Cinzia Leone, Il Riformista 19/6/2010, 19 giugno 2010
CORSIVI - CIPPUTI NON MORTO MA PARLA CINESE
Pensavamo di dover temere solo lui, l’artigiano simbolo dell’est venuto a sbaragliare la concorrenza con prezzi fuori mercato. Ma l’idraulico polacco era solo la testa di ponte di un virus, pronto a rafforzarsi e diffondersi: l’economia globale anche del mercato del lavoro.
Protagonista da sempre delle barzellette del cabaret sovietico, l’idraulico polacco era il simbolo del doppio lavoro schizofrenico e illegale. Dopo il crollo del muro diventa l’incubo della Francia. lui che toglie il lavoro. Il welfare ancora tiene, ma l’odio cresce. L’allargamento dell’Unione e la libera circolazione dei lavoratori, cambia le abitudini e accresce le paure. Dalla Francia, dalla Germania e dall’Italia, qualche volta l’idraulico polacco riesce persino a tornare in patria, e diffonde il contagio dell’elasticità. Da idraulico diventa operaio metalmeccanico in fabbriche straniere delocalizzate a casa sua.
La Polonia è più vicina della Cina. E le aziende pronte a quotarsi ad Hong Kong, lo capiscono subito. Le tutele sindacali non inesistenti ma molto flessibili, la lotta per la sopravvivenza un’abitudine consolidata, il consumismo ancora un mito da raggiungere ad ogni costo. La globalizzazione permette alle aziende nuovi ruggiti persino vicino casa. Anche perché nel frattempo in Cina cominciano a svegliarsi e i metalmeccanici cinesi strappano alla Honda e alla Foxconn le prime concessioni. Lo statuto dei lavoratori anche in Cina? Intanto meglio riportare qualcosa a casa.
Nella guerra tra poveri, dopo l’idraulico polacco diventato metalmeccanico a Tychy e pronto a lavorare anche il sabato pur di tenersi la Panda, viene l’operaio italiano. Da domani il metalmeccanico di Pomigliano, nella corsa al ribasso delle tutele sociali, accettata la deregulation e, votato il referendum, è pronto a vendicarsi, diventando il vero rivale dell’idraulico e del metalmeccanico polacco. E magari anche di quello cinese.
La catena di montaggio unisce ma ciascuno la tira dalla sua parte. A nessun artigiano, era mai toccato in sorte di diventare un simbolo, salvo all’idraulico. Da oggi tocca anche a quella che è stata l’aristocrazia operaia: i metalmeccanici. Cipputi non è morto. Gli è tocca solo di imparare a forza a parlare le lingue.