Varie, 18 giugno 2010
[Botta e risposta Carlo De Benedetti - Giampaolo Pansa] «Ho sempre avuto molta stima dell’Ingegnere; non dimentico che, quando lo intervistai per l’Espresso dopo i suoi problemi con Tangentopoli, rispose a ogni domanda e non corresse una virgola» (Giampaolo Pansa ad Aldo Cazzullo, Corriere della Sera 20/05/2010) Pansa è stato «un collaboratore validissimo per tanti anni» (Carlo De Benedetti intervistato da Antonello Piroso, 14/6/2010) L’Ingegnere è un signore anziano (76 anni a novembre, uno più di me), invecchiato, frustrato e acido
[Botta e risposta Carlo De Benedetti - Giampaolo Pansa] «Ho sempre avuto molta stima dell’Ingegnere; non dimentico che, quando lo intervistai per l’Espresso dopo i suoi problemi con Tangentopoli, rispose a ogni domanda e non corresse una virgola» (Giampaolo Pansa ad Aldo Cazzullo, Corriere della Sera 20/05/2010) Pansa è stato «un collaboratore validissimo per tanti anni» (Carlo De Benedetti intervistato da Antonello Piroso, 14/6/2010) L’Ingegnere è un signore anziano (76 anni a novembre, uno più di me), invecchiato, frustrato e acido. Lui non ha poltrone da conquistare, poiché si è seduto su tutte quelle possibili. Qualche volta cadendo a terra in malo modo, vedi Fiat, Olivetti e Banco Ambrosiano. Ce n’è soltanto una che gli è rimasta nel gozzo, un frutto che non è riuscito a cogliere. la poltrona del direttore di ”Repubblica”. All’Ingegnere sarebbe piaciuto un mondo sedersi anche su quella. Ma non è elegante che il padrone di un giornale ne diventi anche il direttore. Tuttavia la voglia deve essergli rimasta. E non essendo riuscito a soddisfarla, in questi ultimi tempi ha moltiplicato le esternazioni, pur di finire sui media. Concionando a destra e a sinistra, rilasciando interviste chilometriche, partecipando a convention dove parla a ruota libera di tutto e di tutti. (Giampaolo Pansa, Libero 15/6/2010) «Carlo De Benedetti è sceso in campo. Si prepara a fare politica in prima persona, come fece nel ”94 il suo avversario storico, Silvio Berlusconi. Oggi come allora, l’Italia è nel caos, la tempesta giudiziaria infuria, i partiti si stanno frantumando. De Benedetti vede il vuoto ed è tentato dal riempirlo. Con l’intervista a Paolo Guzzanti [fa riferimento al libro-intervista Guzzanti vs De Benedetti, Aliberti editore 2010] è uscito dalla politica invisibile ed è entrato nella politica dichiarata, esternata, quasi gridata». (Giampaolo Pansa ad Aldo Cazzullo, Corriere della Sera 20/05/2010) «Poveretto è invecchiato allora... è invecchiato precocemente perché ha un anno più di me. Comunque è invecchiato». (risposta a Piroso quando gli comunica le affermazioni di Pansa secondo cui vorrebbe entrare in politica in prima persona) (Carlo De Benedetti intervistato da Antonello Piroso, 14/6/2010) Lo considera morto [il Pd], e si prepara a prenderne il posto [...]De Benedetti invidia il percorso di Berlusconi. Ha denaro, una rete di rapporti costruiti in mezzo secolo, e una ventina di giornali; perché non c’è solo Repubblica ma anche le testate locali, tra l’altro fatte bene, e tutte schierate. Se uno così si impegna in prima persona, ha molti modi di lasciare il segno. (Giampaolo Pansa ad Aldo Cazzullo, Corriere della Sera 20/05/2010) Penso che l’imprenditore debba essere autocratico. Debba. Non possa. Penso che un politico debba essere democratico. Due DNA incompatibili. E sono incompatibili nel mondo. (Carlo De Benedetti intervistato da Antonello Piroso, 14/6/2010) «E lei ci crede? Perché allora ne avrebbe parlato, se non l’avesse avuto in testa? Io ho una regola professionale: i grandi uomini d’affari non dicono mai la verità sino in fondo. Fu lo stesso De Benedetti a spiegarmelo, quando nell’89 gli proposi io un libro-intervista. [...] Ma lui rispose che un finanziere non può fare un libro-intervista, perché sarebbe costretto a dire troppe bugie [poi De Benedetti lo ha fatto, nel ’99, intervistato da Federico Rampini]». (Giampaolo Pansa ad Aldo Cazzullo, Corriere della Sera 20/05/2010) «Repubblica è un partito: presidente De Benedetti, segretario Mauro, Scalfari proboviro un po’ saccente. Una fazione che aizza pure gli altri giornali e li fanatizza, o per imitazione o per contrasto». (Giampaolo Pansa ad Aldo Cazzullo, Corriere della Sera 20/05/2010) Pansa dice: «In un paese normale Ezio Mauro si alzerebbe alla mattina e si chiederebbe: oggi che cosa sta facendo Pierluigi Bersani? In un paese anormale è Pierluigi Bersani che si alza la mattina e si chiede: qual è la linea oggi di Ezio Mauro?» « Bè si vede tutta l’acidità di stomaco di Pansa in questa affermazione. Certamente è che, se fosse vero quello che dice Pansa, che non è vero, sarebbe una cosa un po’ anomala. Le posso garantire però che Ezio Mauro quella domanda non se la pone perché teme di non avere la risposta». (Carlo De Benedetti intervistato da Antonello Piroso, 14/6/2010) l’Ircocervo formato dalla simbiosi Mauro-De Benedetti è il vero competitore di Berlusconi. L’anomalia italiana sta anche in questo. Da una parte c’è un premier votato da milioni di elettori. Se si muova bene o male, è una faccenda che non riguarda quanto vado dicendo. Dall’altra c’è un giornale guerrigliero [Repubblica] in grado di combattere senza regole, come succede in tutte le guerre civili. E che può farlo senza rispondere a nessuno. Sino a oggi, in questo corpo a corpo è sempre stata ”Repubblica” ad avere la meglio. Non conosco come stia a copie vendute e a pubblicità incassata. Ma l’aria è di un giornale massiccio, forte di un potere che influenza altre testate, senza dissensi interni. Dunque è facile prevedere che Mauro continuerà nell’offensiva a testa bassa. Che ha due sole alternative: la vittoria di ”Repubblica” o quella di Berlusconi. Come andrà a finire non lo sa nessuno. [...] Nell’Ircocervo la metà decisiva è quella di Topolino, come veniva chiamato Mauro nei suoi esordi professionali. Ezio è un testardo, ha una marmorea fiducia in se stesso, non mollerà di un millimetro nella battaglia. Stando così le cose, Cdb resterà sempre poco più di una comparsa nel dramma che potrebbe andare in scena. (Giampaolo Pansa, Libero 15/6/2010) Pansa ha spesso degli sfoghi sul gruppo l’Espresso-la Repubblica «Perché, secondo lui, non gli abbiamo dato lo spazio che secondo lui meritava. Perché lui sperava di diventare direttore dell’Espresso e noi non abbiamo ritenuto opportuno che lo diventasse. E perché è frustrato. una persona un po’ anziana. Perché inacidiscono un pochino. Perché pensano che non hanno avuto quello che la vita gli doveva dare...» (Carlo De Benedetti intervistato da Antonello Piroso, 14/6/2010) così ingenuo da pensare che le mie critiche al suo impero di carta nascano dalla delusione di non aver potuto dirigere ”L’Espresso”. Mi sono messo a ridere. Poi ho pensato che i padroni come lui hanno sempre in mente poltrone da distribuire o da negare. Aveva ragione la mia mitica nonna: non sono i soldi a fare di uno sciocco un furbo. (Giampaolo Pansa, Libero 15/6/2010) «De Benedetti è un po’ annoiato da Repubblica. Quando la apre al mattino non la trova più sorprendente come un tempo, tesa com’è nella caccia a Berlusconi. Così ha voluto prendere la parola di persona. Non le dice nulla che abbia dato l’intervista a un giornalista da tempo fuori dal gruppo, a un irregolare come Paolo Guzzanti? (Giampaolo Pansa ad Aldo Cazzullo, Corriere della Sera 20/05/2010) il clima politico del paese diventerà sempre peggiore. Ed è qui che sorge un problema per l’Ingegnere. Si è mai domandato, il grande Cdb, che cosa potrebbe accadere all’Italia quando dalla guerra civile di parole stampate e gridate si passasse a una guerra combattuta con altri mezzi? Si è mai chiesto, sempre Cdb, che cosa accadrebbe ai padroni come lui? Non avverte il peso terribile di puntare sullo sfascio del Paese? Spero di sbagliarmi, ma ho l’impressione che a De Benedetti queste domande non interessino. Come tutti i signori anziani e frustrati, non sa vedere al di là del proprio naso. Gli preme soltanto di non sparire dietro il profilo roccioso del direttore di ”Repubblica”. (Giampaolo Pansa, Libero 15/6/2010) Se fossi Enrico Letta non mi farei sponsorizzare da Carlo De Benedetti. (Giampaolo Pansa, Libero 15/6/2010) Nel Maggio 1993, Pansa conclude l’intervista [a Carlo De Benedetti, su l’Espresso] dicendo: «Quando ho saputo delle tangenti che hai pagato mi sono detto: questa storia relega anche De Benedetti fra i personaggi del passato, figure di una fase italiana che si è chiusa». De Benedetti replica: «Avendo 58 anni sono certamente del passato, come te che sei quasi un mio coetaneo. Ma non per quello che ho fatto. Non mi viene neanche in mente di farmi da parte. Tu dici che ho sottovalutato l’impatto che questa vicenda avrà sulla mia figura pubblica? Io invece penso che dovresti dare tempo al tempo, perché la gente non è stupida. E aggiungo che sottovaluti il fatto che io sono l’unico presidente di un grande gruppo che si sia assunto, personalmente, la responsabilità di tutti i suoi collaboratori». (Paolo Guzzanti, Guzzanti vs De Benedetti, Aliberti Editore, 2010)