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 2010  giugno 09 Mercoledì calendario

GUERRA DI VIDEO SUL FISICO SCOMPARSO

 guerra di video fra i servizi segreti di Iran e Stati Uniti. La prima mossa arriva da Teheran, dove la tv trasmette il filmato di un uomo che dice di essere lo scienziato Shahram Amiri e di trovarsi in Arizona dopo essere stato «rapito» e «torturato» dalla Cia. Neanche tre ore dopo la contromossa arriva con un video su YouTube nel quale si vede sempre un uomo che si presenta come Shahram Amiri che afferma di essere andato in Arizona di propria volontà.
Il personaggio in questione è un ricercatore di fisica all’Università di Teheran considerato uno dei cervelli del programma nucleare iraniano: scomparve nel nulla lo scorso anno durante un viaggio in Arabia Saudita e di lui non si era saputo più nulla fino a quando, in marzo, la tv Abc citò fonti del governo americano che descrivevano la sua «fuga dall’Iran» come un colpo dell’intelligence perché il giovane scienziato - ha poco più di 30 anni - sarebbe uno dei pochi a conoscere la «compartimentazione del programma nucleare» ovvero come Teheran ha diviso laboratori e materiale atomico per sfuggire ai controlli Onu e difendersi dal rischio di attacco.
I due video portano sullo schermo versioni opposte della stessa vicenda con personaggi che si assomigliano molto. In quello iraniano, di cattiva qualità, si vede l’uomo con una cuffietta in testa che dice di essere a Tucson il 5 aprile e racconta: «Ero a Medina per il pellegrinaggio quando ufficiali sauditi mi hanno drogato e rapito, al risveglio mi sono trovato su un aereo diretto verso gli Stati Uniti, dal momento del sequestro e dell’arrivo in America sono stato torturato». Ma l’altro Amiri, o forse quello vero, su YouTube si mostra in un video di ottima qualità seduto in una stanza fra mappamondo e scacchiera mentre guarda oltre la telecamera dicendo: «Sono libero, garantisco che sto bene, se parlo è per porre fine alle illazioni, sono iraniano e non ho fatto nulla contro il mio Paese».
Come avviene nelle trame di spionaggio, la guerra di 007 ha innescato passi diplomatici: Teheran ha convocato l’ambasciatore svizzero, che rappresenta gli interessi Usa, chiedendo la «liberazione» del suo ostaggio. Indipendentemente da quale video sia quello vero, la vicenda sembra dimostrare tre cose: gli iraniani hanno scoperto dove si trova Amiri, gli americani hanno 007 capaci di reagire in fretta e la guerra di intelligence Usa-Iran è più intensa che mai.