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 2010  giugno 18 Venerdì calendario

CITY, SI CAMBIA. LONDRA CANCELLA LA SUA CONSOB

Investito di una missione superiore, deciso a restituire all’Inghilterra la dignità e la stabilità finanziaria che la storia reclama, George Osborne, ministro del Tesoro, annuncia nel prestigioso salone della Mansion Hall, la rivoluzione epocale che si abbatterà sui grattacieli di vetro e di specchi della City, abolendo con un tratto di penna funzioni e poteri della Financial Services Authority (Fsa), l’autorità indipendente incaricata nel 1997 da Gordon Brown di controllare gli istituti finanziari, e consegnando a Mervyn King, governatore della Banca d’Inghilterra, un potere mai conosciuto prima nelle mani di un solo uomo. Nessuno potrà più permettersi pericolosi equilibrismi. Non ci sarà un’altrà Northern Rock, non sotto un governo Tory, non ci saranno altre angosciate corse agli sportelli dei risparmiatori. «Dovranno essere le banche a supportare le persone e non le persone a supportare le banche».
Osborne parla mercoledì sera, anticipando, non a caso, il primo viaggio di David Cameron al Consiglio Europeo, ben sapendo che il Primo Ministro ribadirà al Vecchio Continente l’irrevocabilità del piano di tagli e di controllo previsto dal suo Paese e soprattutto dirà che «Londra non accetterà nessun trasferimento di sovranità da Westminster a Bruxelles». Il confine tra la consapevolezza del proprio compito e la diffidenza verso chi, dopo il disastro greco, trema per le sorti di Spagna e Portogallo, è difficile da stabilire. Ma il rigore inglese è condiviso da Italia, Francia e Germania, tanto che Angela Merkel si spinge a dire che «bisogna tassare chi ha messo a rischio il mercato». Il segnale è per tutti lo stesso: ridimensionare il gigantismo delle banche.
Lo strappo compiuto alla Mansion Hall dal ministro del Tesoro, davanti a figure antiche, assorte in professioni senza tempo, in quella che sembrava una cena di aristocratici ed è diventata la linea di confine tra l’era Brown e l’era Cameron, è netto. «Ci sono problemi reali di affidabilità. Ed è per questo che introdurremo dele tasse e chiederemo di frenare il pagamento dei bonus. Siamo a questo punto perché nessuno stava controllando il livello del debito e il disastro è arrivato senza che scattasse l’allarme». Il come e il quanto saranno comunicati poi. Il messaggio è abbastanza destabilizzante senza bisogno di aggiungere cifre. Seppellisce il passato cancellando rudemente l’infelice trinomio Tesoro-Fsa-Banca d’Inghilterra, sapendo persino lui che a volte un eccesso di maleducazione è spiacevole ma necessario. «L’organizzazione di ieri ha fallito».
Il nuovo corso prevede che Mervyn King si preoccupi non solo della politica monetaria, ma anche della stabilità finanziaria attraverso una supervisione che imponga prudenza a chinque stia per compiere operazioni di mercato, macro o micro che siano. «Semplicemente il governatore dovrà spegnere la musica quando la danza si farà un po’troppo selvaggia», chiosa elegantemente Osborne, lasciando capire che l’intervento sarà capillare e comincerà da una politica più rigorosa sulla concessione dei mutui: basta prestiti indiscriminati che coprono la cifra totale. Ci saranno tetti e controlli.
Il potere della Banca d’Inghilterra sarà mitigato e completato da una serie di strutture: una autorità che protegga i consumatori operativa entro il 2012 e una agenzia contro i crimini economici da predisporre nelle prossime ore. Decisivo il ruolo di una commissione di cinque saggi, guidati da Sir John Vickers, che studierà il modo per ridurre i rischi del sistema.
Anche Hector Sants, presidente uscente della Fsa, si mette il naso finto e la parrucca e giura, rinnegando un suo discorso di 18 mesi fa, di volere collaborare al nuovo piano («Lavoreremo parallelamente finché sarà necessario»), mentre la City tace lasciando filtrare un ovvio senso di disagio. Così, innaturalmente, la coalizione conservatori-libdem trascina ancora al centro, nelle proprie mani e in quelle dello Stato, le chiavi del potere, perché oggi rovesciare la storia è la distanza più breve tra il caos e il bisogno di una vita ordinata.