Pierluigi Pardo, il Fatto Quotidiano 10/6/2010;, 10 giugno 2010
BAFANA BAFANA GI FESTA IN SUDAFRICA
Il problema qui non è mai stato l’entusiasmo. Ce n’è anche troppo. Commovente. Come a mezzogiorno esatto di questo mercoledì di attesa. Improvvisamente, in ogni angolo del Sudafrica, tutti hanno cominciato a suonare i clacson. Un casino pazzesco. Vuvuze la a profusione. Qualcuno si è pure inserito sulle onde della radio nazionale a colpi di trombetta. Così il giornale radio trasmesso in tutto il Sudafrica, edizione delle 12, è stato rinviato di qualche minuto. Follia e felicità a Johannesburg e in tutto il Sudafrica. Soprattutto a Sandton, nel centro della metropoli, fuori dall’albergo dei Bafa - na Bafana, dove in decine di migliaia suonano v u v u ze l a s e incoraggiano la squadra alla vigilia del match contro il Messico. Il giorno sta per arrivare e non per i tifosi. tutto il Paese a fermarsi, a mettere in campo le energie miglior i. Sicurezza obiettivo numero uno Già, perché qui non c’è solo la festa. C’è quell’altro aspetto, fondamentale. Regole, ordine, organizzazione. Per non perdere un’oc - casione unica. Così tutte le auto sono passate a caccia di esplosivo. Bombemetal detectorov u n q u e . Le borse, i computer, i telefoni. Tutto deve essere verificato. Misure di sicurezza straordinarie. 44 mila persone extra, più di 180 mila in totale vigileranno sul primo Mondiale africano, contro ogni possibile nemico, delinquenza comune, hooligan e terrorismo. Sally De Beer, portavoce della polizia, ostenta ottimismo: ”Tutte le misure di sicurezza sono state p re s e ”. I poliziotti sono molto fr iendly, questo sì, ma precisi. E il governo non farà sconti. Il portavoce Thamba Maseko lo dice chiaramente: ”Non verranno tollerati comportamenti illegali o per icolosi”. Caccia aperta ai biglietti falsi e a ogni possibile disturbatore. Le immagini della tragedia sfiorata di Nigeria-Corea di domenica scorsa, quindici feriti per un banale eccesso di entusiasmo e una mancanza completa di organizzazione nell’apertura dei cancelli dello stadio, hanno fatto il giro del mondo. Altri errori non verranno ammessi. Il Sudafrica con la sua media di 51 omicidi al giorno deve cambiare la propria immagine, e per farlo c’è la massima prevenzione (e 174 milioni di dollari di assicurazione pronti per rimborsare i tifosi). L’insidia può essere ovunque, e finirebbe per neutralizzare la portata storica dell’e vento. Lo sa bene Samuel Eto’o che parla da leader, in campo e fuori: ”Gio - care nella terra del mio idolo Madiba (Nelson Mandela) è un’emo - zione incredibile. Spero che dopo questo Mondiale, in Europa e nel mondo cambierà l’atteggia - mento nei confronti dei giocatori di colore. Anche quest’anno ho ricevuto molti insulti”. Nel 2004 proprio Samuel Eto’o era stato protagonista a Saragozza di un episodio clamoroso. All’ennesi - mo ”buu”razzista aveva smesso di giocare, ponendo l’attenzione di tutti sulla gravità della situazione. Adesso prova ad andare oltre: ”So che molti pensano all’Africa solo per povertà, guerra e carestie. Spetta a noi sorprendere il mondo, organizzando il migliore campionato della storia”. Mandela ed Eto’o si sono incontrati due volte. ”Una delle esperienze più emozionanti della mia vita” per l’attac - cante dell’Inter che è sicuro che con la giusta preparazione una delle africane potrà regalare una grande sorpresa. Gli altri leoni e il sogno di Capello Quella che sogna di realizzare anche Fabio Capello, 44 anni dopo il trionfo di Wembley. Prima ha portato la squadra nel parco del Pilanesberg per un safari a caccia dei big five, ma è tornato senza aver avvistato nemmeno un leone, poi ha ricacciato indietro a colpi di mascella i fotografi un po’ t ro p p o invadenti che cercavano di scoprire qualche segreto di spogliatoio. Solita grinta e idee chiare in vista dell’esordio di sabato sera contro gli Stati Uniti, con Rooney- Heskey coppia avanzata e King al fianco di Terry per sostituire Rio Ferdinand, uno degli infortunati top di questo Mondiale. Un altro, Andrea Pirlo, invece ha viaggiato con la nostra Nazionale, arrivata a alle 8 e 53 del mattino di ieri dopo una notte di volo dalla Malpensa. convinto di farcela a recuperare dai problemi al polpaccio Pirlo. In preallarme, come ventiquattresimo, è salito sull’ae - reo anche Andrea Cossu. All’arri - vo al Tambo Airport di Johannesburg un comitato d’accoglienza dei dipendenti del Lediba Lodge, dove soggiorneranno gli azzurri. Italtalento? Baggio lontano ricordo Armati di bandiere tricolori e scatenati nel cantare musica tradizionale sudafricana. Marcello Lippi ha sorriso e ascoltato. Ora, sa bene, viene il difficile. Fin qui si è visto poco talento e molti giocatori fuori ruolo. Iaquinta si è lamentato pubblicamente perché non vuole giocare a destra; Di Natale è diventato capocannoniere facendo la prima punta ma ora deve sacrificarsi da esterno; Marchisio, che dovrebbe essere un interno, ”il nuovo Tardelli”, è stato provato da trequartista e da esterno sinistro; Chiellini, per distacco il miglior centrale del campionato assieme a Nesta, probabilmente si sposterà a sinistra. Ciò nonostante bisogna crederci. Con l’aiuto di quasi 5 mila tifosi, questo è il numero che pronostica la nostra ambasciata. All’arrivo della squadra però, appena quattro signore, che hanno voluto accogliere gli azzurri. Vivono in Sudafrica da più di trent’anni, ma di tifare Ba - fa n a , non ci pensano proprio. *Sky Sport