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 2010  giugno 10 Giovedì calendario

La Germania - su input del Land della Bassa Sassonia - ha comprato un elenco con 20 mila nomi, indirizzi e dati relativi ai conti bancari di cittadini tedeschi in Svizzera

La Germania - su input del Land della Bassa Sassonia - ha comprato un elenco con 20 mila nomi, indirizzi e dati relativi ai conti bancari di cittadini tedeschi in Svizzera. Motivo: dare la caccia ad eventuali evasori fiscali. Prezzo dell’operazione: 185 mila euro, che saranno pagati in parti uguali da Berlino e dagli altri Länder nei quali risiedono gli evasori. I dati, sottratti non si sa come, arrivano da fonti anonime e sono contenuti in un cd. All’inizio della trattativa alcuni mesi fa, la richiesta dell’anonimo venditore era di 500 mila euro. Il rifiuto iniziale delle autorità ha abbassato il prezzo. Il nuovo acquisto segue quello più clamoroso, avvenuto nel Nordreno Vestfalia nel febbraio scorso, quando i servizi segreti avevano aiutato le autorità ad acquistare in Francia, sempre da un anonimo, probabilmente ex dipendente di una banca svizzera, una lista di 1.500 dati per un prezzo di 2,5 milioni di euro. Ne era nata una controversia sulla legalità di un simile acquisto, poiché si trattava di dati rubati. La polemica aveva anche scatenato una serie di autodenunce di evasori, proseguite fino ai nostri giorni. Non tutti i governi dei Länder hanno accettato di comprare liste di questo tipo: per esempio hanno rifiutato nel Baden-Württemberg, nel Sud della Germania, molto ricco e industrializzato, dove governano i liberali in coalizione con i cristiano-democratici. In Italia, recentemente, la Guardia di Finanza ha acquisito la cosiddetta «lista Falciani», dal nome di Hervé Falciani, ex dipendente della banca Hsbc in Svizzera, con i nomi di oltre 7 mila presunti evasori. Un vero «tesoretto» da 5,6 miliardi di euro, che si trova ora al vaglio delle Fiamme Gialle per verificare l’esistenza di reati ed evasione fiscale. La spinta contro l’evasione iniziata nei Paesi dell’Ocse ha condotto alla firma del protocollo di «mutua assistenza fiscale» da parte di 35 Stati, che aiuterà a «contrastare l’evasione e l’elusione fiscale». Anche il premier Silvio Berlusconi, presidente di turno dell’Ocse, ha ribadito l’impegno del governo italiano allo scambio di dati sui contribuenti, espresso anche nella manovra finanziaria approvata recentemente. Tuttavia, la Svizzera non ha aderito al protocollo dell’Ocse sullo scambio di informazioni in materia fiscale, perché ritiene «che gli standard attuali dell’Ocse siano sufficienti e certi punti della convenzione pongano dei problemi». (Marika De Feo, Corriere della Sera 10/6/2010)