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 2010  giugno 11 Venerdì calendario

DRAGHI: «MISURE INEVITABILI MA FRENANO LA CRESCITA DELL’ECONOMIA»


Per ora la crescita economica procede, ma, sostiene la Banca d’Italia, «nella seconda parte dell’anno potrebbe indebolirsi». Più in là, farà da freno anche la manovra decisa dal governo: una manovra che era «inevitabile» date le condizioni createsi sui mercati e che eppure potrebbe rivelarsi insufficiente a portare il deficit pubblico sotto il 3% del prodotto lordo nel 2012. Una ripresa vigorosa non è dato di intravederla.
Nella lunga sequela di audizioni alla commissione Bilancio del Senato, al posto di Mario Draghi impegnato all’estero si è presentato Salvatore Rossi, direttore centrale per la ricerca economica. Proprio perché contiene tagli di spesa veri, ha detto Rossi, la manovra «nel biennio 2011-2012 potrebbe ridurre la crescita del prodotto interno lordo di poco più di mezzo punto». Nel dibattito Mario Baldassarri, senatore vicino a Gianfranco Fini, ha condiviso l’analisi, anzi con un po’ di pessimismo in più.
Gli ultimi dati congiunturali sono buoni, nel secondo trimestre 2010 l’attività economica mostra «ritmi analoghi» a quelli soddisfacenti del primo; ma «la domanda interna rimane fiacca» anche a causa dei timori per il posto di lavoro; sulle esportazioni nella seconda parte dell’anno si faranno sentire le misure di austerità decise in parecchi paesi. Austerità, appunto, che risulta necessaria dato il nervosismo dei mercati sui debiti pubblici.
Se questo è lo scenario, occorre affiancare alla manovra anche riforme strutturali, ha detto Salvatore Rossi, capaci di «rafforzare in modo strutturale la produttività e la competitività del sistema». Nella quantità, la manovra del governo pare alla Banca d’Italia «adeguata» sulla base delle previsioni economiche del governo stesso.
Però queste previsioni, si osserva, sono un poco più ottimistiche di quelle fatte, ad esempio, dal Fondo monetario internazionale. Dando retta al Fmi e contando gli effetti negativi sulla crescita, per giugnere al traguardo concordato con l’Europa, deficit sotto il 3% nel 2012, occorrerebbe una ulteriore manovra dello 0,5% (8 miliardi di euro).
Nella composizione, la manovra pare «appropriata» alla Banca d’Italia perché interviene sulla spesa e perché per la parte restante cerca di ridurre l’evasione fiscale. Certo il recupero dell’evasione è aleatorio, ha detto Rossi: si potrebbe tanto ricavarne meno degli 8 miliardi previsti quanto di più. La scelta migliore «nel medio periodo» sarebbe collegare la lotta all’evasione al calo delle aliquote, «il nesso tra le due azioni va reso visibile ai contribuenti», insomma pagare tutti per pagare meno.
Così com’è, il fisco italiano non va: «il prelievo a carico dei contribuenti onesti» è «elevato nel confronto internazionale», per essere precisi «5 punti» in più sul lavoro rispetto alla media degli altri paesi dell’area euro, «6 punti» anzi «sui redditi da lavoro più bassi» e sulle imprese. Sarebbe giusto tassaare di più le rendite finanziarie? Sì, è la risposta, ma «quando le acque saranno più calme» Quanto alle pensioni, la Banca d’Italia tra le righe suggerisce di spostare in alto l’età anche per le donne dipendenti dal settore privato, destinando i risparmi «al sostegno delle lavoratrici con figli».