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 2010  giugno 12 Sabato calendario

LUTTAZZI: COPIO E LO FACCIO APPOSTA

(per vedere domande e risposte aprire il frammento) - D aniele rispondi. Una smentita, una
spiegazione, perfino una confessione.
Manda un segno, dicci che cosa
dobbiamo pensare: hai davvero copiato
le battute? Perché lo hai fatto?
Daniele Luttazzi, il comico più ricercato
del momento, è nella sua
casa sul litorale romano. Il tono
della voce misurato: tranquillo o
controllato, difficile dirlo:
’Chiedetemi quello che volete”,
esordisce.
Accetta di rispondere?
A tutto.
Perché finora ha taciuto?
Nessun giornale mi ha chiesto
davvero che cosa è successo.
E il suo pubblico? Ci sono centinaia
di messaggi sui blog...
Ho risposto a tutti di persona,
come sempre.
Luttazzi allora... copia?
 vero, lo dico da anni, e lo faccio
apposta, per motivi precisi.
Non ho mai nascosto
nulla. Dov’è la notizia?
L’accusa è pesante...
c’è chi si è preso la
briga di contare: 500 battute
che sarebbero copiate, il
trenta per cento del repertorio?
Esagerato! Sono molte di meno,
di mie ne ho scritte a migliaia. Ma
i numeri, usati a fini di scalpore,
sono irrilevanti: nessuna battuta
di quelle che cito è plagio, sia
perché invito a scoprirle (non è
plagio se è dichiarato, è un gioco
intellettuale), sia perché si tratta
di calchi o di riscritture con variazioni
e aggiunte, procedimenti
legittimi. Buona parte del repertorio
di David Letterman, ad
esempio, si fonda su calchi di
vecchie battute di Johnny Carson, aggiornate alla bisogna. E
l’aggiornamento di una battuta
generica (calco) è già un potenziamento,
amplificato dall’ine vitabile
allusione al precedente. 
l’arte del comico.
Calco... potenziamento. I
suoi fan si convinceranno?
Io voglio chiarire tutto. Ma l’attacco
diffamatorio è massiccio,
quindi voglio descrivere in modo
preciso, tecnico il mio lavoro
.
Facciamo un esempio. Mitch
Hedberg ha scritto: ”I don’t
wear a watch because I want
my arms toweigh the same”.
E lei: ”In realtà non porto l’orologio
perché voglio che le
mie braccia pesino uguale”.
Molto simili, non le pare?
Ripeto, chi mi accusa dice cose
che io già ho svelato da anni. Andatevi
a vedere il mio blog. il
gioco della Caccia al Tesoro di
cui parlavo nel 2005: dissemino
qua e là indizi e citazioni di comici
famosi, e i fan devono scoprirli.
 un escamotage nato come
esigenza legale dopo il processo
Tamaro: il pretesto delle
querele miliardarie, infatti, è che
la mia non è satira, ma volgarità e
insulto. Facevano così anche
contro Lenny Bruce. E Bruce,
per difendersi, cominciò a inserire
nei suoi monologhi brani di
autori satirici famosi. Vinse così
alcuni processi dimostrando
che il brano tanto volgare di cui
lo accusavano, in realtà era di
Aristofane! In questo modo,
semplice ma geniale, si dimostra
che non sanno distinguere
la volgarità dalla satira.
In prima fila tra gli accusatori
ci sono i giornali di destra...
Il Giornale mi accusava di usare
battute volgari. Quando si è accorto
che erano di famosi satirici
americani... invece di ammettere
’Ooops, è vero, siamo incompetenti,
quella era satira, non
volgar ità’, ha rigirato la frittata:
’Guardate: Luttazzi copia!’.
Però anche i suoi fan si sentono
traditi...
A me non diverte far ridere con
battute altrui, quelle che cito
(celeberrime, e di autori di cui
parlo sempre nei miei libri e nelle
interviste) le uso per i miei
esperimenti sulla comicità: le
modifiche che apporto possono
sembrare irrilevanti a chi non è
pratico, ma per un comico sono
sostanziali, se potenziano l’efficacia
della battuta. L’attacco diffamatorio
contro di me, però, è
maldestro, soprattutto dal punto
di vista tecnico: si tratta di
qualcuno che non conosce i fondamenti
della semiotica, e della
comunicazione comica in partic
o l a re .
Aiuto... la semiotica, non può
essere più semplice?
No, voglio rispondere in modo
approfondito agli attacchi. Prendiamo
ad esempio una battuta
del comico americano George
Carlin, quella sulla falena....
Ecco la battuta: ”Come fai a
capire che una falena scoreggia?
Improvvisamente vola
dritto”... Lei, è l’accusa, si è limitato
a sostituire la falena
con una mosca...
Estrapolare battute da un testo
dicendo ”Sono simili, quindi è
pla gio” è una solenne baggianata.
Primo, perché non esiste
messaggio senza contesto. Il
contesto guida l’interpretazio -
ne, sia inducendo attese che
renderanno la battuta più o
meno sorprendente, sia
aggiungendo significati
altri che permettono risate
aggiuntive. La battuta
di Carlin, citata
da me, serve da
antitesi come
esempio di battuta che la tv
trasmetterebbe tranquillamente,
a differenza della satira politica
del resto del monologo.
Nuova risata. Secondo, perché
quello che fa scattare la risata
non è tanto il contenuto della
battuta, come si crede ingenuamente,
ma la tecnica. Infatti
quando un giornalista fa la parafrasi
di una battuta, la risata non
scatta. Ogni modifica tecnica,
anche minima, può quindi migliorare
una battuta. Ecco perché,
se sai che il suono ”k” è particolarmente
comico (come
spiega Neil Simon: ”C o c o m e ro
fa ridere. Pomodoro non fa ridere
”) ti basta sostituire ”mosca” a
’fa l e n a ” per potenziare di gran
lunga l’ef fetto”. Terzo, perché il
testo di una battuta è solo uno
dei tre elementi che la caratterizzano
come joke .
Semiotica, joke, scusi ma ci
stiamo perdendo...
Perdonate i tecnicismi... ma sono
necessari. Una battuta è un
micro-racconto, e quindi vanno
considerati anche funzione comica
e ruoli attanziali.
Attanziali... alzo bandiera
bianca. Non so se i suoi fan volevano
una lezione di semiotica...
Se si considera che le variazioni
possono vertere inoltre su ampiezza
degli scarti (basta sostituire
una parola che attivi isotopie
più distanti e l’effetto comico aumenta),
sulle figure delle sostanze
dell’espressione, sulle figure
delle forme dell’espressione, sulle
figure della forma del contenuto
(nuclei, indizi, informanti: luoghi,
oggetti, gesti), sulle figure
del tempo, sugli orientamenti semantici
del testo eccetera, si capirà
perché è più semplice dire
’Luttazzi copia!’. Un po’ di competenza
però non guasterebbe,
per diffamazioni così pesanti.
Sarò più terra terra: c’è chi
l’accusa di aver taroccato i
messaggi Internet, di averli
retrodatati per nascondere il
p l ag i o. . .
Ve n t ”anni fa, Internet non c’era. I
fan mi scrivevano nella redazione
dei programmi, io ne parlavo
nelle interviste.
Ma quei ritocchi ai messaggi
Internet?
Non me ne intendo di queste cose.
Un esperto di computer mi dice
che questo taroccamento non
si poteva fare.
Certo un bel paradosso... non
era proprio lei che aveva criticato
Grillo perché avrebbe
ricalcato una sua battuta...
Quella su Wojtyla dai terremotati.
Il rimprovero non è mai perché
te le rubano... lo fanno di
continuo, in pratica è come se
dalla tv non me ne fossi mai andato.
 perché te le ”br uciano”.
Se io ho una battuta in repertorio
e un comico molto più famoso la
dice prima che io l’abbia detta in
tv, quella battuta non posso più
dirla, la sanno già.
Ma la battuta non era l’oro del
comico?
Lo è. Come un fraseggio jazz. Con
la differenza che quando un musicista
come Fred Hersch cita
Thelonious Monk, nessuno ci
scrive su un blog dicendo: ”Her -
sch copia Monk!’. Farebbe la figura
del fesso. Chi capisce di jazz,
si gode il rimando. Chi è inesperto,
è il caso che si metta a studiare.
E Schubert sapeva che c’e ra
qualcosa di potente nel quintetto
per archi in re maggiore K. 593 di
Mozart: lo citò quasi nota per nota
nel suo quintetto per archi.
Il comico come il musicista,
prende a prestito l’armonia...
Insomma, non si sente come
uno studente pizzicato a copiare
davanti a una classe di
milioni di persone?
No, piuttosto come un professore
giudicato da un branco di ripetenti.
Sicuro di riuscire a recuperare
la fiducia del pubblico?
Ho ricevuto molta solidarietà.
Raiperunanotte non si dimentica
facilmente. Non sarà l’ultimo attacco.
Ma qualcuno si è chiesto
almeno chi è l’autore del video
anonimo che diffama il mio lavoro.
Perché è stato diffuso con
un’azione così capillare?