VARIE, 14 giugno 2010
POMIGLIANO
(schedone) -
La dirigenza Fiat ha proposto l’investimento di 700 milioni di euro per trasferire dalla Polonia allo stabilimento Giambattista Vico di Pomigliano D’Arco la produzione della nuova Panda e mantenere i 5.200 dipendenti al lavoro. In cambio ai dipendenti è stata chiesta maggiore flessibilità con un nuovo sistema di turni lavorativi, una stretta sull’assenteismo, sanzioni per sindacati e lavoratori che non rispettano i patti.
LO STABILIMENTO:
Pomigliano d’Arco è uno dei cinque siti del Lingotto presenti in Italia insieme a Mirafiori, Cassino, Melfi e Termini Imerese. Aperto nel 1972 come Alfasud, lo stabilimento è stato venduto alla Fiat nella seconda metà degli anni Ottanta. I modelli attualmente prodotti a Pomigliano sono l’Alfa Romeo 147, la Gt, la 159, la 159 Sport Wagon e la Fiat Bravo per un totale di circa 45mila vetture. L’obiettivo della Fiat, trasferendo dalla Polonia allo stabilimento napoletano la realizzazione della Nuova Panda, prodotta a partire dal 2011, è di arrivare a circa 250mila unità annue. Dei 5.200 dipendenti complessivi, 500 sono previsti in mobilità verso la pensione. Lo stabilimento lavora in media tre giorni al mese.
GLI STABILIMENTI IN ITALIA:
Mirafiori, Torino: 5000 affetti (solo produzione);
Val di Sangro, Chieti: 6.290 addetti (produzione Sevel, veicoli commerciali);
Cassino, Frosinone: 4.000 addetti;
Termini Imirese, Palermo: 1350 addetti.
Melfi, Potenza: 5.200 addetti;
Pomigliano d’Arco, Napoli: 5.200 addetti.
IL PIANO FABBRICA ITALIA:
Il rilancio di Pomigliano è solo il primo del piano Fabbrica Italia che l’amministratore delegato di Fiat e Chrysler, Sergio Marchionne, ha lanciato lo scorso 21 aprile. Il progetto prevede, in cinque anni, il passaggio da 768mila pezzi sfornati nel 2009 a 1.630.000 per il 2014. Fiat prevede ricavi nel 2014 pari a 93 miliardi di euro, con un incremento del 55% rispetto al record raggiunto nel 2008. I veicoli destinati all’export saranno un milione. Gli investimenti in Italia saranno di 20 miliardi di euro su un totale di 30 miliardi nel mondo. Quanto agli obiettivi industriali, nel 2014 saranno sei milioni le auto prodotte nel mondo da Fiat e Chrysler. In Italia se ne produrranno un milione e 400mila, più del doppio di oggi. I prodotti, due terzi da Fiat, gli altri da Chrysler, lanciati nei prossimi cinque anni tra nuovi modelli (34) e restyling (17) saranno 51.
Nel dettaglio il piano Fiat 2010 - 2014 per la produzione di veicoli in Italia prevede:
- 250mila Alfa Mito a Mirafiori (erano 178mila nel 2009);
- 400mila Fiat Punto Evo nello stabilimento di Melfi (Potenza) (erano state 280mila nel 2009);
- 400mila Alfa Giulietta a Cassino (Frosinone) (105mila nel 2009);
- 280mila Fiat Panda a Pomigliano (Napoli) (36mila nel 2009);
- 50mila, ma la stima non è ufficiale, Jeep Wrangler nello stabilimento ex Bertone (Torino) (l’anno scorso non ne erano state prodotte);
- 280mila Fiat Ducato nello stabilimento di Val di Sangro (Chieti) (117mila nel 2009);
- per lo stabilimento di Termini Imirese, invece, non vi è alcun progetto. Dal 2011 dovrebbe essere avviata produzione non automobilistica.
LA PRODUZIONE ALL’ESTERO:
Nello stabilimento polacco ci sono 5.800 dipendenti. Nel 2009 sono state prodotte 600mila auto. In quello brasiliano i dipendenti sono 8.700, le auto prodotte l’anno scorso sono state 700mila.
IL DOCUMENTO:
Nei giorni scorsi il responsabile dello stabilimento di Pomigliano, Sebastiano Garofalo, ha inviato a tutti i dipendenti una lettera per illustrare la proposta Fiat.
- Il punto 1 del documento prevede due modalità nell’ambito dell’organizzazione lavorativa su 18 turni settimanali (quello del sabato notte non sarà lavorato e compensato da permessi o festività) per complessive 40 ore. La settimana sarà di sei giorni lavorativi con il riposo a scorrimento (che cioè cade in giornate differenti), o in alternativa, «su richiesta dei sindacati», l’azienda è disposta a concedere la deroga con una settimana di sei giorni lavorativi e la seconda di quattro giorni. Tutti gli addetti alla produzione e i collegati (operai, impiegati e quadri) dovranno lavorare a rotazione su tre turni giornalieri di otto ore.
- Sullo straordinario obbligatorio la Fiat ha chiesto un incremento a testa di 80 ore annue in aggiunta alle attuali 40: il sindacato, pur considerando elevato il numero di ore richieste, ha dato una disponibilità di massima avendo incassato l’esonero per esigenze personali del 20% del personale da sostituire con volontari. Lo straordinario potrà essere chiesto senza preventivo accordo sindacale e con un minimo preavviso.
- Tre pause da dieci minuti ciascuna in alternativa alle due pause da venti minuti per effetto dell’applicazione delle nuove soluzioni ergonomiche (il sistema Ergo Uas) con la monetizzazione dei 10 minuti più lavorati.
- Uso del computer per calcolare, verificare, controllare i tempi e i movimenti che gli operai devono compiere per ogni loro operazione.
- Il punto 8 riguarda l’assenteismo: se la percentuale di assenze è «significativamente superiore alla media», in occasione di «particolari eventi non riconducibili a forme epidemiologiche», il documento prevede la non copertura della quota retribuita a carico dell’azienda nel peridio di malattia (La Fiat in pratica non intende pagare la sua parte di «quota malattia» a chi è asente in occasioni «anomale» come le elezioni). Una commissione paritetica formata da un componente della RSU (Rappresentanze Sindacali Unitarie) per ciascuno dei sindacati firmatari dell’accordo e da responsabili dell’azienda esaminerà i casi di particolare criticità. Durante le elezioni, inoltre, saranno riconosciuti pagamenti e riposi «esclusivamente nei confronti di presidenti, segretari e scrutatori di seggio».
- A dividere aziende e i sindacati è stata soprattutto la clausola di responsabilità (punto 13): «Il mancato rispetto degli impegni assunti da sindacati e RSU anche a livello di singoli componenti libera l’azienda dagli obblighi dell’accordo e del contratto» relativamente a contributi sindacali e permessi sindacali retribuiti. In pratica, in base a questo punto, si potrebbe procedere con sanzioni economiche nei confronti delle organizzazioni sindacali e con provvedimenti disciplinari per i singoli lavoratori in caso di violazioni degli impegni contenuti nel documento. L’esempio tipico è quello dello sciopero che coincide con la giornata in cui viene chiesto lo straordinario, che andrebbe sanzionato. Una commissione paritetica di garanzia agirà da filtro prima che le sanzioni siano comminate.
Venerdì 11 giugno l’accordo è stato accettato da tre sigle sindacali (Fim-Cisl, Uilm-Fiom) più Fismic e metalmeccanici Ugl, non dalla Fiom (che riunisce i metalmeccanici della Cgil), guidata da Maurizio Landini, che ha respinto in toto la bozza.
LA PROTESTA DELLA FIOM
La Fiom-Cgil ha fatto sapere che non è possibile firmare il testo siglato da Fim-Cisl, Uilm, Fismic e Ugl poiché contiene profili di illegittimità, viola i contratti e la Costituzione. Il comitato centrale dei metalmeccanici della Cgil si è riunito dalle 14 di oggi (14/6) a Roma. Prima dell’incontro il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini, ha visto il segretario della Cgil, Guglielmo Epifani, che domenica aveva detto che «Pomigliano non ha alternative. Napoli non ha alternative sul suo territorio».
La Fiom ha duramente criticato la clausola sui provvedimenti disciplinari e i licenziamenti definendola «la più spregiudicata di tutto il documento Fiat». «Il diritto individuale di aderire a uno sciopero, sancito dall’articolo 40 della Costituzione - ha scritto la Fiom in un volantino - diviene oggetto di provvedimento disciplinare fino al licenziamento» e «in questo non c’è alcuna legittimità». Il riferimento del sindacato è a quella parte del documento Fiat denominata «clausole integrative del contratto individuale di lavoro». Nella proposta di accordo la Fiat prevede che «la violazione, da parte del singolo lavoratore, di una delle condizioni contenute nell’accordo costituisce infrazione disciplinare da sanzionare, secondo gradualità, in base agli articoli contrattuali relativi ai provvedimenti disciplinari e ai licenziamenti per mancanze». Anche sulla clausola di responsabilità, che nella proposta Fiat libera l’azienda da obblighi contrattuali in caso di mancato rispetto degli impegni assunti con l’accordo, secondo la Fiom «alla Fiat viene data totale discrezionalità per valutare se una qualsiasi iniziativa - dalla protesta allo sciopero - in contrasto con uno dei qualsiasi punti dell’accordo (carichi di lavoro, straordinari, gestione della forza lavoro) costituisce violazione dell’accordo stesso».
Al termine del comitato centrale Landini ha spiegato «all’unanimità la Fiom avanza una proposta: chiede a Fiat di applicare il contratto nazionale, unico punto condiviso dalle organizzazioni sindacali, e che permette all’azienda di fare 18 turni settimanali e 40 ore di straordinari per produrre le 280.000 auto l’anno che sono l’obiettivo del piano Marchionne. Se Fiat decidera’ cosi’ non metteremo in campo nessuna opposizione». La Fiom chiede anche «di applicare le norme in materia di malattia e assenteismo». Landini ha sottolineato poi che «se invece Fiat intende mantenere la sua posizione il comitato centrale all’unanimità non considera possibile che quel testo venga firmato perché ci sono elementi giuridici illegittimi. Non comprendiamo il fatto che Fiat per fare investimenti voglia cancellare i contratti e le leggi del nostro Paese. In ogni caso - annuncia il segretario della Fiom - noi domani saremo al tavolo delle trattative anche se alla Fiom è arrivato solo un invito per conoscenza. Ci presenteremo al tavolo perche’ su queste basi è possibile un’intesa». Per quanto riguarda infine un possibile referendum Landini spiega che «non abbiamo il mandato per poter cancellare diritti indisponibili dei cittadini».
MAURIZIO LANDINI
Maurizio Landini è il nuovo segretario generale della Fiom dal 1 giugno 2010. Ha 48 anni, è di Reggio Emilia come Gianni Rinaldini che l’ha preceduto alla guida del sindacato dei metalmeccanini della Cgil per otto anni. Landini raccoglie un’eredità difficile. «La Fiom appare infatti isolata non solo rispetto agli altri sindacati della categoria, Fim-Cisl e Uilm-Uil, ma anche all’interno della Cgil, soprattutto dopo la schiacciante vittoria degli epifaniani nel congresso del 5-8 maggio a Rimini. La posizione intransigente portata avanti da Rinaldini in tutti questi anni, in continuità con quella del suo maestro e predecessore Claudio Sabattini , è in contrasto con la linea del ritorno al dialogo con Cisl e Uil e del rientro al tavolo delle trattative sul modello contrattuale scelta dal congresso e che sarà gestita dal prossimo segretario generale della Cgil, probabilmente Susanna Camusso, da ottobre» (Enrico Marro, Corriere della Sera 31/5). Landini dovrà anche rinnovare la segreteria nazionale della Fiom: è giunto infatti a fine mandato Giorgio Cremaschi, fondatore della Rete 28 Aprile, l’area di estrema sinistra della Cgil. «I nuovi equilibri della Fiom dovranno anche tener conto del netto rafforzamento della componente degli epifaniani, guidata da Fausto Durante, che è passata dal 18% al 27% e che preme per un riallineamento della Fiom alla politica della Cgil» (Marro).
IL REFERENDUM:
Il momento cruciale della trattativa sulla Fiat di Pomigliano sarà il referendum in fabbrica. Per l’azienda la consultazione dei 5mila dipendenti dell’impianto campano «è l’ora della verità perché saranno finalmente i lavoratori a decidere». La data della votazione sull’intesa separata raggiunta venerdì scorso alla Confindustria di Roma non è stata ancora fissata perché lo stabilimento lavora in media tre giorni al mese.