M.SAB., CorrierEconomia 14/06/2010, 14 giugno 2010
BP, IL DISASTRO E’ UN AFFARE?
Opportunismo dei mercati. Mentre la marea nera che fuoriesce dalla piattaforma al largo delle coste della Louisiana continua a sgorgare inarrestabile, il titolo British Petroleum giovedì scorso ha toccato a Wall Street il minimo storico degli ultimi 13 anni, raggiungendo quota 32,78 dollari. Eppure, anziché prevedere nuovi tonfi per le azioni Bp, alcuni analisti ne annunciano la possibile ripresa.
Secondo Gordon Gray, ricercatore della banca di investimento Collins Stewart le azioni della società a questo punto sono sottovalutate del 49% rispetto al loro prezzo di equilibrio. E questo nell’ipotesi che il conto complessivo dei risarcimenti ambientali che la compagnia britannica dovrà sostenere arrivino a un totale di 10 miliardi.
Fino ad ora British Petroleum ha destinato un miliardo di dollari alle operazioni di risanamento ambientale e prevede di spenderne altri tre nei prossimi 6 mesi», nota Gray. Sulla base di questi dati la stima di un esborso complessivo di 10 miliardi di dollari appare molto prudenziale. Ma l’analista sottolinea che in realtà il conto finale dei danni prodotti dal disastro «non è al momento quantificabile». Soltanto se l’ammontare finale delle operazioni di risanamento supererà i 40 miliardi di dollari acquistare azioni British Petroleum alle attuali quotazioni si rivelerà un affare in perdita. Ma 40 miliardi sono un valore 4 volte superiore rispetto alle stime più pessimistiche fin qui formulate.
Sulla stessa linea anche gli analisti di Ubs, che giudicano British Petroleum un buy e indicano un obiettivo di prezzo a 12 mesi di 50 dollari per azione, circa il 40% al di sopra delle quotazioni correnti.
«Siamo convinti che le attuali valutazioni del titolo siano influenzate soprattutto dalla retorica dei politici e dalla speculazione dei trader. Fattori che al momento pesano sulle quotazioni di Bp molto più degli elementi di fatto», sottolinea l’analista Jon Rigby.
Secondo Ubs, British Petroeleum dispone delle riserve finanziarie necessarie per continuare a pagare i dividendi per i prossimi tre anni, anche se probabilmente la compagnia dovrà «saltare» il giro del dividendo trimestrale maturato al 30 giugno prossimo a meno di novità favorevoli sul fronte del disastro.
Opinioni che pesano, visto che i mercati hanno prontamente riorientato le antenne: alla chiusura di venerdì scorso Bp a Londra ha messo a segno un rialzo del 7,22%.
M. SAB.