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 2010  giugno 10 Giovedì calendario

IO HO SPOSTATO TUTTO IN FRANCIA

Emigrato. In Francia, appena dopo il confine: da Torino a Modane. Giorgio Zena, presidente di Italagro, ha trasferito la sua azienda chimica in Francia proprio per aggirare la complicazione burocratica.
Dottor Zena, che risultati ha ottenuto?
« bastato un anno, dal prato all’inaugurazione dell’impianto».
Rapidi, i francesi.
«Ti siedi intorno a un tavolo e incontri tutti insieme: dal capo dei vigili del fuoco all’azienda sanitaria, dal Comune alla camera di commercio. Se è sì, è sì per tutti».
Una specie di paradiso burocratico al confronto con l’Italia.
«La Maurienne, la regione di Modane, incentivava gli imprenditori italiani a trasferirsi facendo anche leva sulla semplificazione».
La sua azienda tratta prodotti chimici. Giusto che ci siano cautele particolari.
«Non ho mai pensato il contrario, ci mancherebbe altro. Ma in Italia la burocrazia ti spedisce continuamente da un ufficio all’altro. E le risposte sono contraddittorie».
Ufficio che vai, regola che trovi.
«Esatto. Io avevo la fabbrica vicino a Torino, sarei rimasto volentieri a lavorare vicino a casa e dove tutto è cominciato. l’azienda di famiglia, ormai ha mezzo secolo di vita abbondante: è nata nel 1951. Ma ogni rapporto con la burocrazia italiana si trasforma in un ping pong esasperante».
In Francia sono meno severi con le aziende chimiche?
«Assolutamente no. Quasi tutta la normativa che ci riguarda, dalla legge Seveso in giù, è legge della Comunità europea. I parametri sono identici, in Francia come in Italia. La differenza sta tutta nel modo di applicarli. Con severità ma anche con logica».
Sono più bravi di noi.
«Sono stati più furbi, perché hanno promosso il loro territorio invogliando gli imprenditori italiani ad andare laggiù. E quando si muove un’impresa notoriamente arriva anche il lavoro. Anche questo è un fattore di competitività. Che l’Italia dimentica troppo spesso».