varie, 11 giugno 2010
Rita Bestetti, 66 anni. Vedova da un paio d’anni, madre di tre figli, bella donna, «sempre elegante, ordinata, mai un capello fuori posto», simpatica, stimata e benvoluta dai vicini, arrotondava la pensione lavorando come cuoca e barista in una mensa, amava ballare il liscio, «e cantava, cantava tutto il giorno: era di un’allegria contagiosa»
Rita Bestetti, 66 anni. Vedova da un paio d’anni, madre di tre figli, bella donna, «sempre elegante, ordinata, mai un capello fuori posto», simpatica, stimata e benvoluta dai vicini, arrotondava la pensione lavorando come cuoca e barista in una mensa, amava ballare il liscio, «e cantava, cantava tutto il giorno: era di un’allegria contagiosa». Di recente, poi, era particolarmente su di giri perché s’era trovata un fidanzato. Domenica scorsa fece accomodare nel salotto di casa qualcuno, forse il suo «amico speciale», che durante una lite (i vicini li sentirono gridare) afferrò un ferro da stiro, glielo suonò più volte sulla tempia, quindi andò in cucina, prese un coltello, e provò ad affondarle la lama nel collo. Lei però, seppur stordita, si riparò la faccia con le mani, con risultato che l’altro le segò una falange. Dipoi lo sconosciuto le tagliò la gola da parte a parte, quindi con l’idea di nascondere ogni sua traccia svitò i rubinetti del gas, e infine scappò via. Il giorno dopo un figlio della Bestetti, di nome Igor, 38 anni, entrando in casa accese la luce e fu investito da un’esplosione, ma non morì perché l’assassino non s’era accorto di una finestra spalancata. Tra le 20 e la mezzanotte di domenica 6 giugno in una casa in via Pellegrini 28 a Monza.