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 2010  giugno 21 Lunedì calendario

«MANCANO DIECI GIORNI, IL GOVERNO SI SBRIGHI»

«Non è il problema di un ministro in più o in meno. Il federalismo resta in fuorigioco se non cambia la manovra».
Roberto Formigoni, governatore della Lombardia, la nomina di Aldo Brancher a ministro per l’Attuazione del Federalismo ha provocato una marea di polemiche anche nel Pdl. C’era bisogno di un nuovo ministro?
«La mossa del governo conferma l’attenzione al tema del federalismo fiscale e un’ulteriore assunzione di responsabilità nei confronti del tema».
Anche se da Pontida Umberto Bossi ha fatto sapere che «il federalismo sono io»? Brancher è un ministro in più che si occupa di federalismo in prossimità di un traguardo. Da una parte c’è Bossi che ha la delega, dall’altra Silvio Berlusconi che mette a disposizione un suo uomo per il finale di partita».
Anche se Maurizio Gasparri ha detto che ci sono troppi ministri e uno nuovo non serve?
«A me preoccupa di più che, a dieci giorni dall’attuazione del federalismo fiscale, il governo debba fare ancora molte cose. Torniamo alla ciccia del problema». Qual è? «A dieci giorni è intervenuta una manovra che ha tolto i trasferimenti di risorse che devono essere fiscalizzati per realizzare il federalismo fiscale».
La lingua batte dove il dente duole...
«Federalismo e manovra sono due cose diverse. Ma da un paio di settimane sono avviluppate. chiaro che la manovra dovrà essere cambiata. Non si può, nel momento in cui con il federalismo si dà autonomia alle regioni, ammazzarle un minuto prima con una manovra del genere. Quindi, un istante prima di realizzare il federalismo, è necessario cambiare la manovra e distribuire i pesi in maniera proporzionata».
Insomma, non è un problema di ministri in più o in meno, è un problema di soldi.
«Sono il più interessato di tutti a realizzare il federalismo. Lo si attui secondo la legge delega, trasformando i trasferimenti dello Stato alle perché, così com’è, è difficilmente emendabile». E sul federalismo? «Chiediamo che i trasferimenti restino e siano trasformati in tributi. Ma non l’Iva, che non èmanovrabile. L’Irpef. E poi bisogna stabilire i livelli essenziali di assistenza. Quali saranno i livelli degli asili nido? E dei posti letto per anziani? La Lombardia stabilisce 7 posti letto ogni mille anziani. Lo Stato, 2. Su cosa ci si posiziona? E poi...». E poi? «E poi la legge prevede che il federalismo parta con un patto tra Stato, regioni, comuni e province. Mi aspetto che prima del 30 giugno venga presentata contestualmente a tutti gli enti. Perché già si sente vociferare di un patto fatto prima con i comuni, poi con le province e non si sa quando con le regioni. Sarebbe strano. Non si può partire con una gamba sola e l’altra che resta ferma. Altrimenti si cade. C’è ancora tanto lavoro da fare».
Maurizio Giannattasio