Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2010  giugno 12 Sabato calendario

Golda Meir (Golda Mabovitch in Meyerson), Kiev 3 maggio 1898, Gerusalemme 8 dicembre 1978 • Figlia di Moshe Mabovitch, un falegname e di Bluma Neidic, casalinga

Golda Meir (Golda Mabovitch in Meyerson), Kiev 3 maggio 1898, Gerusalemme 8 dicembre 1978 • Figlia di Moshe Mabovitch, un falegname e di Bluma Neidic, casalinga. Due sorelle, Sheyna, di dieci anni più grande e Clara, poco più piccola. Ebrei • Vissuta in Russia fino agli otto anni, nel 1906 si trasferisce a Milwaukee, in America, dove il padre ha trovato lavoro e un rifugio sicuro. A Kiev erano gli anni dei progrom e i Mabovitch dovevano spesso chiudersi dentro casa, sbarrando porte e finestre con assi di legno per sopravvivere all’assalto dei cosacchi • Completa il primo ciclo scolastico negli Stati Uniti, presso la Fourth Street Grade School, poi frequenta la North Division High School fino al 1916 • A 14 anni Golda si trasferisce a Denver, a casa della sorella Sheyna. Ha litigato con i genitori che vogliono sposarla invece che farle continuare gli studi • Sheyna Mabovič Korngold e il marito sono soliti organizzare dei dibattiti culturali, e in queste occasioni la Meir entra per la prima volta in contatto con il mondo letterario, il femminismo e il pensiero sionista. Lei stessa scriverà, nella sua autobiografia: «Denver fu un vero punto di svolta, perché lì ebbe inizio la mia vera istruzione. A Denver la vita mi si aprì innanzi per davvero» • Dopo il diploma, nel 1916 si iscrive all’università, la Milwaukee Normal School, e diventa insegnante. Insegna in una scuola Yiddish a Milwaukee e si fa notare prima partecipando e organizzando marce di protesta, quindi diventando un membro dell’organizzazione sionista laburista Poalei Zion. Nei due anni seguenti il suo impegno politico nelle associazioni ebraiche e sioniste è molto intenso e la porta a viaggiare per gli Stati Uniti, in particolare, nel 1918 partecipa al Congresso degli Ebrei Americani in qualità di delegata di Milwaukee, è la più giovane delegata del meeting, e lei stessa considera questo come l’inizio della sua carriera politica • Sposa Morris Meyerson il 24 dicembre del 1917, a 19 anni. Nel 1921 si trasferisce con lui in Palestina • Quando sbarca nella Terra Promessa sta aspettando da un mese insieme al marito l’autorizzazione a entrare a far parte del kibbutz Merhavia. Decidono comunque di partire ma al loro arrivo la sentinella, Yoel Nesher, gli spiega che sono stati rifiutati (Golda racconterà poi che essendo due americani non credevano sarebbero stati in grado di sopportare la dura vita del kibbutz). Decide comunque di ospitarli per una notte prima di rimandarli indietro. Morris ha con sé il suo fonografo e quella sera decide di ascoltare un po’ di musica. Dopo qualche minuto bussano alla loro porta. una coppia di ebrei: gli chiedono di lasciare la porta aperta, in modo che tutti possano godere della musica. Si accorgono che una folla è sul corridoio. Invitano tutti dentro la loro stanza, alzano il volume. Gli ebrei del kibbutz non hanno mai visto un fonografo. Quella sera stessa Yoel Nesher decide di ammettere temporaneamente la coppia: per soli tre mesi • Dopo tre anni la coppia decide di abbandonare il kibbutz e si trasferisce a Gerusalemme. Morris diventa contabile, Golda ha due bambini, Menachem e Sarah. Vivono di stenti. Un giorno, mentre lei cerca di comprare qualcosa da mangiare con i buoni dell’Unione del Credito (con cui pagavano il marito), incontra Efraim Ben Ariel, uno dei capi del kibbutz di Merhavia. Le offre di diventare segretario dell’Unione delle Donne Lavoratrici a Tel Aviv. Lei accetta e si trasferisce con i figli • «Se sono venuta qui è per rendermi utile, per aiutare la costruzione della nostra patria. Non si tratta di un semplice capriccio, ma dello scopo della mia vita. Niente mi impedirà più di portarlo a termine. Niente» (Golda al marito al quale aveva appena comunicato la sua intenzione di trasferirsi da Gerusalemme a Tel Aviv per entrare nell’Unione delle donne lavoratrici. Il marito, un americano che disegnava le pubblicità, l’aveva seguita nel kibbutz dove era finito a scavare il terreno per estrarre i sassi, poi si era imposto ma era riuscito solo a trascinarla a Gerusalemme, e qui aveva iniziato a lavorare come contabile) • Golda entra nell’Histadrut, il sindacato dei lavoratori israeliano, diretto da David Ben Gurion • Nel 1939 l’Inghilterra pubblica il Libro Bianco, in cui limita l’ingresso di ebrei in Palestina per i successivi cinque anni. In Germania c’è Hitler • Golda e gli altri a Tel Aviv organizzano l’ingresso clandestino degli ebrei in Palestina e dall’altra parte cercano di aiutare gli inglesi a combattere Hilter. La base è la casa di Golda, che affaccia sul porto. Diventa l’amante di Efraim Ben Ariel • Il 29 novembre del 1947 le Nazioni Unite dichiarano la costituzione dello Stato di Israele in Palestina. Votano contro tutti i paesi arabi. Sarà Golda ad andare a trattare con re Abdullah di Transgiordania per evitare l’invasione di Israele da parte dei paesi vicini. Fallirà nel suo intento • Golda, che subito dopo fu inviata in America per raccogliere i soldi necessari a formare un’armata (gli inglesi avrebbero lasciato la Palestina di lì a quattro mesi lasciando aperto il campo a possibili invasioni): aveva bisogno di 25 milioni di dollari. A Chicago convinse una folla di ebrei che non avevano intenzione di foraggiare ancora la causa israeliana in Palestina a versarle il necessario, con un discorso che commosse tutti. «Non sta a voi decidere se dobbiamo batterci: questa scelta l’abbiamo già fatta. Pagheremo con il nostro sangue la nascita della nostra patria. [...] Ma una decisione dovete prenderla, una sola: quella di fare di noi dei vincenti o dei vinti!» (discorso a Chicago) • Alla fine del giro in America, aveva raccolto più di 50 milioni di dollari, il doppio del necessario • Appena gli inglesi lasciano Israele, Truman riconosce lo stato. Il giorno dopo Egitto, Siria, Libano, Giordania e Iraq bombardano Tel Aviv e invadono Israele. L’Arabia Saudita contribuisce con un corpo di spedizionieri. Golda è in America • «Un giorno, quando si scriverà la Storia, le generazioni future sapranno che il primo Stato Ebreo ha visto la luce grazie a una donna» (David Ben Gurion a Golda il giorno in cui è rientrata dalla sua trionfale raccolta fondi in America) • Ben Gurion diventa primo ministro della Stato di Israele e nomina Golda Ministro del Lavoro • Mania di lucidare una teiera. La faceva sentire meno sola • Nel 1951 Meyerson muore • Golda rimane Ministro del Lavoro per sette anni • Nel 1955 sale al potere in Egitto Gamel Abdel Nasser. Gli anni di pace sono finiti • Nasser organizza un attentato alla Knesset, il parlamento israeliano. Ben Gurion si salva solo perché Golda gli si butta sopra e lo protegge col suo corpo dalla bomba • Ben Gurion la nomina Ministro degli Affari Esteri quando è ancora in ospedale, e le chiede di cambiare cognome, per renderlo ebreo: ha pensato a Meir, che somiglia al suo cognome e vuol dire illuminare • Ariel Ben Efraim, avendo ottenuto il divorzio dalla prima moglie, Gabi, chiese a Golda di sposarlo (erano amanti da molti anni) e morì d’infarto quella notte stessa • A 66 anni le diagnosticano un tumore maligno. Lei si rifiuta di prendere medicine che la renderanno calva, le spiegano che è un tumore molto lento. Decide di ritirarsi. Aspetta ancora due anni, poi dà le dimissioni. Siamo nel 1967. Diventa segretario generale del partito di governo. Nel 1969 Eshkort, allora Primo Ministro dopo il ritiro di Ben Gurion, muore d’infarto • Il senatore americano John Durward che la andò a trovare a casa sua a Gerusalemme in visita ufficiale. Golda gli preparò il caffè e una torta al miele, lui, stanco di aspettarla in salotto, la raggiunse in cucina, dove la trovò con il grembiule a preparare. Alla fine della mattinata, lui si offrì di aiutarla a lavare i piatti. Andarono poi nello studio di lei a trattare la vendita di armi • Subito dopo la guerra del Kippour Golda viene rieletta primo ministro per altri quattro anni. Si dimette dopo qualche mese perché stanca e malata. Muore a 80 anni, nel 1978 • «Pensate un po’. Mosè ci ha trascinato per il deserto per quarant’anni per portarci nell’unico posto in tutto il Medio Oriente senza un goccio di petrolio!»