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 2010  giugno 09 Mercoledì calendario

Seborga L’ULTIMA MONARCHIA Un paesino della provincia di Imperia si è proclamato principato autonomo

Seborga L’ULTIMA MONARCHIA Un paesino della provincia di Imperia si è proclamato principato autonomo. Il monarca è Marcello I, al secolo Marcello Menegatto, imprenditore edile. Per molti si tratta solo di folclore turistico, ma ci sono perfino un ufficio per il rilascio dei passaporti e una moneta locale: il luigino Non di sola Lega vive il secessionismo. E si ricreda pure chi pensa che monarchie e teste coronate al mondo siano destinate a scomparire. Poiché, per ogni rampollo bruciato dagli scandali e da una madre troppo longeva (vedi alla voce Carlo di Windsor) e per ogni re senza regno costretto a guadagnarsi il pane in televisione (il povero Emanuele Filiberto), ecco che un principe nuovo di zecca è già pronto a governare. Trattasi di Marcello I, al secolo Marcello Menegatto, imprenditore edile di 31 anni, italiano ma residente in Svizzera. Sulla sua testa, da qualche settimana, pesa la corona del Principato di Seborga. Arroccato sui monti in provincia di Imperia, alle spalle di Bordighera, questo piccolo borgo medievale di 350 anime qualche anno fa si è autoproclamato principato autonomo, e da allora l’ha presa molto sul serio. Cerchiamo di capirci: Seborga è a tutti gli effetti un comune italiano. Ma da cinquant’anni, forte dell’appoggio internazionale della Repubblica di San Marino, del Burkina Faso e di altri stati africani che ne hanno riconosciuto l’indipendenza, lotta per la secessione dalla Repubblica Italiana, anzi per l’annullamento della propria adesione alla Repubblica. Ecco i fatti, così come ce li hanno spiegati a Seborga: l’annessione dell’antico borgo al Regno di Sardegna, dice la storia, avvenne nel XVIII secolo con un regolare acquisto da parte dei Savoia. Così, perlomeno si è creduto fino alla metà degli anni Cinquanta. Quando un giovane floricoltore, Giorgio Carbone, ha rinvenuto e portato all’attenzione pubblica una serie di antichi documenti che dimostrano come quell’atto di vendita non sia mai stato registrato. Venuto meno quell’atto, per Seborga varrebbe lo status di libero Principato - avuto in passato e mai ufficialmente abrogato - alla stregua della vicina Montecarlo. Un effetto domino che per Carlo, un seborghino incrociato mentre curiosi ci guardiamo attorno, appare davvero incontestabile: «Niente Savoia, niente Regno di Sardegna. Niente Regno d’Italia, perciò niente Repubblica Italiana». Lo stesso ragionamento che nel 1963 ha convinto il giovane Giorgio Carbone ad acquisire il nome di Principe Giorgio I di Seborga e insediarsi nell’antico Palazzo del Governo. Per regnare in pace quasi cinquant’anni, con buona pazienza dei sindaci regolarmente eletti che intanto continuano a succedersi nell’adiacente Palazzo Comunale. D’altronde il Presidente della Repubblica pare non abbia mai risposto alle continue lettere che rivendicano l’indipendenza. Si capisce, con tutti i problemi che ha. Eppure per le strade di Seborga i segni dell’anelata indipendenza sono ben presenti: dal cartello di benvenuto all’ingresso (con tanto di baracchino per il cambio della guardia), ai negozi di souvenir, la toponomastica (via della zecca, via dell’antico principato) e l’ufficio per il rilascio dei passaporti turistici. «Per la legge italiana, e anche per me» ci rivela un ragazzo incontrato per strada «il Principato di Seborga è solo folklore turistico». Il problema è che da queste parti non la pensano tutti come lui. Basta parlare con i negozianti di souvenir del Principato, che accettano indifferentemente euro e luigini, la moneta locale, acquistabile presso il Palazzo del Governo e del valore legale di un buono sconto. E basta fare un giro su internet, per leggere i commenti sul gruppo Seborga di facebook e le agenzie stampa relative all’ultimo periodo di trono vacante. Finché, alla morte dell’amato Giorgio I avvenuta lo scorso novembre, si è innescata una lunga battaglia di successione che, fra veti e autocandidature, ha tenuto banco fino ad aprile. Alla fine i candidati ammessi al voto sono stati solo due: il costruttore naturalizzato luganese Marcello Menegatto e Gian Luigi Maria Renato Marcello Morgia di Francavilla, meglio conosciuto come Pepi Morgia, regista e light designer di New Trolls, Fabrizio De André e molti altri. Su questi due nomi, i sudditi del Principato di Seborga lo scorso 25 aprile (ironia della sorte?), si sono spaccati. Eppure l’esito (89 voti per Menegatto e 67 per Pepi Morgia) è apparso incontestabile. Perciò alle 13 in punto, mentre a pochi metri di distanza le istituzioni festeggiavano la Festa di Liberazione davanti al monumento ai caduti, Marcello I veniva portato a braccio dai suoi supporter e proclamato nuovo Principe di Seborga. Con tanto di programma di governo: creare nuove infrastrutture e posti di lavoro; riordinare il Palazzo del governo e tutti gli antichi documenti, e con questi portare avanti a spada tratta la lotta per l’indipendenza. Perché, elezioni a parte, Seborga resta ancora un comune italiano. Con tanto di polizia municipale (detta "Guardia" e vestita in modo eccentrico, ma pagata dal Comune, ovvero dallo Stato) e un sindaco, Franco Fogliarini, eletto nel 2006 a capo di una lista civica, in compagnia di un regolare consiglio comunale che in seguito alla proclamazione di Marcello I ha pure perso un consigliere. Il quale, poiché scelto dal nuovo Principe come membro dell’esecutivo di governo, ha subito annunciato le dimissioni dal Comune per non incappare nel reato di vilipendio alla bandiera. Non si capisce se quella italiana o quella seborghina. Che ovviamente esiste, e sventola allegra su un lampione davanti al Palazzo Comunale, a pochi metri dal tricolore. IL PAESE Indipendentisti dagli anni ’50 Il primo principe nel ’63 La rivendicazione di indipendenza di Seborga comincia negli anni ’50, in virtù di un antico status di principato di cui la località anticamente avrebbe goduto, ritenendo non valida l’annessione al regno di Sardegna. I cittadini di Seborga eleggono un "principe" con funzioni prettamente simboliche (dal 14 maggio 1963 fino al 25 novembre 2009, data della sua morte, ha "regnato" Giorgio I, al secolo Giorgio Carbone, e dal 25 aprile 2010 "regna" Marcello I, al secolo Marcello Menegatto), che è coadiuvato da un consiglio di "ministri", privi di potere legale. Il "principato" conia una "moneta", chiamata luigino (nome ispirato a quello delle monete coniate nel XVII secolo), senza alcun valore legale, ma utilizzata come buono spendibile in città. Il valore del luigino è fissato in 6 dollari Usa. Seborga ha anche proprie "targhe automobilistiche" che, però, non possono essere utilizzate se non a latere di quelle italiane. Vengono poi distribuiti ai richiedenti "passaporti" e "patenti di guida" recanti l’effigie e i timbri del "principato".