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 2010  giugno 15 Martedì calendario

MENO SPECIE SULLA TERRA SONO «SOLO» CINQUE MILIONI

Con quante altre specie di esseri viventi dobbiamo condividere il nostro pianeta? Con molte meno di quanto si pensasse finora. Secondo un ricerca condotta con nuove tecniche sono «solo» 5 milioni emezzo e non decine di milioni. « curioso il fatto che l’uomo conosca con più precisione il numero di stelle presenti nella nostra galassia che non il numero dei "compagni" di vita sulla Terra» commenta Andrew Hamilton dell’Università di Melbourne (Australia), a capo del gruppo internazionale che ha condotto lo studio.
La grande variabilità delle stime sul numero complessivo di esseri viventi di qualsiasi specie, secondo il ricercatore, è stata fin qui condizionata da un gruppo di organismi, il più grande al mondo e uno dei più difficile da studiare, gli artropodi tropicali (che comprendono insetti, ragni, acari e altri organismi simili) che nelle stime fin qui fatte oscilla da pochi milioni fino a 100 milioni. su questo gruppo che si gioca la partita vista la sua imponenza numerica. Al confronto, per esempio, i 50mila vertebrati sono un’inezia. Ebbene Hamilton e i suoi collaboratori hanno applicato ai dati ricavati da numerosi studi precedenti condotti in tutto il mondo, le tecniche di calcolo delle probabilità simili a quelle spesso utilizzate nei modelli per le stime del rischio finanziario. E dai calcoli è emerso che c’è una probabilità del 90% che gli artropodi tropicali siano trai 2 e i 7 milioni di specie, con la stima ritenuta migliore che si attesta sui 3,7 milioni.
A questi vanno aggiunti circa 1,3 milioni di altri organismi (per lo più microorganismi, ma esclusi i batteri sul cui numero si sa ben poco), 50 mila vertebrati (mammiferi, uccelli, rettili anfibi e pesci) e circa 400 mila piante, per un totale complessivo di circa 5 milioni e mezzo di specie con cui l’uomo deve condividere il pianeta. I calcoli eseguiti hanno inoltre evidenziato che c’è una probabilità inferiore allo 0,001% che il valore spesso citato di 30 milioni di specie presenti sulla Terra sia corretto.
 pur vero che partendo dagli stessi "input" molti scienziati facendo i loro conti sono giunti a dare numeri del tutto diversi. «Il nostro lavoro’ spiega Hamilton’ utilizza gli stessi input (per esempio il numero dei coleotteri presenti nella chioma di un albero tipico della foresta pluviale), ma gli "depura" delle incertezze correlate agli stessi input, incertezze che portano a sballare grandemente il numero totale di specie al mondo». In linea generale si evidenzia come le piante, pur costituendo una biomassa imponente, per quanto riguarda il numero di specie, siano molto meno degli animali. Pertanto il loro conteggio è più facile e si è giunti a fissarlo con relativa precisione intorno alle 422 mila specie.
Lo studio, pubblicato dalla rivista American Naturalist, è un apporto significativo alle conoscenze nell’Anno Internazionale della Biodiversità. Avere una stima credibile del numero di esseri viventi significa ovviamente avere un punto di partenza più realistico per studiare il loro tasso di estinzione e agire con più efficacia per la loro conservazione.
«Finora i tassi di estinzione sono stati solitamente stimati mediante la conoscenza delle specie di zone ristrette di habitat andati perduti, ma per sapere quante specie sono state perse bisogna prima di tutto sapere quante erano presenti. Ovviamente se partiamo da un numero inferiore di specie iniziali, la stima fornirà dati peggiori, ed evidenzierà una maggiore velocità nella riduzione della complessità dell’ ecosistema considerato» spiega ancora Hamilton. Ma il ricercatore aggiunge ancora una considerazione: «Nonostante siano passati 250 anni da quando è iniziata la ricerca tassonomica (cioè la scienza della classificazione) - i nostri dati evidenziano che il 70% degli artropodi tropicali deve ancora essere descritto».
Massimo Spampani