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 2010  giugno 16 Mercoledì calendario

I GIORNI PIU’ DURI DELLA MERKEL, CANCELLIERA A RISCHIO-CRISI

Angela Merkel ha perso la magia. Non le riesce più niente. I partiti della sua maggioranza di governo e iministri litigano fino agli insulti. Le dimissioni e leminacce di dimissioni si accavallano. Le critiche su come ha gestito la crisi finanziaria greca non si placano, in Germania e fuori. Il pacchetto di austerità da 80 miliardi in quattro anni, che doveva rilanciare la sua azione politica, si sta dimostrando difficilissimo da fare approvare. Ogni proposta di legge crea divisioni nel governo. La sua scelta del candidato alla presidenza della repubblica si sta rivelando una sventura.
Per la cancelliera, questi sono insomma i giorni più difficili da quando guida il governo. Conseguenza: sono giorni delicati per l’intera Germania, che l’ha rieletta otto mesi fa, e critici per l’Europa, che deve vivere con il Paese più importante della Ue che si muove senza bussola. Non siamo al caos, ma se Frau Merkel non ritrova la strada ci si arriverà presto. che la cancelliera non riesce a tenere assieme la maggioranza di centrodestra, quella con la quale ha vinto le elezioni, formata dalla sua Cdu, dal partito fratello, la bavarese Csu, e dai liberali. Sembra priva di autorità.
La riforma sanitaria, avanzata dal ministro liberale Philipp Rösler, è stata subito bloccata dai cristiano-democratici. Sulla riforma delle forze armate, e sulla possibile abolizione dell’esercito di leva, è scoppiata una polemica che ha portato il ministro della Difesa Karl-Theodor zu Guttenberg, tra i più popolari del governo, a minacciare le dimissioni. Sulla manovra di austerità sono all’attacco le opposizioni ma anche tra le file della maggioranza si alzano le accuse di avere favorito i ricchi e penalizzato i poveri. Il piano di taglio delle tasse, l’asse portante della campagna elettorale dell’anno scorso, è ormai nel cestino e ora si parla addirittura di aumentarle, il che fa infuriare i liberali. Il tutto nel bel mezzo della crisi dell’euro.
In questo agitarsi senza meta, la maggioranza ha perso malamente un’elezione locale nel Land più popoloso, il Nord Reno-Westfalia. Ha dovuto assistere alle dimissioni di un politico di primo piano, Roland Koch, governatore dell’Assia e peso massimo della Cdu. Soprattutto, sono arrivate le dimissioni del presidente federale Horst Köhler, ufficialmente a causa di una sfortunata intervista sull’impegno tedesco in Afghanistan ma più probabilmente per contrasti con la signora Merkel. E sulla successiva scelta del candidato alla successione di Köhler la cancelliera ha completato il pasticcio.
Prima ha fatto circolare il nome di Ursula von der Leyen, ministra del lavoro molto amata dai tedeschi, poi ha invece scelto Christian Wulff, un barone della Cdu. Frau von der Leyen si è irritata ma, soprattutto, si è aperto uno scenario inatteso. Le opposizioni socialdemocratica e verde hanno presentato un contro-candidato di grande prestigio, Joachim Gauck, un pastore protestante dissidente negli anni della Germania Est. Difficilmente Gauck ce la farà, il 30 giugno, quando i grandi elettori si riuniranno per votare il nuovo presidente: la maggioranza ha più di venti voti di vantaggio. Molti cristiano-democratici e liberali, però, lo voterebbero volentieri e non è escluso che qualcuno tradisca Frau Merkel e lo faccia. «Una non elezione del candidato della coalizione significherebbe l’inizio della fine della coalizione stessa», sostiene Gerd Langguth, politologo e biografo della signora Merkel. A suo parere, la cancelliera, a quel punto azzoppata nella credibilità, dovrebbe porre la questione fiducia in parlamento. Un disastro e un rischio altissimo.
Il risultato di questa confusione, non usuale nella politica tedesca, è che la maggioranza e la stessa Frau Merkel sono crollati nei sondaggi. L’«élite panel» della società Allensbach pubblicato ieri dalla rivista Capital ha registrato che persino la classe dirigente tedesca è per il 92% delusa dal governo in carica e per la metà considera la cancelliera «debole». «Una via d’uscita per la maggioranza è difficilmente possibile in tempi brevi», commenta Renate Köcher, direttrice di Allensbach.
Danilo Taino