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 2010  giugno 14 Lunedì calendario

GLI DEI HINDU E LA MISTERIOSA JAINA

Giacomo Mutti, architetto nato a Brescia dove risiede e lavora, ha incontrato vent’anni fa due ragazzi che facevano la spola tra l’India e l’Italia importando oggetti di artigianato, gioielli popolari e vecchi mobili. «Mi proposero di seguirli in uno dei loro viaggi - racconta - e da allora ogni anno trascorro in India uno o due mesi. Ho girato per tutto il subcontinente e da questi viaggi ogni volta riportavo a casa oggetti legati alla sua cultura. Alla fine mi sono ritrovato con una collezione di oltre cinquecento pezzi». Una raccolta che illustra milletrecento anni di arte indiana, tra sculture a stele provenienti dalla zona centrale e da quella orientale, bronzi recuperati nei territori meridionali, piccole figure scoperte nei villaggi dove le famiglie li tengono sugli altari domestici, oggetti rituali, miniature di scuola aulica, dipinti su carta di sapore naïf, libri preziosamente miniati e testi illustrati da immagini di gusto popolare. A questo punto Mutti ha deciso di donare la raccolta al Museo nazionale d’arte orientale «Giuseppe Tucci». «Non ho mai pensato di possedere, per ricavarne un mio esclusivo piacere personale, ciò di cui mi sono appropriato. Eppure probabilmente commettevo un furto o quantomeno un "peccato" nei confronti del paese al quale questi oggetti appartenevano, anche se ho lasciato del denaro come risarcimento. A me la raccolta è servita ad approfondire la conoscenza del paese, la cui cultura è strettamente intrecciata alla religione. Ora a che cosa serve questa conoscenza se non viene trasmessa agli altri?». Ora tutti possono ammirare la collezione presso il Museo, che la presenta in una mostra intitolata «India, i volti del sacro», aperta fino al 10 ottobre (via Merulana 248). La maggior parte delle opere raffigura le divinità del pantheon hindu, mentre l’ultima parte del percorso è dedicata alla misteriosa religione Jaina, che predica la non-violenza e influenzò profondamente il Mahatma Gandhi, ma è praticamente sconosciuta al grande pubblico.
Lauretta Colonnelli