Grazia Longo, La Stampa 20/6/2010, 20 giugno 2010
LE MOZZARELLE CHE DIVENTANO BLU
Già è strano che ci siano mozzarelle tedesche, made in Alta Baviera. Se sono blu, poi, alla sorpresa si aggiunge anche lo sgomento per i rischi che potrebbero procurare alla salute. Le hanno già soprannominate mozzarelle-puffo. Proprio per via di quel blu che ha fatto prendere uno spavento alla prima torinese che se n’è trovata una tra le mani. Elisa Sorzato, 76 anni, appena si è ripresa dallo shock ha presentato una denuncia ai carabinieri del Nas.
Prima però l’ha fotografata con il cellulare, aiutata dai nipoti diciottenni. I militari del Nucleo antisofisticazione di Torino, agli ordini del capitano Michele Tamponi, hanno quindi provveduto al sequestro di 70 mila confezioni e il procuratore Raffaele Guariniello ha aperto un fascicolo per violazione della legge 263 del 1962 sull’igiene e la tutela dei prodotti alimentari. L’inchiesta si estende anche a Trento e a Bari, dove sono state trovate altre confezioni alterate.
Mentre si profilano le ipotesi sulle cause dell’insolita colorazione - in attesa degli esami dell’Istituto zooprofilattico di Torino - e impazzano le reazioni indignate di ministri, Coldiretti e difensori della mozzarella dop campana, s’impone inevitabilmente una domanda. Perché mai si acquista una mozzarella tedesca? Il motivo è semplicissimo. Costa appena 49 centesimi. Venduta in tutti i discount Eurospin, in tempi di crisi come questi ha sicuramente un certo appeal. Come ammette la stessa Elisa Sorzato: «Io e mio marito viviamo con un’unica pensione e quindi nella spesa sto molto attenta a risparmiare il più possibile. Ma ciò non significa che per questo devo correre il pericolo di mangiare qualcosa che potrebbe farmi male».
La mozzarella incriminata viene prodotta in uno stabilimento caseario di Haag, nel cuore dell’Alta Baviera. In Italia viene distribuita nei supermercati hard discount Eurospin. Ma il capitano Michele Tamponi assicura che l’intera partita di mozzarelle tedesche è stata rintracciata e bloccata. quindi impossibile ritrovarne qualche esemplare nei banchi frigo della grande o piccola distribuzione. Anche perché la società - spiegano gli inquirenti - si è attivata tempestivamente, collaborando con i carabinieri e dandosi da fare per ritirare tutti i pezzi entrati in circolazione. Guariniello, intanto, medita di attivare una rogatoria internazionale per individuare i responsabili.
Ma che cosa si nasconde dietro a questa a dir poco originale pigmentazione? Le cause più probabili possono essere la presenza di un batterio o l’utilizzo di conservanti che scatenano una reazione che vira al blu. Anche se la pista del batterio sembra, al momento la più plausibile. La mozzarella blu scoperta a Trento è stata infatti esaminata dall’Istituto zooprofilattico delle Venezie e, da indiscrezioni, risulta che all’origine del fenomeno c’è un batterio, capitato nel formaggio durante le fasi della lavorazione nell’acqua.
Una pista che viene confermata anche dalla società Eurospin: oltre a ribadire la solerzia nel ritirare il prodotto dal commercio, afferma che lo spiacevole inconveniente potrebbe essere stato causato da un batterio veicolato da infiltrazioni di acqua piovana. La procura di Torino si sta già occupando della questione sul più ampio fronte possibile.
«Le insidie - dice Guariniello - arrivano da tutte le parti e noi dobbiamo fare in modo che tutti i prodotti siano sicuri. Anche a tutela dei marchi italiani». «Per questo - aggiunge senza scendere nei dettagli - ci stiamo avvalendo dell’aiuto di varie forze di polizia. Che negli ultimi tempi hanno dimostrato grandissima professionalità». Le sue conclusioni, tuttavia, si concentrano sui rischi della globalità alimentare a scapito della qualità dei prodotti italiani. «La vera notizia - osserva il procuratore - è che queste mozzarelle sono prodotte in Germania. E che proprio in Italia, patria del latticino che più ci invidiano al mondo, si mangiano mozzarelle tedesche».