Lorenzo Fuccaro, Corriere della Sera, 14/6/2010; Francesca Paci, La Stampa, 13/6/2010; Antonella Rampino, La Stampa, 14/6/2010; Vincenzo Nigro, la Repubblica, 13- 14/6/2010;, 14 giugno 2010
BERLUSCONI-LIBIA-SVIZZERA
(Riassunto) -
Dopo un faccia a faccia con Muhammar Gheddafi durato due ore in una tenda allestita all’interno della caserma Bad el Azyzyia, Berlusconi è riuscito a sbloccare la vicenda di Max Goeldi, il cittadino svizzero trattenuto dalle autorità di Tripoli da quasi due anni, e dei tre pescherecci di Mazara del Vallo sequestrati nei giorni scorsi dalla Marina libica e bloccati a Bengasi. Ufficialmente il programma della visita prevedeva che Berlusconi e il Colonnello discutessero della preparazione del G8, del G20 e soprattutto del 30 agosto prossimo, ex giornata dell’odio contro gli italiani trasformata in ricorrenza dell’amicizia.
Che l’apporto del Cavaliere sia stato decisivo nella risoluzione della vicenda Goeldi l’ha riconosciuto anche il capo del governo libico, Bagdad Ali al Mahmoudi, che, mentre il cittadino svizzero era sul volo di linea per rientrare a casa, ha detto: «Il ruolo del premier Silvio Berlusconi per risolvere il contenzioso tra Libia e Svizzera è stato determinante».
Nella tenda di Gheddafi è stato firmato un piano d’azione tra Tripoli, Italia, Germania, Svizzera (rappresentata dal ministro degli Esteri Micheline Calmy-Rey) e Spagna (rappresentata dal ministro degli Esteri Miguel Angel Moratinos, presidente di turno dell’Unione Europea) che porterà alla creazione di un «tribunale arbitrale» per la risoluzione in futuro di analoghe controversie. L’accordo prevede anche le scuse di Berna per la pubblicazione su un giornale svizzero delle foto in stato di fermo di Hannibal Gheddafi e l’impegno a portare avanti le indagini per «consegnare alla giustizia svizzera il colpevole» della pubblicazione.
La vicenda dell’imprenditore svizzero Max Goeldi è legata alle tensioni tra Tripoli e Berna in seguito all’arresto a Ginevra il 15 luglio 2008 del figlio di Gheddafi, Hannibal, insieme alla moglie Aline in seguito alla denuncia per maltrattamento dei domestici: l’erede del colonnello e sua moglie avevano picchiato e preso a cinghiate due domestiti marocchini. Foto dell’arrresto circolano sulla stampa svizzera. Hannibal Gheddafi e la moglie vengono liberati due giorni dopo, il 17 luglio: il 18 mattina la polizia libica si presentava nella sede della società svizzera Abb di Tripoli per arrestare, accusandoli di «violazione delle leggi sull’immigrazione», Max Goeldi, dipendente dell’ufficio libico della società, e Rachid Hamdani, imprenditore svizzero- tunisino dal passaporto elvetico. Il 26 luglio 2008 la Libia esige scuse ufficiali e l’immediata archiviazione delle accuse contro Hannibal Gheddafi. La Confederazione Svizzera respinge le richieste. Il 30 novembre 2008 Goeldi e Hamdani vengono condannati a 16 mesi di carcere per violazione delle norme sui visti. In appello la pena di Goeldi è ridotta a quattro mesi. Rachid Hamdani era riuscito a lasciare Tripoli un paio di mesi fa, Goldi ha scontato fino in fondo la pena.
Il caso assume proporzioni tali da diventare un vero e proprio incidente diplomatico tra i due governi quando la polizia diffonde le foto segnaletiche di Hannibal scattate dopo l’arresto. Tripoli sospende la concessione di petrolio alla Svizzera, ritira i suoi depositi dalle banche elvetiche e chiude la filiale della Swiss Air a Tripoli.
Quando all’inizio del 2010 la Svizzera reagisce bloccando i visti a 110 personalità libiche, ma estendendo il blocco a tutti i paesi europei Schengen, la Ue e l’Italia avviano una mediazione inevitabile. Dal primo momento Roma si schiera pubblicamente con Gheddafi, riuscendo a far sì che i cittadini italiani venissero esclusi dalla contro-reazione libica al blocco dei visti. Con discrezione, sia Berlusconi che il ministro degli Esteri Frattini hanno chiesto più volte a Gheddafi di far pace con Berna e di liberare al più presto Goldi.
Per evitare l’arresto Goeldi si era rifugiato nell’ambasciata svizzera di Tripoli. Mentre l’imprenditore è portato in carcere, Gheddafi esorta alla jihad contro la Svizzera. La svolta avviene a metà marzo, quando Berna si dichiara pronta a risarcire Hannibal per la pubblicazione delle sue foto segnaletiche: il figlio di Gheddafi fa ricorso in tribunale e viene prosciolto dalle accuse. Goeldi viene scarcerato. Il 13 giugno 2010 finalmente può tornare a casa.
Prima di volare in Libia Berlusconi era stato in Bulgaria per inagurare a Sofia la statua equestre in bronzo di Giuseppe Garibaldi con sciabola in mano. L’idea della costruzione del monumento era nata l’anno scorso durante la visita del premier italiano in Bulgaria. Il progetto è opera dell’architetto Stanislav Konstantinov e dello scultore Gheorghi Chapkanov. Durante il pranzo in un ristorante tipico del paese, Berlusconi ha detto: «Da quando mi sono separato ho la fila guori. Tutte mi vogliono perché non sono scemo, sono simpatico, ricco e posso campare fino a 120 anni». parlando di politica nterna, ha agginto: «Sono costretto a stare in campo perché il Paese ne ha bisogno, a sinistra sono divisi e manca un leader con cui confrontarsi». Berlusconi ha chiamato il premier bulgaro che in realtà si chiama Boyko Borisov (campione di ckarate, ex guardia del corpo) Boris. Gli ha portato in odno orologi e panettoni.
CRONOLOGIA DELLA VICENDA GOELDI DELL’ADNKRONOS:
Roma, 13 giu. - (Adnkronos) - La vicenda dell’arresto dell’imprenditore svizzero Max Goeldi e’ strettamente legata alle tensioni tra Tripoli e Berna per l’arresto, il 15 luglio 2008, di suo figlio Hannibal insieme alla moglie Aline a Ginevra in seguito alla denuncia per maltrattamenti dei domestici. Foto dell’arresto vengono fatte circolare sulla stampa svizzera.
L’ira di Muammar Gheddafi non si fa attendere. Con l’accuso di violazione della legge sull’immigrazione, il 19 luglio 2008 viene arrestato Max Goeldi, dipendente dell’ufficio libico della societa’ svizzera Abb, insieme a un altro imprenditore con passaporto elvetico, Rachid Hamdani. Annullati molti contratti importanti con la Svizzera tra cui forniture energetiche. Il 26 luglio 2008 la Libia esige scuse ufficiale e l’immediata archiviazione delle accuse contro Hannibal Gheddafi. La Confederazione svizzera respinge le richieste.
In 20 agosto 2009 interviene il presidente della Confederazione svizzera Hans-Rudolf Merz, che a Tripoli si scusa per l’arresto di Hannibal Gheddafi. In cambio ottiene la promessa della liberazione di Goeldi e Hamdani, firmando inoltre un accordo per l’istituzione di un tribunale arbitrale e la normalizzazione delle relazioni tra i due paesi. Tuttavia, la situazione torna a tendersi quando, il 4 novembre, la svizzera sospende l’accordo con la Libia e inasprisce la politica restrittiva sui visti. Il 30 novembre Goeldi e Hamdani vengono condannati a 16 mesi di carcere per violazione delle norme sui visti.
In appello la pena di Goeldi viene ridotta a quattro mesi. L’uomo si rifugia nell’ambasciata svizzera per evitare l’arresto. (segue)
(Adnkronos) - Il 14 febbraio del 2010 nuova crisi. La stampa libica rivela l’esistenza di una ’lista nera’ di 188 personalita’ libiche (tra cui la famiglia Gheddafi) cui non puo’ esser concesso il visto Schengen, di cui la Svizzera, pur non essendo membro dell’Ue, e’ parte. Il governo di Tripoli sospende immediatamente tutti i visti per tutti i paesi aderenti a Schengen, tra cui l’Italia. Deve intervenire l’Ue e in particolare la presidenza spagnola per cercare di risolvere il contenzioso.
Il 22 febbraio Max Goeldi lascia l’ambasciata e affronta il carcere libico. Rachid Hamdani viene invece liberato e puo’ lasciare il paese. Il 25 febbraio il Colonnello Gheddafi esorta alla jihad contro la Svizzera. La svolta e’ del 17 marzo, quando il governo svizzero si dichiara pronto a risarcire Hannibal Gheddafi per la pubblicazione delle foto segnaletiche. Hannibal rifiuta e chiede un tribunale internazionale per dimostrare la sua innocenza. In maggio un tribunale svizzero proscioglie Hannibal dalle accuse.
Giovedi’ scorso 10 febbraio, Goeldi viene scarcerato, gli vengono anche restituiti il passaporto. Oggi il ministro degli Esteri svizzero Micheline Calmy Rey, accompagnata dal collega spagnolo Miguel Angel Moratinos a nome dell’Ue, sigla un accordo con l’omologo libico Moussa Koussa sulle relazioni bilaterali e porge scuse ufficiali per la vicenda di Hannibal Gheddafi.