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 2010  giugno 14 Lunedì calendario

«ECCO PERCH HO LITIGATO CON MINA»

[Intervista a Paolo Limiti]
Paolo Limiti è un uomo di tv che non fa solo tv. Nella sua vita ci sono molte passioni: il ci­nema, la lirica, l’amore, la pa­tria. E di amore e patria si parla nella sua opera La zingara guerriera , tradotta in cinque lingue. Ma una delle sue «pas­sioni » più grandi è la mamma, con la quale vive, tanto da es­sersi definito «mammone».
Ma che differenza c’è tra il mammone Limiti e il bam­boccione di Brunetta?
«Il bamboccione è un adulto che non vuole assumersi le re­sponsabilità della vita. Il mam­mo­ne sceglie di restare in fami­glia per amore. Noi siamo rima­sti in tre, io, mia madre e mia cugina, e stiamo bene insie­me. Siamo liberi di fare le no­stre scelte personali, ma discu­tiamo di tutto».
Quanto è stata importante sua madre per fare di lei ciò che è oggi?
« stata determinante. Quan­do ero bambino mi racconta­va la vita, la storia, la scienza, il mondo trasformando tutto in favola. Mi ha regalato la gioia di studiare, la fame di sapere. una donna di grande sensibili­tà e cultura. Quindi viva la fac­cia! Sono un mammone, non lo nego e non me ne do tormen­to ».
Un mammone che ama le bambole. Ne ha davvero 52?
«Ho una vetrinetta in cui ci sono tutte le statuine dei perso­naggi di Via col vento . Un capo­saldo del cinema».
E le bambole di Marilyn?
«Ne ho tante. Quello che mi appassiona di più è il grande la­voro dietro di lei, quello che uno studio cinematografico è riuscito a fare con una donna. Prima di diventare Marilyn era una bella ragazza come ce ne sono molte. Poi cambia il truc­co, i capelli, i vestiti, fa un certo tipo di film ed ecco che nasce un mito. stata anche il mio primo sogno erotico, avevo tre­dici anni».
Ha sposato Justine Matte­ra perché ricorda Mari­lyn?
(Ride) «Tra di noi c’è stata una grande passione nata a Hollywood. Quando ci siamo sposati ci siamo detti: provia­mo. In lei c’erano i sogni e le speranze che anche io ho avu­to da giovane, in me c’era la si­curezza che alla fine le cose non potevano andare bene. Al­la mia età si sogna meno, alme­no io. Poi ci sono anche quelli che mollano la famiglia per una ventenne».
Il divorzio che cosa si è por­tato dietro?
«Non ci sono mai stati odi vio­lenti ma solo incomprensioni, e un’età troppo diversa. Ho amato molto Justine e la amo ancora, anche se in modo di­verso. Oggi siamo amici».
Quest’anno su Raidue è tornato con una serata de­dicata a Mina. Un succes­so.
«Quel programma rappre­s­enterà l’Italia al Festival di Lu­cerna. Erano anni che non face­vo tv. Pochi soldi, pochi giorni per scriverlo, concorrenza spietata: la finale di Amici e gli speciali sulle elezioni. Mica male!».
Per Mina ha scritto «Bu­giardo e incosciente». Lei lo è?
«Non sono bugiardo e un in­­cosciente fa gesti avventati di cui poi si pente. A me è capita­to di abbandonare dall’oggi al domani grossi personaggi sen­za battere ciglio e senza rim­pianti ».
Come Mina?
«Ultimamente c’è stata una grossa incomprensione. Ave­vo detto che certe volte non sa valutare le canzoni perché è at­­tratta più da quelle sofisticate che da quelle popolari. Sui gior­nali è uscita una frase infelice e lei invece di chiamarmi e chie­dermi se davvero avevo detto quelle parole, mi ha attaccato. Eppure bastava riflettere un po’:se faccio un’intera trasmis­sione su di te, sul tuo talento, sono così cretino da dire che fai canzoni brutte?».
Certo che no.
«Ho detto che non sempre accettava di buon grado di fare certe canzoni. Parole parole parole non la voleva fare,Gran­de grande grande neanche, per esempio. Poi le ha fatte. Non si può dire? Nei giorni vicini al suo settantesimo compleanno tutti l’hanno celebrata. Lei ha scritto: ”In questi giorni mi han­no fatto l’autopsia”. una mia opinione certo: ma scusa, se non ti piace essere sui giornali e in Tv potevi scegliere un’altra carriera. Poi cantavi sotto la doccia no!».
Una grande carriera quel­la di Mina, ma anche la sua, Limiti. Se guardiamo al passato professionale non ci sono tonfi. Ma silen­zi sì. Perché?
«Non ho la malattia della lu­cetta rossa, né sono spinto a la­vorare per il dio denaro e que­sto mi permette di fare solo quello che mi piace».
Mai avuto litigi o incom­prensioni con le varie re­ti?
«Un episodio che ricordo co­me sgradevole riguarda una mia iniziativa di solidarietà. In una rete x durante un program­ma chiedevo soldi per aiutare una ragazza che aveva perso una gamba. Mi arrivò una lette­ra dalla direzione in cui mi si chiedeva di smettere. Se non mi avessero fatto continuare avrei dato la lettera ai giornali. Oggi quella ragazza ha una gamba artificiale. Può lavora­re. Ha una vita’quasi”norma­le ».
Che cos’è la vita per lei?
«Nessuno è mai tornato in­dietro per dirmi come stanno davvero le cose. Ci sono inter­rogativi che rimangono assolu­ti. Io non riesco a dire che la vi­ta è bella. Certo, sono abba­stanza fortunato, e dico abba­stanza perché nessuno lo è per davvero fino in fondo, ma ci so­no troppe cose inaccettabili e non riesco a pensare che la cau­sa di tutto sia un disegno del­l’Onnipotente o un gioco del destino».
Quali sono i limiti oltre cui Limiti si è spinto nella vi­ta?
«Il più grande è stato quando da ragazzo ho buttato via due segretarie, un ottimo stipen­dio, un lavoro sicuro nell’azien­da di famiglia, per andare a fa­re il pubblicitario. Sentivo il bi­sogno di seguire le mie passio­ni­e l’ho fatto contro tutto e tut­ti. Mia madre mi ha detto: fai quello che senti, vivi la tua vita, ne hai una sola!».
Allora è per questo che è un mammone...
«Mia madre mi ha spinto ver­so me stesso e se nella vita fai ciò per cui sei portato ti viene naturale e arrivi primo, magari ex aequo, ma ci arrivi. Se avessi fatto quello per cui avevo stu­diato sarei stato un cagnaccio infame e tutti mi avrebbero su­perato con la testa girata».
Quali sono i limiti di Limi­ti?
Sono impaziente, giustiziali­sta, impulsivo, serbo rancore sulle cose gravi e sono impa­ziente: presto e bene è il mio slogan. Ci vorrebbe equilibrio. Ma chi ce l’ha?».
Qual è la lezione più impor­tante che ha ricevuto nella vita?
«A cinque anni rubai tre car­toline. La mamma se ne accor­se, mi portò davanti al nego­ziante e disse: ”Purtroppo ho un figlio ladro. Veda lei se è il caso di chiamare la polizia”. Il negoziante non lo fece, ma io ancora oggi se vedo qualcuno che si porta via, che ne so, il por­tacenere, le saponette dell’al­bergo, dico: nooo».
Cosa vorrebbe che non fi­nisse mai?
«L’amore.Vorrei poter crea­re un eterno per le persone e gli animali che abbiamo amato».
Adesso c’è l’amore nella sua vita?
«No. Sono in un’età in cui l’amore non è più prioritario.E poi questo è il periodo più brut­to e difficile che abbia mai vis­suto. Mia madre non sta be­ne ».
Cade una stella, gridi al mondo il suo desiderio più grande.
«Avere più felicità che dolo­ri. Adesso è il contrario, non so­lo per me, per tutti. Mi accon­tenterei che gioia e dolore fos­sero presenti in pari misura, questo ci darebbe un vago sen­so di gi­ustizia che invece sentia­mo mancare ».