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 2010  giugno 14 Lunedì calendario

Hustvedt Siri

• Northfield (Stati Uniti) 19 febbraio 1955. Scrittrice. Vive a Brooklyn con il marito, lo scrittore Paul Auster, da cui ha avuto una figlia, Sophie, cantante e attrice. Il suo primo romanzo, La benda sugli occhi (Marsilio), è del 1998, ma è nel 2004 con What I loved, tradotto da Einaudi con il titolo Quello che ho amato, che si impone al pubblico mondiale. anche un’esperta di arte e sull’argomento ha scritto numerosi saggi • «[...] si sono conosciuti nel 1981 ad un reading di poesia di una ex fidanzata di Paul, ed hanno cominciato ad amarsi da quella stessa sera. All’epoca erano entrambi due aspiranti scrittori poveri in canna, innamorati dell’Europa, ma fieri in egual misura di essere figli del melting pot americano. Paul, che è nato in New Jersey, è un ebreo di origine galiziana e polacca, mentre Siri, norvegese di seconda generazione, proviene dall’immigrazione scandinava che ha colonizzato il Minnesota. Il successo internazionale, così come i dolori ed i momenti di crisi non hanno cambiato le abitudini quotidiane della coppia, e da quando sono insieme vivono in una delle zone più tranquille di Park Slope. ”Mi sono trasferita a Brooklyn nel 1981 per Paul”, racconta Siri. ”All’epoca stavo completando il mio dottorato di ricerca alla Columbia, e vivevo sulla 109a strada vicino al campus, prima di trasferirmi con un’amica in un loft di Soho. Non conoscevo affatto Brooklyn, ma in breve me ne sono innamorata, e l’amore non è mai passato. I palazzi sono più bassi che a Manhattan e i quartieri hanno una diversità interna superiore al resto di New York. Park Slope è una zona dell’inizio del secolo scorso con molte case antiche restaurate di recente: alberi, bambini ed il piacere di un giardino nel cuore della città. [...] ”Mia madre è norvegese e mio padre è cresciuto parlando quella lingua nella comunità di emigranti della sua gioventù. Io sono cresciuta in un ambiente bilingue e ciò ha avuto un profondo effetto su di me: mi ha aperto una finestra sugli altri modi di percepire il mondo. Da bambina ho vissuto in Norvegia per due anni, e quando sono diventata diciottenne ho frequentato per un anno il ginnasio a Bergen. Qualche settimana dopo il mio arrivo ho avuto un sogno: sia io che gli altri parlavamo norvegese, ma nello schermo della mia visione notturna c’erano dei sottotitoli in inglese [...]”» (’la Repubblica” 4/9/2007).