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 2010  giugno 18 Venerdì calendario

LO STILISTA GAI MATTIOLO A PROCESSO PER BANCAROTTA

Dalla gloria delle passerelle dell’alta moda ad una decisamente meno glamour aula di giustizia. Una brutta vicenda quella che vede protagonista il 42enne stilista romano Gai Mattiolo, che sarà ora processato per l’accusa di bancarotta anche se, al contempo, il Tribunale di Roma martedì gli ha restituito la gestione dei marchi e dell’azienda. Una decisione, questa, che permetterà «di preservare il valore intrinseco della griffe romana, consentendone il ritorno nella filiera distributiva, rilanciandone l’immagine, salvaguardando e incrementando anche i posti di lavoro».
Il procedimento che vedrà il creatore di moda sul banco degli imputati culminò con l’arresto dello stilista il 5 dicembre del 2008. Ieri il gup di Roma Luciano Imperiali ha disposto il rinvio a giudizio del designer e di altre 7 persone: l’amministratore Franco Sciunnacche, l’avvocato di fiducia Giancarlo Tabegna, i consiglieri Giada Mattiolo, Attilio Vaccari e Alessandro Nicolais, Christian Goeccking, Alain Jodry. Accolta così la richiesta del pubblico ministero Luca Tescaroli. Il processo nei loro confronti avrà inizio l’11 novembre prossimo davanti ai giudici della X sezione del tribunale penale collegiale.
Bancarotta fraudolenta preferenziale impropria, distrattiva impropria e semplice, omessa presentazione delle dichiarazioni annuali relative alle imposte sui redditi e all’imposta sul valore aggiunto della «Gai Mattiolo Holding sa» e della «World Fashion Kft», sono i reati contestati. In particolare, per l’accusa, Mattiolo, Tabegna e Sciunnacche devono rispondere della bancarotta di 1.549.370,70 euro a favore della «Gai Mattiolo Holding sa» attuata mediante compensazione tra crediti e debiti, e di quella distrattiva impropria, relativamente al contratto di licenza per lo sfruttamento commerciale dei marchi «Gai Mattiolo» in Italia e all’estero, stipulato tra la «Gai Mattiolo sa» e la «Gai Mattiolo spa» il 3 gennaio 2002 per un valore di 5.013.275,53 euro rappresentato dalle royalties pagate e accantonate nelle contabilità dai licenziatari ad eccezione di quelle versate, a qualsiasi titolo, alla «Fashiontrend spa» in liquidazione, a partire dal secondo semestre 2006. La tenuta irregolare della contabilità della «Gai Mattiolo spa» è stata attribuita dalla Procura, oltre che ai tre, anche a Giada Mattiolo, Vaccari e Nicolais per il compreso tra il 2001 e il 2006. Tabegna, secondo l’accusa, si sarebbe appropriato illegittimamente di 192 azioni della «Gai Mattiolo Fashion sa» e di altre 2.376 della «Gai Mattioli Holding sa».
Intanto, come si è detto, il designer è rientrato in possesso dei suoi marchi. Il tribunale di Roma ha infatti autorizzato il custode giudiziario a riaffidargli la gestione e la tutela di tutti i marchi. L’accordo raggiunto presenta un importante elemento di novità, poiché per la prima volta un Tribunale penale si occupa direttamente della preservazione e dell’accrescimento del valore economico di un marchio posto sotto custodia. «Questo accordo mi riempie di soddisfazione – ha commentato lo stilista – perché ribadisce lo stretto legame tra il mio ruolo e il valore del marchio. Ringrazio pertanto il Tribunale di Roma per la fiducia nei miei confronti, dimostrata anche dall’unicità del provvedimento: primo caso in Italia di partnership con un custode giudiziario».