Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2010  giugno 14 Lunedì calendario

GIOVANE VECCHIO ASAMOAH PRIMA VITTORIA AFRICANA CON LA RISERVA DI IAQUINTA - CITTà DEL CAPO

L´Africa ha il suo primo re. Tanto per esagerare. Era stato anche granduca di Modena e granpanchinaro di Udine. Una faccia già vista, ma mai così felice quella di Asamoah Gyan, l´attaccante che ha dato al continente la prima vittoria in questo mondiale (poco prima aveva perso l´Algeria, sabato la Nigeria e venerdì il Sudafrica aveva esordito pareggiando). Di fatto ha spinto il Ghana a metà del guado e nessuno se l´aspettava. Perché la Serbia veniva da una qualificazione coi fiocchi e schierava giocatori a libro paga di Inter e Manchester United o inseguiti da Real Madrid e Juventus. E perché dall´altra parte mancavano i gioielli: Essien (definitivamente) e Muntari (al momento). Restava Asamoah 2. Costretto a chiamarsi Gyan sulla maglietta e a lasciare il nome all´omonimo (seguito dall´impronunciabile Kwadwo). Restava uno che non aveva trovato spazio all´Udinese perché chiuso da Di Natale e Iaquinta, poi da Quagliarella. E se nel calcio ci fosse una logica quei tre dovrebbero seppellire il Paraguay. Ma logica non v´è se la prima vittoria africana la conquista una squadra in cui a metà ripresa riaffiora perfino Appiah, che ha nelle gambe l´ultima di campionato con il Bologna, dove l´ha parcheggiato a forza Moggi.
Vince il Ghana, si balla allo Zula Cafè di Città del Capo per una gioia tanto condivisa quanto inattesa. Il più stupito sembra sullo schermo l´allenatore Rajevac, serbo, che ha sconfitto la propria nazione dopo averne cantato con diligenza l´inno e aver ascoltato ammutolito quello della propria squadra. Si sa che in Africa i mercenari hanno sempre fatto fortuna: cinque formazioni su sei hanno uno straniero in panchina e domani tocca a Eriksson, con la Costa d´Avorio, contro il Portogallo dove decollò la sua carriera internazionale. Non è tempo di guardarsi indietro: Rajevac schiera una squadra invernale, abbottonata fino al collo da cui spunta solo la testa di Asamoah 2, il sequel. Quattro anni fa in Germania, dopo la sconfitta con l´Italia, aveva segnato ai cechi il primo gol mondiale della storia ghanese. Quel risultato aveva sospinto la squadra oltre il girone eliminatorio, verso un onorevole naufragio in acque brasiliane.
Era stato il parziale riscatto dopo anni di promesse mancate, titoli giovanili che avevano fatto presagire una maturità gaudiosa, ma nascondevano invece la consueta truffa dell´età. La carta d´identità di Abedi Pelè, per dire, è sempre stata un mistero e, a vederlo negli studi della tv sudafricana mentre commenta il risultato, parrebbe lo zio di quello che giocava a Torino appena quindici anni fa. Quanti anni ha Asamoah 2? Ufficialmente 25, passati sui campi d´Europa, ora quelli di Francia. Se ne sta, solo, nel cuor della partita, aspettando di essere trafitto da un raggio di sole, o almeno da un assist. Deve avere una gran fiducia, perché il cielo si copre e il Ghana del primo tempo dalle sue parti non fa arrivare molti palloni. Appena ne vede passare uno, tira. Come schema è già più efficace della complessa manovra serba, dove anche le punizioni diventano un triangolo invece della retta missilistica di Stankovic o Kolarov.
La ripresa è un po´ più vivace, ma ci vuole un doppio suicidio per far fuori la Serbia. Prima Lukovic la consegna all´inferiorità numerica: espulso per doppia ammonizione. Il secondo cartellino giallo è un post it sulla bocca della partita e sulla sua: esce trattenendo la rabbia per l´eccessiva punizione. L´allenatore Antic corre ai ripari inserendo Kuzmanovic e quello s´inventa un inutile fallo di mano in area che regala il calcio di rigore al Ghana. Va a batterlo Asamoah 2, sereno e preciso. Poi succede ancora che proprio Kuzmanovic sbaglia il gol del pareggio e proprio Asamoah 2 sfiora il raddoppio colpendo il palo con un destro a rientrare. Per il ko è bastato il colpo di prima. Al gong la Serbia è suonata e il Ghana si prende tutto: applausi, punti ed euforia. Asamoah 2 è trascinato ai microfoni. Gli dicono: oggi sei entrato nella storia. Lui d´istinto si gira e cerca la porta dalla quale è passato. A vederla così sembra una delle tante che si è trovato davanti sa solo lui in quanti anni.