Antonello Piroso, Il Riformista 11/6/2010, 11 giugno 2010
QUINDICI FRASI (DETTE IERI OD OGGI?) IN CERCA D’AUTORE
Certe volte si ha l’impressione che in Italia i personaggi, gli argomenti, i temi, i dibattiti, le polemiche, le dichiarazioni roboanti, le battute, perfino i ”veleni» siano sempre gli stessi. Come se vivessimo in un eterno presente, in un perenne dejà vu. Proviamo a fare un gioco. Vi propongo una serie di affermazioni estremamente datate (risalgono a prima del 1990). Provate, se vi va, a indovinare chi le ha fatte, sono certo rimarrete sorpresi. Le risposte esatte le trovate in calce. Buon divertimento (si fa per dire.).
1. «Immagino di essere in una stanza con tante donne, tutte che mi piacciono, e farmele tutte».
2. «Sono una persona semplice, senza tragedie esistenziali, senza traumi sentimentali. Non sarò mai uno che fa cultura. Io faccio il mio, non scrivo editoriali. A un libro di Umberto Eco preferisco un disco di Michael Jackson».
3. «In questo libro si dimostra, citazione alla mano, che io nel corso degli anni, ho sostenuto tutto e il contrario di tutto. Be’, sapete che vi dico? L’ho letto e sembra proprio che sia così: ho sostenuto tutto e il contrario di tutto».
4. «Divento vecchio, divento vecchio. Come Prufrock. Vivo di ricordi. A me basterebbe incontrare Renée Falconetti e sottrarla a Pierre Cauchon. Ma ormai può solo capitarmi di incontrare Serena Grandi».
5. «La verità che il comunismo è morto: il prodotto nazionale che l’azienda Pci è stata abituata a vendere per sessant’anni non c’è più. Con la sua personalità e il suo carisma Enrico Berlinguer aveva messo un velo su questa realtà. Morto lui, il velo è caduto, il partito ”diverso” è diventato ”più” uguale. vero, c’è ancora la rete di vendita, ma il prodotto non c’è più».
6. «Io, cittadino italiano di professione imprenditore, dico che mi piace fare il capitalista e che sono fiero di esserlo. Non so quanti abbiano sufficiente orgoglio per pensarla così, e per dirlo pubblicamente. So che c’è tanta gente in giro che si spaccia per capitalista perché è riuscito a farsi dare montagne di soldi dallo Stato a tasso di favore, oppure colloca il suo denaro a rendita nei Buoni del Tesoro: questi fanno bene a nascondersi e a stare zitti. Come lo intendo io, il capitalismo è un’altra cosa. quello di un imprenditore che produce un valore aggiunto di qualche decina o centinaio di miliardi, e che dopo aver distribuito quasi tutto in salari, stipendi, interessi, imposte e contributi sociali, si vede restare in mano alcune centinaia di milioni di profitto. Di questo profitto c’è solo da farsi un vanto».
7. «Non sono diventato comunista perché ero figlio del ceto medio. Il ceto medio italiano non subiva il fascino dell’Unione Sovietica. Piuttosto lo temeva. Gli intellettuali borghesi, invece, erano comunisti perché erano giacobini. Io a quindici anni leggevo ”Risorgimento liberale”. E quello che si pensa a quindici anni, lo si pensa per tutta la vita».
8. «Il cattolicesimo ci insegna anche l’ineluttabilità del peccato e come redimersi, perché la carne è debole e Dio ci ha donato il pentimento, la possibilità della redenzione. Chi è di noi che si pente convinto che non peccherà più? Chi può dire ”non peccherò più nei sensi, non farò più l’amore fuori dalla destinazione creativa del mio sperma”? Sappiamo tutti che non manterremo promesse del genere. Pascal diceva: se cerchi Dio vuol dire che l’hai già trovato. Ecco, il cattolicesimo offre queste possibilità».
9. «La satira politica non si può più fare. Quando qualunque cosa tu dica, anche la più tremenda, nessuno reagisce più, anzi addirittura ti ringraziano per averli nominati, vuol dire che è arrivato il momento di cambiare mestiere. Ho detto che sono dei ladri, e alle elezioni hanno preso il tre per cento in più! La prossima volta dirò che sono onestissimi, così perderanno voti».
10. «Ma quale mezzobusto! E’ stupido e ingeneroso affermare che tutti i giornalisti televisivi hanno un rapporto di sudditanza con il potere politico. Anzi, se penso che su un quotidiano prestigioso come il Corriere della Sera ha pesato a lungo la cappa piduista, posso affermare che noi, in tivù, abbiamo sempre giocato a carte molto più scoperte».
11. «Io sono come quel grande condottiero rinascimentale di Bergamo. Sì, come quel Bartolomeo Colleoni che da madre natura ne ebbe tre e non due».
12. «Non vorrei che si prendesse alla lettera la tronfia e volgaruccia retorica di chi esalta gli ”statisti con gli attributi”. A me che preferisco la pacatezza del dialogo fu contrapposta in un meeting questa immagine di.spezzareni. Risposi tranquillamente che quattro figli li ho messi al mondo, senza aver mai avuto bisogno di ostentare doti riproduttive».
13. «Il servizio fotografico l’hanno fatto senza che io lo sapessi. Un abbraccio affettuoso, sia pure carpito da un giornale, non è una responsabilità».
14. «Sono un uomo di sinistra che rimpiange le belli estate romane del passato, calde, silenziose, grigie e democristiane».
15. «La tivù è un cannone dal quale ciascuno spara i propri proiettili e i bersagli siete sempre voi. Se volete cambiare programma fatelo pure, ma quali cazzate troverete che siano migliori di quelle che sto dicendo io?».
(1. Dario Argento; 2. Alberto Tomba; 3. Eugenio Scalfari; 4.Umberto Eco; 5. Gianni de Michelis; 6. Carlo De Benedetti; 7. Marco Pannella; 8. Franco Zeffirelli; 9. Beppe Grillo; 10. Bruno Vespa; 11. Silvio Berlusconi; 12. Giulio Andreotti; 13. Achille Occhetto; 14. Nanni Moretti; 15. Giuro, non sono io, ma condivido: è Adriano Celentano)