Varie, 12 giugno 2010
INTERCETTAZIONI
(Aggiornamento 12/06/2010) - Dopo il via libera di Palazzo Madama di giovedì scorso, il ddl sulle intercettazioni deve tornare alla Camera. Il 16 giugno il disegno di legge arriverà alla commissione Giustizia di Montecitorio, guidata da Giulia Bongiorno. A norma di regolamento, entro la fine del mese si dovrà svolgere il primo dibattito in aula. Il voto definitivo è probabile non prima della seconda metà di luglio.
Il capogruppo del Pd alla Camera, Dario Franceschini, ha scritto una lettera a Gianfranco Fini per chiedere, a norma di regolamento, che la discussione sul Ddl intercettazioni approdi in aula non prima di settembre. Questo perché «il ddl è in terza lettura, è stato undici mesi alla Camera e un anno e 15 giorni al Senato». Un periodo in cui ci sono state «modifiche rilevanti». Per questo, secondo Franceschini, «serve il tempo necessario, previsto dal regolamento, perché la Camera lavori su questo testo». In sostanza, secondo Franceschini il provvedimento dovrebbe restare due mesi in commissione e essere votato a scrutini segreto, come avvenuto in prima lettura. La risposta della maggioranza è stata negativa. Il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, ha parlato di «tecniche dilatorie e metodi perditempo che hanno un solo scopo: ignorare il diritto alla riservatezza e alla privacy dei cittadini».
Gli emendamenti che hanno dato la fisionomia definitiva al provvedimento sulle intercettazioni apporvato dal Senato sono 12. Il premier ha chiesto che la Camera non modifichi questo testo.
PROTESTE
L’associazione per la libertà di stampa nel mondo, Information Safety and Freedom, lancia un allarme internazionale per «il grave attacco censorio lanciato ai media dal Governo Berlusconi». «L’Esecutivo di Isf - si legge in una nota - denuncia il grave contenuto liberticida di questo provvedimento di legge, che contrasta pesantemente con il principio della libertà di stampa e riduce in maniera sensibile il diritto dei cittadini ad essere tempestivamente e compiutamente informati, in particolare, sui comportamenti della classe dirigente. Ci rivolgiamo a tutte le associazioni internazionali per la libertà di stampa, perchè vogliano sostenere la battaglia dei giornalisti e degli editori italiani».
Da ieri pomeriggio, sul canale 130 di Sky, in homepage sul sito current.it e su tutti i social network della piattaforma italiana del network fondato da Al Gore (foto), è affisso un post it verde con la dicitura «Current contro la legge-bavaglio che nega ai cittadini il diritto di essere informati». Current ribadisce, così, l’appoggio all’iniziativa lanciata dal movimento Valigia Blu fondato da Arianna Ciccone, a cui hanno aderito oltre 200 mila persone tra gruppi, sindacati e associazioni, costituzionalisti, giornalisti, editori e semplici cittadini.
COME FUNZIONA ALL’ESTERO -
GERMANIA - Sanzioni e prigione. Permesse le sintesi.
A livello federale il codice penale tedesco, con l’articolo 353-d, punisce con la reclusione fino a un anno o con una sanzione pecuniaria chiunque violi l’imposizione giudiziaria del segreto nonché chiunque pubblichi testualmente il testo di atti processuali prima che essi siano giunti in udienza pubblica o prima che la proceduta sia stata conclusa. Sono consentite le sintesi giornalistiche.
FRANCIA- Atti giudiziari segreti e un anno di detenzione
l’articolo 11 del codice d procedura penale prevede la segretezza degli atti processuali nel corso dell’inchiesta e dell’istruttoria processuale. Chiunque sia coinvolto nella procedura deve attenersi al segreto professionale, pena la detenzione fino a un anno e multe fino a 15mila euro. Il procuratore della Repubblica può comunque diffondere comunicati stampa che rendano pubblici gli elementi oggettivi delle indagini.
REGNO UNITO- Giustizia più importante della libertà di stampa
Viene considerato "oltraggio alla Corte" del Contempt of Court Act del 1981 qualsiasi comportamento tendente a interferire con il corso della giustizia, in violazione del principio di "stretta responsabilità". La normativa britannica, nelle sue diverse fonti, appare comunque guidata dal criterio per cui il principio del buon andamento della giustizia è prevalente su quello della libertà di stampa.
REPUBBLICA CECA- In cella fino a cinque anni e pene pesanti
Dal primo aprile 2009 sono state introdotte sanzioni pecunarie fino a cinque milioni di corone e pene detentive fino a cinque anni per il giornalista che usa fonti quali intercettazioni telefoniche o qualsiasi notizia riguardatnte una persona oggetto di indagini giudiziarie. La legge ha riscosso molte critiche, anche a livello internazionale.
SPAGNA- Atti giudiziari segreti fino al dibattimento
La Costituzione spagnola riconosce, da un lato, il diritto a un giusto processo e, dall’altro, il principio della pubbliità dei dibattimenti. Tutti gli atti giudiziari penali precedenti al giudizio, tuttavia, sono dichiarati segreti ino al momento del dibattimento. Non sono coperte da segreto tutte le informazioni ottenute a margine del dibattimento.
STATI UNITI- Tutelato il giornalista se c’è interesse pubblico
Nel rapporto tra la libertà di informazioni e l’equo andamento della giustizia, il Department of Justice ha stabilito che il potere di accusa non può essere usato per danneggiare la funzione del giornalista chiamato a coprire, nella maniera più ampia possibile, temi di interesse pubblico anche controversi.