il Fatto Quotidiano, 18/6/2010;, 18 giugno 2010
DIRITTO DI REPLICA
Signor Direttore, so bene che il Suo giornale è nato con il fine istituzionale di attaccare metodicamente il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Non credo però che, per rivolgere quegli attacchi, sia giusto travolgere la privacy mia e della mia famiglia con la pubblicazione di un articolo falso, tendenzioso e in malafede come quello comparso sul giornale del 15 giugno con il titolo ”Le mani di B. sull’oggetto del desiderio”. Se è infatti vero che la mia famiglia custodisce e si prende cura da anni della ”Conversione di Saulo” di Michelangelo Merisi detto Caravaggio, è invece privo di qualsiasi fondamento che abbia intenzione di vendere il dipinto in questione. Il presidente del Consiglio (quello che Lei chiama Signor B.) non si è mai interessato all’ac - quisto del quadro, noi non abbiamo nessuna intenzione di venderlo e non c’è stata alcuna trattativa che ha interessato la ”Con - versione di Saulo”. Forse, dopo aver letto l’astioso articolo di Claudia Colasanti dovrei sentirmi in colpa perché, a Suo dire, possedere un Caravaggio è ”uno schiaffo alla miseria”. Personalmente credo invece che essersi presi cura del dipinto in tutti questi anni, averlo restaurato, a nostre notevoli spese, non averne mai tratto profitto e, anzi, una volta restaurato averlo messo a disposizione del pubblico romano e milanese, sia un privilegio ma anche un dovere. Un dovere che ho assolto con tutto il mio impegno e che, quanto meno per l’ar - te di Caravaggio, avrebbe meritato un’attenzione diversa dal gossip che anche oggi ha inquinato la prima pagina del suo giornale al fine di alimentare un odio sociale che considero pericoloso per me, la mia famiglia, e, più in generale, per il nostro Paese. Signora Nicoletta Odescalchi • Prendiamo atto della lettera della signora Odescalchi, a cui consigliamo però forti dosi di camomilla. Infatti, come hanno fatto anche altri organi di informazione, ci siamo limitati a dare notizia dell’interessamento del presidente del Consiglio per il grande capolavoro. Siamo lieti che la signora Odescalchi se ne prenda cura ma ci sembra che un’animosità così smodata dovrebbe essere destinata a cose più importanti.