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 2010  giugno 18 Venerdì calendario

LA RAI BOCCI IL FILTRO DIGITALE ANTI-VUVUZELA

Come fosse l’invasione degli ultracorpi stile Anni 50, tutto il pianeta si sta attrezzando per debellare il baccano causato dalle vuvuzela, le trombette made in Sudafrica che martellano i timpani degli esseri umani in campo e dei telespettatori sul divano di casa. Almeno secondo le decine di mail arrivate negli ultimi giorni alla Rai e all’emittente di stato tedesca Zdf: l’insofferenza ha portato alcuni ad abbassare il volume del televisore e ad affiancare le immagini al sonoro della radio. Così Rai e Zdf hanno chiesto alla Fifa di meglio bilanciare i canali audio della regia internazionale, abbassando l’impatto dei microfoni piazzati a bordo campo.
Da altre parti, nel frattempo, hanno già adottato le contromisure: la Bbc e la pay tv francese Canal+ hanno eliminato il rumore delle trombette con un filtro digitale: il sistema si basa sul blocco delle frequenze emesse dalle vuvuzela ed è stato collaudato per la prima volta martedì. Un filtro che la Rai avrebbe potuto avere già otto mesi fa, ma poi non se ne fece nulla: «Di un sistema del genere mi parlò dopo l’esperienza della Confederations Cup un ingegnere italiano - racconta il regista Rai Giancarlo Tomasetti, ora in Sudafrica per il Mondiale -. Lo sottoposi all’azienda, ma sembra che ci fossero delle controindicazioni tecniche, per le quali non sono competente». Del baccano se n’è accorto pure lui, indirettamente: «Dalla regia - sorride - posso farmi pulire il segnale, ma mia moglie dall’Italia mi sta bombardando di messaggi dicendo che a volte per il rumore delle trombe non si sente nulla». Il rimedio, appunto, ci sarebbe, confermava ieri quell’ingegnere, Lindoro Del Duca, docente di Elaborazione numerica del segnale alla scuola di specializzazione in Fisica sanitaria dell’università La Sapienza di Roma: «La cosa più semplice - spiega - era quella di applicare un piccolo filtro digitale, della grandezza di un decoder, al segnale internazionale, e di questo parlai a lungo con la Fifa. E successivamente ci fu il contatto con la Rai. In otto mesi non è successo nulla, eppure è un problema che si potrebbe risolvere». Ecco la ricetta digitale: «La vuvuzela, come tutti gli strumenti, emette un suono chiaramente periodico, che si può eliminare, lasciando invece intatto il rumore di fondo dello stadio, come quello del pubblico. Il rumore stocastico, o randomico, cioè, come le urla del pubblico, gli applausi, e i cori».
Dove invece non si possono applicare filtri, spuntano i divieti. Basta dare un’occhiata alla lista degli oggetti proibiti dall’All England Club, dove da lunedì si giocherà il torneo di Wimbledon di tennis: «Clacson e altri oggetti rumorosi, nella cui categoria rientrano anche le vuvuzela». Le trombette sudafricane hanno invaso anche gli Usa, contagiando il mitico Yankee Stadium di baseball. Anthony Zachariadis, 27 anni, tifoso degli Yankees, s’è azzardato a suonarla nel corso della partita casalinga giocata la scorsa notte contro i Philadelphia Phillies: la vuvuzela è stata immediatamente sequestrata dalle guardie di sicurezza dello stadio. Farlo qui in Sudafrica pare un po’ più complicato.