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 2010  giugno 11 Venerdì calendario

ABBY DISPERSA NELL’OCEANO

(con aggiornamento) -
Negli ultimi giorni ho avuto piuttosto da fare qui. Il mare è stato agitato, i venti soffiavano a 40-45 nodi. Oggi, però, va meglio. Il fronte è passato, le raffiche sono più leggere e mi consentono di rimettere a posto le cose. Ho abbastanza da fare...». Così Abigail ”Abby” Sunderland, la californiana sedicenne di Monte Rey impegnata nel tentativo di diventare la più giovane velista della storia a circumnavigare il globo non stop in solitaria, scriveva sul suo blog l’altroieri, mattina per lei, notte piena per noi. stato il suo ultimo messaggio.
All’incirca ventiquattr’ore dopo, le 5 nell’Oceano Pacifico (le 15 italiane), ha attivato i due radiofari d’emergenza, l’ultima chance per un navigatore solitario, per segnalare che aveva problemi a bordo, ed è svanita. Scomparsa nel mezzo del nulla. In pieno Oceano Indiano, nella macchia grigioblu che separa il continente africano dall’Australia.
 stata data per dispersa dai familiari. Da terra erano riusciti a sentirla attraverso il telefono satellitare alle 4 dello stesso giorno. La ragazza aveva parlato di problemi alla barca, che si sarebbe «piegata» due volte sulla superficie dell’Oceano, sino a toccare l’acqua con le vele, sotto i colpi di vento. Ma Abby aveva escluso di essere in pericolo. Un’ora dopo l’attivazione manuale degli Epirb da parte della velista e il black out delle comunicazioni.
Ribattezzata «Wild Eyes», occhi selvaggi, in italiano, l’imbarcazione di Abby è uno sloop di 13 metri costruito in Australia nel 2001, configurato specificatamente per navigazioni in solitaria di lunga durata; un guscio in fibra di vetro rinforzato in kevlar con 5 compartimenti stagni a protezione dello scafo e un boccaporto a poppa (l’unica via di scampo, in caso di ribaltamento). Lo aveva acquistato la sua famiglia, tutti marinai provetti, dal padre Laurence al fratello Zac, quest’ultimo il primo a completare il giro del mondo prima dei 18 anni (a 17, ma a tappe). Erano andati tutti insieme a prenderla nel Rhode Island e l’avevano portata, veleggiando, sino a Fort Lauderdale in Florida, quindi trasferita in California.
Abby, che ha cominciato a prendere il timone a sei anni, ha iniziato a preparare la sfida quattro anni fa. Il 23 gennaio scorso il primo start, da Marina del Rey. Sfortunato: dopo una settimana s’era dovuta fermare, per un’avaria all’impianto elettrico, a Cabo San Lucas, in Messico. Da qui è ripartita il 6 febbraio. Obiettivo, ritornarvi dopo aver doppiato i tre Capi: Horn, Buona Speranza, Leeuwin , come vuole il regolamento internazionale. Il 31 marzo era a capo Horn, la più giovane a traguardarlo. Il 21 maggio si era lasciata alle spalle anche la punta più a Sud dell’Africa e, lunedì scorso, aveva festeggiato il traguardo della metà del percorso. In realtà, il record «non stop» era già sfumato, perché Abby s’era dovuta fermare per alcune riparazioni. Ma lei aveva deciso di continuare.
Ora, la stanno cercando. La sua famiglia e il suo staff è in contatto con il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, l’U.S Coast Guard e diverse organizzazioni di soccorso internazionale. Serve un aereo. Non è un gioco da ragazzi trovarla laggiù nel nulla: la nave più vicina, al momento del suo Sos, era a 700 chilometri. Ma non era un gioco da ragazzi nemmeno vincere il mare.

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Venerdì 11/6 Abby” Sunderland è stata individuata da un aereo che è riuscita a stabilire con lei un contatto radio. La ragazza sta bene ed quindi è ancora a bordo della sua barca. Si trova però in gravi difficoltà: è nel pieno di una tempesta di forte intensità con raffiche di vento fino a 60 nodi. (Corriere.it 11/06/2010)