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 2010  giugno 14 Lunedì calendario

CAMBIO STAGIONE CON LE FARFALLE

Minima - E’ venuto il momento di riporre gli indumenti invernali. E qui comincia la lotta infinita e instancabile alle tarme. In casa mia si è sempre ricorsi alla naftalina, con ogni probabilità tossica, o più forse addirittura cancerogena; per cui sono sempre alla ricerca di prodotti «naturali» per impedire che le farfalline riempiano di buchi i maglioni o rosicchino le giacche di lana. Accanto a questa battaglia, dall’esito sicuro solo se si adottano rimedi estremi, ce n’è un’altra, non meno impegnativa che si conduce nelle dispense di casa, e non più nei cassetti, bauli o armadi. Quella contro le tignole, ovvero i lepidotteri che svolazzano sui ripiani dove si trovano farina, pasta, riso, legumi, semi, funghi secchi, cioccolata, e altri prodotti conservati.
I lepidotteri - la parola greca significa "ali con squame" - si sviluppano sulle sostanze alimentari e sono di vari tipi, anche se al mio occhio di incolto sembrano tutti uguali: Plodia interpunctella, Ephestia cautella, Sirotroga cerealella, Tineola bisseliella; il genere Ephestia è quello più diffuso: avventurarsi nella tassonomia degli insetti mi appare un’avventura incredibile e insieme sconcertante. Si tratta di tignole, le «farfalline del cibo», come vengono chiamate comunemente. Due anni fa, nell’estate del 2008, ci fu uno sviluppo improvviso e inatteso dei lepidotteri per via del caldo e nel web s’erano formati piccoli forum su come combatterle. Lì ho appreso dell’esistenza dei metodi ecologici, contrapposti a quella delle disinfestazioni con prodotti chimici (il metodo antico della pulizia e dell’eliminazione dei cibi sospetti è sempre buono, ma solo un ripiego, e spesso a cose fatte). Le tignole sono latenti, non si mostrano, e quando appaiono è già tardi. Ecco allora la lotta mediante le trappole a feromoni: un emanatore di «profumo», sintesi chimica artificiale, è posto su una superficie incollante. Le farfalline attirate dal feromone specifico ci vanno sopra e restano catturate. Qualcosa di simile alle vecchie carte moschicide che pendevano al centro delle cucine nel passato. Si tratta di un metodo che gli esperti chiamano della «confusione sessuale»: sono i maschi a cascarci, convinti di trovare, per via del feromone, le femmine, e invece finiscono immobilizzati sulla colla. Una metodologia in sintonia con i tempi che stiamo vivendo, non tanto nella dispensa di casa mia, ma un po’ dovunque in giro per il Bel Paese.