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 2010  giugno 12 Sabato calendario

IL PDL CHE VINSE COL PROGRAMMA PD «MA IO NON COPIO, MI DOCUMENTO»

«C’erano troppe espressioni di sinistra, soprattuto nei capitoli sui lavoratori nella crisi e nell’accoglienza agli immigrati». Al capogruppo del Pd nel Consiglio provinciale dell’Aquila Enio Mastrangioli il programma di mandato presentato due giorni fa dal neopresidente Antonio Del Corvo aveva lasciato qualche perplessità fin dalla prima lettura. Per chiarire ogni dubbio è bastata un breve ricerca sul web. «Mi sono messo su internet - spiega ancora Mastrangioli - e ho trovato intere frasi copiate dal programma del presidente della Provincia di Bologna Beatrice Draghetti».
Solidarietà in salsa Pd? Non proprio. Perché, a differenza della collega emiliana, Del Corvo è stato eletto nelle liste del Popolo della libertà.
«Devo ammettere che una cosa del genere non mi era mai successa - racconta un po’ imbarazzata Beatrice Draghetti al Riformista -. Per carità, fa piacere che il proprio programma sia apprezzato. Ma insomma che il presidente di un’altra provincia non faccia nemmeno lo sforzo di rielaborare quello che attinge a piene mani dalle proposte altrui...». L’esponente del Pd la butta sul ridere: «Non si deve copiare, mai. E lo dico io che di mestiere faccio la professoressa. Chiarito che non sono di centrodestra, forse il presidente Del Corvo dovrebbe domandarsi se non abbia sbagliato partito. Detto questo, quando ho scoperto la storia ho fatto un sorriso, ma per me la vicenda è finita lì. I problemi li lascio volentieri tutti a lui».
Particolarmente curiosa la somiglianza dei due programmi in tema di turismo montano. Nel documento presentato l’anno scorso in Emilia, il presidente Pd propone di «definire un’immagine chiara dell’Appennino bolognese quale prodotto turistico di qualità. Promuovere una nuova cultura del fare sistema, che veda l’aggregazione degli operatori in integrazione con le strategie regionali di promo-commercializzazione». Progetti identici a quelli presentati da Del Corvo nel suo programma ”Rivitalizzazione e innovazione”. Con una sola differenza: nel testo abruzzese il termine ”Appennino”, è stato privato dell’aggettivo ”bolognese”.
Il presidente aquilano si difende come può. Giustificando un eccesso di copia-incolla con non meglio precisati lavori preparatori. «Prima di redigere un documento - la sua versione - sono abituato a documentarmi. Per il mandato di programma 2010-2015 non ho consultato solo quelli di altre Province, ma ho anche guardato manuali di politica ecocomica e altri documenti tecnici. Peraltro il mio programma contiene indicazioni dettagliate sulla viabilità provinciale che naturalmente non hanno nulla a che vedere con le strade bolognesi».
Eppure proprio nel passaggio sulle strade provinciali, i due programmi tornano a essere misterisamente identici. La versione bolognese: «Garantire un adeguato livello di qualità, funzionalità e sicurezza delle rete viaria provinciale, con particolare attenzione all’area montana e ai punti di maggiore criticità rispetto ai volumi di traffico, mantenendo alto l’impegno per le azioni direttamente collegate alla sicurezza stradale». Esattamente gli stessi impegni - virgole comprese - assunti da Del Corvo.
A destare i primi sospetti sarebbe stata l’insolita fretta con cui il presidente dell’Aquila avrebbe chiesto al Consiglio provinciale di votare il testo. Violando l’articolo 59 dello Statuto, infatti, Del Corvo non avrebbe concesso all’opposizione neppure i tempi tecnici - fissati dalla legge in venti giorni - necessari per preparare gli emendamenti. «La cosa divertente - racconta Mastrangioli - è che proprio noi del Pd avremmo dovuto formulare degli emendamenti a un programma sostanzialmente del centrosinistra».
Eppure c’è chi difende il programma del presidente della provincia abruzzese. Andrea Gerosolimo, consigliere dell’Udc, non ha gradito le insinuazioni - piuttosto ben documentate, in realtà - dell’opposizione. «Rimango incredulo di fronte al reiterato atteggiamento assunto dal capogruppo del Pd - il suo sfogo sdegnato -. Conosco l’amico Enio Mastrangioli da tanti anni, si è sempre contraddistinto per la sua correttezza morale, per le sue capacità politiche e per la pacatezza dei toni. Doti che, mio malgrado, sono venute meno questa triste vicenda». La colpa del consigliere Pd? Un’insufficiente «spirito costruttivo». In una lettera aperta indirizzata al collega, Gerosolimo lo invita «a una profonda riflessione nell’interesse comune e superiore dell’intera Provincia». Un intervento che si chiude con un accorato, e singolare, appello: «Perché isolare il nostro territorio attraverso polemiche strumentali?».