Anna Bandettini, la Repubblica 14/06/2010, 14 giugno 2010
«Il Va’ pensiero di Verdi non può essere un inno. Lo dissi anche a Bossi. Ci incontrammo a Milano molti anni fa, mi fece i complimenti per la mia esecuzione
«Il Va’ pensiero di Verdi non può essere un inno. Lo dissi anche a Bossi. Ci incontrammo a Milano molti anni fa, mi fece i complimenti per la mia esecuzione. Senatore, risposi, voi però avete sbagliato opera per il vostro inno. Il Va’ pensiero è un canto dei perdenti. Forse non hanno ascoltato bene le parole i leghisti e cadono in questo equivoco. Per in Nabucco, da cui il Va’ pensiero è tratta, Verdi si ispirò alla Bibbia, a un episodio carico di dramma in cui gli ebrei piangono la loro sconfitta. Non pensò a fomentare lo spirito patriottico che serpeggiava nel Nord Italia contro gli austriaci. E se infiammò i cuori patriottici fu perché in quel canto accorato di un popolo esule, schiavo e perdente si rispecchiavano» (Riccardo Muti).