Adriana Cerretelli, Il Sole-24 Ore 18/6/2010;, 18 giugno 2010
STRESS TEST PUBBLICI PER LE BANCHE
Da troppo tempo i mercati tengono l’Europa sulla corda. Le incursioni speculative contro gli anelli deboli dell’area euro colpiscono a ripetizione. Negli ultimi giorni nel mirino ci sono la Spagna e le sue banche. E così ieri i 27 leader dell’Unione, riuniti al vertice di Bruxelles, hanno deciso di rispondere con un segnale forte e concreto.
Entro la seconda metà di luglio saranno pubblicati gli stress test condotti sulle 25 maggiori banche europee: saranno pubblicati tutti, banca per banca. Fine della confidenzialità di questi esercizi, dunque. La trasparenza oggi viene ritenuta decisiva per recuperare la fiducia dei mercati e sbloccare il flusso dei prestiti interbancari che continua a mostrarsi troppo esiguo.
«Nella situazione attuale è importante offrire ai mercati piena trasparenza sullo stato delle nostre banche» ha dichiarato ieri, al termine del vertice europeo, il cancelliere tedesco Angela Merkel. La Germania finora era stato il paese più riluttante a svelare il reale stato di solidità e di esposizione al rischio dei rispettivi istituti di credito. Ha cambiato idea dopo che Francia e Spagna non hanno risparmiato sforzi per convincerla e l’America di Barack Obama ha moltiplicato le pressioni.
«La pubblicazione dei dati servirà a dissolvere il clima di sospetto» ha affermato Josè Barroso, il presidente della Commissione Ue. «Sono soddisfatto perché sono convinto che questa sia una misura appropriata » ha commentato Jean-Claude Trichet, il presidente della Banca centrale europea. Il più entusiasta della decisione adottata ieri è stato comunque José Luis Zapatero. Anche perché, secondo i dati ancora riservati sull’esito degli stress test condotti finora, le banche spagnole, a cominciare da Santander e Bilbao, risulterebbero in testa alla classifica per buona salute.
«La pubblicazione dei risultati ottenuti con queste prove è il modo migliore per fugare le voci sulla solidità delle banche spagnole e non » ha detto il premier di Madrid sottolineando che «niente è meglio della trasparenza per provare la solvibilità delle banche». Che potrebbero presto, magari già a partire dal 2012 ha detto ieri la Merkel, ritrovarsi però a fare i conti anche con possibili nuove tasse in arrivo a livello globale o, più probabilmente, a livello europeo o solo nazionale.
L’Europa ieri ha infatti deciso di presentarsi la settimana prossima al vertice del G-20 a Toronto con in tasca la proposta di una doppia tassazione: una sulle banche, destinata a creare fondi nazionali anti-crisi ocomunque un nuovo cespite di entrate per abbattere i deficit pubblici o comunque recuperare i monumentali aiuti di Stato erogati al tempo della grande crisi finanziaria di due anni fa.E l’altrasulle transazioni finanziarie.
«So che alcuni tra i paesi dell’Unione non ne sono entusiati ma intendiamo proporre al G-20 l’introduzione di un’imposta sulle transazioni finanziarie» ha affermato il presidente francese Nicolas Sarkozy. «Qualora la nostra proposta non passasse, siamo decisi a tirare comunque dritto da soli». Quasi ricalcando le parole pronunciate poco prima dalla Merkel: «Prima proveremo a convincere il G-20. Se non riusciremo a trovare l’accordo su una tassa globale, realizzeremo il progetto da soli».
La decisione finale non sarà comunque presa prima di ottobre. Il presidente Silvio Berlusconi ieri ha messo comunque le mani avanti: l’Italia non seguirà senza un’intesa a livello di G-20. Per non dover prima o poi subire svantaggi competitivi o correre il rischio di delocalizzazioni.
Anche sull’altra tassa, l’intesa tra i 27 per ora non va oltre l’accordo sul principio. Sulla scelta della base imponibile e sulla destinazione dei proventi dell’imposta non c’è sintonia dentro l’Unione. Tanto che ieri il principio è passato ma accompagnato, come ha tenuto a precisare il premier inglese David Cameron, dal concetto che ogni paese deciderà in base a quali criteri imporre la tassa e come spenderne i frutti.
Per il resto il vertice europeo ha confermato l’impegno comune a premere in sede di G-20 per allargare il fronte delle riforme finanziarie, con l’introduzione di nuove regole sugli scambi di derivati, con un occhio speciale a quelli concentrati sui rischi sovrani. L’obiettivo dell’Unione, ha ricordato ieri Barroso al termine della riunione, è riuscire a concludere il pacchetto europeo di riforme della supervisione e delle regole entro la fine dell’anno prossimo.