Marco Maroni, CorrierEconomia 14/06/2010, 14 giugno 2010
DIVERTIMENTI. I PICCOLI CASINO’, UNA SCOMMESSA DA 2 MILIARDI
In questi giorni a tenere banco sono i Mondiali di calcio. Si stima che le puntate sull’evento raggiungeranno nel mondo la cifra record di oltre un miliardo di euro (favorita è la Spagna, paga 5 a 1).
Popolo di giocatori
Una parte consistente verrà dall’Italia, paese che nel settore dei giochi, delle scommesse e delle lotterie ha il primato mondiale. In effetti, la cifra di un miliardo non è tale da impressionare più di tanto gli addetti ai lavori italiani, che con le scommesse sportive di miliardi ne hanno già raccolti più di due nei primi cinque mesi dell’anno. E si tratta solo di una fetta della torta.
Nel complesso le attività di gaming in Italia tra gennaio e maggio hanno raccolto più di 25 miliardi di euro, 54,4 miliardi nel 2009. Un giro d’affari che ormai supera quello di settori di punta del made in Italy come la moda, l’auto o il turismo e non risente di crisi. Una voce positiva per l’occupazione. «Tra gli addetti delle industrie e l’indotto del circuito delle ricevitorie, delle agenzie e delle sale siamo a circa 100 mila unità», spiega Massimiliano Pucci, presidente di Assointrattenimento, l’associazione del settore aderente a Confindustria. E una manna per le casse dello Stato: l’anno scorso all’Erario il settore ha pagato 8,8 miliardi e quest’anno, secondo un facile pronostico, saranno molti di più.
A registrare la raccolta maggiore, infatti, non sono né le scommesse sportive, né lotterie, Gratta e vinci o Superenalotto, ma i cosiddetti «apparecchi da intrattenimento», o new slot, le macchine da gioco installate nei pubblici esercizi che dal 2004 hanno sostituito i videopoker, attorno ai quali prosperava una florida economia grigia quando non proprio criminale.
Le aspettative sono in crescita perché il settore delle new slot sta entrando in una nuova epoca, quella delle videolotteries (Vlt). Introdotte dal cosiddetto decreto legge Abruzzo, a sostegno delle zone terremotate, diventato legge il 23 giugno dell’anno scorso, queste slot machine potenziate, sorta di mini casinò, esordiranno nelle prossime settimane. Le ospiteranno agenzie di scommesse, sale giochi, sale Bingo e tutti quei locali che rispondo ai requisiti stabiliti dall’Amministrazione dei Monopoli di Stato (con norme stringenti su dimensione, separatezza dalle aree aperte ai minori, sicurezza).
I diritti d’installazione, per un totale di oltre 56 mila videolotterie, sono stati assegnati a 10 concessionari, tra cui si contano tutti i principali nomi del settore. Tra le prime apparecchiature pronte al gioco ci saranno quelle di Cogetech, la società controllata dai fondi di private equity Investindustrial e Orlando, che nell’aprile scorso ha acquistato la Ladbrokes Italia con i suoi 82 negozi e 51 corner per le scommesse. Cogetech, che ora dispone ora di una rete di 90 negozi e 100 corner, ha già più di 38 mila apparecchi da gioco installati in giro per l’Italia e si è aggiudicata diritti per 5.226 nuove Vlt. «Finiti i collaudi, pensiamo di partite con qualche centinaio di terminali a luglio», spiega Fabio Schiavolin, l’amministratore delegato.
Quali saranno i giochi? « All’inizio le slot classiche e quelle di ultima generazione, a più linee; poi metteremo diversi altri giochi, dal black jack alla roulette».
Vincite
Le videolotterie prevedono vincite maggiori rispetto alle macchine precedenti. Grazie al collegamento tra tutti i terminali del concessionario sarà infatti pagabile un jackpot fino a 500 mila euro. Ma non solo. Spiega Ezio Filippone, amministratore delegato di Gamenet, società che fa capo a un consorzio di gestori ( 300 soci) e che, con 55 mila licenze distribuite in 22 mila esercizi pubblici, si è aggiudicata quasi 8mila nuove licenze: «Il ritorno in vincite al giocatore rispetto alla raccolta, è almeno dell’ 85% » . Si tratta del più alto ritorno mai pagato dal gioco legale in Italia. Alta è però anche la tassa da pagare. Spiega ancora Filippone: «I Monopoli hanno messo una supertassa d’ingresso di 15 mila euro per ogni licenza. Il regime fiscale prevede poi una tassazione, fino al 2013, fino al 4% della raccolta».
Ma sono tasse che, se così si può dire, i concessionari pagano volentieri visto che, secondo le stime del settore, già nell’anno in corso la raccolta delle nuove super slot machine potrebbe superare i 2 miliardi di euro.
Marco Maroni