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 2010  giugno 21 Lunedì calendario

TV: ADESSO LA "PAY" INCASSA PI DELLA PUBBLICIT - «E’

stato un sorpasso in discesa, va bene, ma resta pur sempre un sorpasso. E questo nuovo equilibrio nella struttura dei ricavi tv europei tra la pubblicità da una parte e l’insieme di tutte le forme di pagamento per vedere programmi tv, dagli abbonamenti all’acquisto anche di un singolo evento dall’altra, sarà la caratteristica dello scenario dei prossimi anni». Augusto Preta, direttore generale di ItMedia Consulting, ha appena concluso l’ultima edizione del suo "Turning Digital", il rapporto periodico sullo stato del mercato tv europeo nella sua transizione al digitale, che verrà presentato ufficialmente a Roma all’inizio di luglio. E che ha tra i suoi maggiori risultati proprio il sorpasso della pay tv sulla pubblicità. Un sorpasso, come si diceva, in discesa, perché dettato fondamentalmente dal crollo dei ricavi pubblicitari nell’anno più nero della crisi economica.
Il mercato tv europeo nel 2009 ha infatti perduto nel suo complesso il 3,1% rispetto all’anno precedente, quando era cresciuto di quasi l’1%. un risultato negativo su cui ha soprattutto pesato il declino del 12,7% degli investimenti pubblicitari, arretrati, a livello continentale a 31,3 miliardi di euro.
La crisi non ha invece fermato la crescita dei ricavi da pay tv, che sono nonostante tutto saliti ancora del 4,2%, a 35,7 miliardi di euro. Nell’analisi di ItMedia c’è un fattore che ha spinto la spesa delle famiglie nell’acquisto di contenuti tv anche in una fase di sostanziale riduzione dei budget familiari, ed è costituita dalla crescita dell’offerta ”multichannel’. Le famiglie stanno cioè apprezzando sempre di più i nuovi contenuti che arrivano nelle case attraverso la digitalizzazione e la competizione delle diverse piattaforme tv. Il consumo di televisione si orienta sempre più decisamente verso i canali tematici all’interno dei bouquet a pagamento e verso le offerte di singoli eventi o di programmi ”à la carte’. Non è un caso che sulla scia del successo del servizio iPlayer della Bbc ormai tutti i network si stiano attrezzando per offrire ai loro spettatori la cosiddetta ”catch up tv’, ossia la possibilità di scegliere un programma all’interno del palinsesto di tutta l’ultima settimana di un’emittente.
E’ questo il primo e maggiore effetto del processo di digitalizzazione della tv europea: oramai sono 130 milioni le case ”digitalizzate’, e oltre 22 milioni se ne sono aggiunte solo nel corso del 2009. E questo risultato ancora non contabilizza lo switch off completo della Spagna, che ha spento tutta la sua vecchia tv analogica ai primi dello scorso marzo. Anche senza la Spagna si è comunque consumato un secondo sorpasso, più scontato, forse, ma comunque significativo: tra le piattaforme per la tv digitale il terrestre ha superato il satellite ed è diventata la numero uno.
Che cosa porterà nel prossimo futuro questo doppio rivolgimento? «Dovrebbe essere stato raggiunto un equilibrio di sostanza continua Preta E nei prossimi anni i rapporti reciproci tra ricavi pay e ricavi da pubblicità dovrebbero rimanere grosso modo all’interno di queste proporzioni. Ma questo non significa che le novità sono finite. Si va invece ad aprire una nuova stagione in cui la contesa per il mercato si sposterà verso i terminali nelle case di ogni utente: gli strumenti attraverso cui si potrà moltiplicare l’offerta di contenuti».
Ciò a cui Preta si riferisce è quanto sta abbastanza silenziosamente accadendo nell’industria dell’Ict. La tanto attesa convergenza tra tv, tlc e Internet attraverso lo sviluppo di terminali ibridi broadcast/broadband. Basta restare a casa nostra, in Italia, per percepirlo, ma nel resto d’Europa sta accadendo ovunque lo stesso. Dunque, in Italia in pochi mesi il mercato ha visto: il lancio del decoder con memoria Mediaset Premium, il Cubo di Telecom Italia, il decoder Tv Connect di Vodafone, il decoder ”Bollino Gold" del Dgtv, il consorzio delle emittenti italiane del digitale terrestre, e soprattutto il lancio di televisori di nuova generazione in grado di connettersi direttamente in rete. Per la verità il decoder Premium di Mediaset non si connette ancora alla Rete, ma da Cologno Monzese starebbero per mettere sul mercato la seconda generazione dotata appunto di presa ethernet.
Tutte queste "scatole" hanno un unico compito: portare Internet dentro il televisore. Per funzionare devono tutte collegarsi non direttamente alla presa del telefono, ma al modem a banda larga. In pratica solo gli utenti che hanno già un contratto di connessione Internet anche solo di Adsl, purché sia "flat", ovvero a un costo fisso mensile indipendentemente dal consumo, potranno accedere ai nuovi servizi. Ma a selezionare i servizi, e a far da mediatore verso gli utenti, non è chiaro ancora chi sarà. Potranno essere i network tv in prima persona, se avranno risorse da investire in una rete di server in grado di gestire l’offerta, come lascia intravedere Mediaset. O saranno le telecom, come dimostra la presenza di Telecom Italia o di Vodafone, che è appena entrata sul mercato pur senza avere un reale portafoglio di contenuti da offrire. Potranno essere anche i produttori di console per videogiochi. Oppure i costruttori di televisori. Samsung e Sony, per i loro rispettivi modelli Internet@tv e Bravia hanno già sottoscritto accordi con diversi produttori di contenuti da Google a YouTube, da Amazon a eBay. Il loro televisori sono già minicomputer integrati per cui, grazie agli accordi commerciali siglati, gli utenti potranno andare in Rete. Il software per farlo sono i cosiddetti "widget" miniprogrammi che portano un sito sul grande schermo con un unico comando. E su questo nuovo fronte si stanno già combattendo Yahoo, che ha lanciato a fine 2009 il suo Yahoo Widget Engine, e Google, che ha appena lanciato la sua Google Tv, che è in sostanza la stessa cosa. Che cosa permettono di fare? In estrema sintesi scegliendo un widget, ossia un "bottone" sul televisore, si può chiedere in ogni momento le previsioni del tempo, le ultime news, la Borsa o lo sport, o magari dei video musicali. Che non vengono da un palinsesto di un network tv ma da Internet. E’ un ennesimo passo verso la convergenza dei media. Oramai si gioca a tutto campo e ognuno, dalle tv alle telecom, dalle Internet company all’industria dei televisori, è a caccia della sua fetta della torta.