultimi 12 anni sono stati persi negli Usa 6 milioni di posti nelle sole fabbriche, un terzo dell’intero comparto manufatturiero. La città, terza dello Stato per popolazione (348mila con il circondario) di cui l’86% di bianchi per lo più di origini tedesche, aveva già subito in passato la decadenza di altre presenze manifatturiere, dalla Bristol-Myers alla Zenith, dalla Mead Johnson alla Windsor Plastic e alla Guardian Automative. Ora il «tradimento» della Whirlpool: la produzione dei frigoriferi con il freezer in alto sarà trasferita in Messico in un nuovo impianto, poiché quello di Evansville è sottoutilizzato e costa troppo, ha fatto sapere la società con un comunicato.
Delle 1100 persone che vi erano impiegate, l’amministrazione locale ha convinto la corporation a mantenere in città 300 addetti alla ricerca. Sarà l’ultima pattuglia di retroguardia di un esercito decimato dalla competizione globale, lentamente ma costantemente, dal 1973: allora ci fu il picco di 10mila dipendenti nel solo stabilimento di Evansville, mentre ora i dipendenti sono 20mila in tutta America, meno di un terzo dei 67mila totali nel mondo. «Eravamo considerati la capitale del mondo dei frigoriferi», ha detto con rimpianto al New York Times Randall Reynolds, che per tutta la vita vi ha lavorato come autista di muletti. «Considerate le loro capacità professionali», ha detto il rettore della Business School dell’Università dell’Indiana meridionale Mohammed Khayum, «non sono certo preparati alla transizione nei settori di frontiera dell’economia, come l’high tech o le scienze biologiche». A Evansville c’è rabbia e invidia perché a 150 kilometri di distanza, a Louisville in Kentucky, la General Electric sta assumendo 420 lavoratori per fare scaldabagni ora prodotti in Cina.