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 2010  giugno 13 Domenica calendario

ANCHE L’OSTELLO HA CINQUE STELLE

Fino ad un decennio fa erano in pochi a conoscerli e frequentarli: oggi gli ostelli d’Italia sono una realtà in crescita, soprattutto per merito dei turisti italiani, giovani e famiglie. Le ragioni sono semplici, da un lato la crisi che spinge verso soluzioni più a buon mercato, dall’altro un’intelligente operazione di «restyling» degli ostelli che in qualche caso ne ha fatto dei veri e propri alberghi, a volte in luoghi incantevoli.
Prezzi competitivi
«Rispetto a 10 anni fa il numero di coloro che scelgono l’ostello è aumentato - conferma il segretario nazionale Aig, l’associazione italiana alberghi della gioventù, Anita Baldi - Internet ha cambiato l’approccio perché la facilità di ottenere informazioni e di confrontare rapidamente prezzi e servizi, spinge a migliorare il prodotto per poter competere con alberghi e pensioni». Anche lo standard richiesto si è evoluto: «Sono lontani i tempi delle camerate - spiega ancora - Oggi si cercano stanze con 4, massimo 6 posti letto, bagno in camera e comfort come la connessione ad internet ed il ristorante interno». E questo modo di viaggiare non è destinato soltanto ai più giovani. Il target dei viaggiatori sta cambiando grazie a nuove tipologie abitative che non sono più solo le camerate ma vere e proprie stanze dai 2 agli 8 letti con tanto di bagno in camera. Per questo arrivano le famiglie, che scoprono un turismo low cost senza rinunciare a comodità ed accoglienza. La tessera per accedere agli ostelli Aig ha un costo molto contenuto (3 euro), vale in tutta la rete nazionale ed estera ed offre servizi aggiuntivi come assistenza medica, assicurazione, sconti per alcuni musei, ristoranti e sul noleggio biciclette.
Gettonatissimi all’estero
Gettonatissimi all’estero, in Italia gli «alberghi della gioventù» (come vengono chiamati) non hanno avuto la fortuna del resto d’Europa, eppure pochi sanno che lungo l’intera penisola sono dislocati alcuni dei più suggestivi ed originali del vecchio continente. Fortezze, antichi manieri, affascinanti ville d’epoca e persino ex carceri, sono alcune delle location più affascinanti degli ostelli italiani, che non si trovano solo in luoghi d’arte e cultura ma anche di mare e montagna. In Umbria, per esempio, c’è una rete nuovissima e dotata di molte comodità rispetto ai tradizionali ostelli, che si è sviluppata subito dopo il terremoto del 1997 ed in concomitanza con il Giubileo. A lavorarci persone che hanno fatto molte esperienze professionali all’estero, come Laura che gestisce l’ostello di Ponte Felcino (Perugia) e racconta: «sono sempre stata uno spirito inquieto, ho viaggiato molto, lavorato sulle navi da crociera e a Disneyland ma poi ho deciso di tornare in Italia e ho trovato qui un mio equilibrio: restando a casa ma avendo sempre a che fare con il resto del mondo». Ana Paula invece, ha lasciato il Brasile per seguire il compagno a Isola Polvese, dove hanno preso in gestione uno degli ostelli più suggestivi d’Italia, che sorge all’interno di un’oasi naturalistica. Meno felice invece la situazione degli ostelli in grandi città come Roma e Napoli dove mancano strutture adeguate degne della loro bellezza e dell’interesse che suscitano in milioni di turisti in tutto il mondo. L’ostello della Capitale versa ormai da anni in condizioni non certo invidiabili, che spingono anche i viaggiatori con più forte spirito d’adattamento a non ripetere l’esperienza.
Ambiente famigliare
La realtà degli ostelli ha attirato anche l’attenzione del ministro per le politiche giovanili Giorgia Meloni che ha presentato in Parlamento un protocollo d’intesa per la valorizzazione di queste strutture. In Germania l’hanno già capito da tempo, promulgando una legge che incentiva le scuole a portare i ragazzi in gita in ostello almeno una volta l’anno. In tempi di crisi e non solo, anche da noi questa potrebbe essere un’ottima alternativa per le scolaresche, approfittando di un modo di viaggiare che contribuisce a creare legami in un ambiente familiare in cui attenzione e rispetto preparano ai rapporti con l’altro nella vita quotidiana e incentiva l’integrazione abbattendo barriere con culture e razze diverse perché nell’ostello la cosa più importante non è l’ospite ma sono la mente, il cuore e l’anima dell’ospite e di chi ospita.