Nino Sunseri, Libero 9/6/2010, 9 giugno 2010
ANCHE L’ESTONIA ENTRA NELL’EUROFOLLIA
Chi ha detto che l’euro non è più di moda? L’Estonia ci teneva molto a far parte del club e alla fine ha ottenuto il semaforo verde. Via la corona e dentro la moneta unica. Sarà il componente numero 17 del paniere. Una iniezione di fiducia per i protagonisti in partita. L’Eurogruppo perché conferma l’apertura ai Paesi virtuosi. Il governo di Tallinn perché dimostra che la fiducia nell’euro non è stata scossa dalle recenti tempeste. Se gli amici si vedono nel momento del bisogno non c’è che dire: gli estoni sono affezionatissimi.
Peccato che siano davvero pochi: in totale 1,3 milioni di persone. La metà degli abitanti di Milano. Un terzo di Roma. Averli nel club dell’euro è un bel gesto. Ma non cambia nulla. La Bce, comunque, fino al report pubblicato il 12 maggio, storceva il muso sentendo parlare di Tallinn. Come non capire. Nel 2009 l’economia del piccolo paese baltico è caduta del 14%. Caricare un altro malato sul carro dell’euro sembrava poco opportuno. Pur essendo un peso leggero poteva creare qualche difficoltà in un corteo già molto affaticato.
L’Estonia ha convinto la Bce con una cura severissima. Quest’anno il rapporto fra indebitamento e Pil si fermerà al 10% (per Maastricht potrebbe arrivare al 60%). Il deficit all’1,7%, mentre sarebbe stato sufficiente il 3%. Questi numeri di assoluta virtù hanno convinto Francoforte. Un miracolo, non c’è dubbio, quello compiuto dal governo di Tallinn. Risanare i conti in maniera tanto radicale in un anno di grande difficoltà è prodigioso.
Da notare, comunque, una coincidenza: insieme all’ingresso dell’Estonia nell’euro,Bruxelles ha stabilito nuovi poteri per l’Eurostat. L’istituto di statistica non si limiterà a pubblicare i dati. Avrà anche poteri di controllo. Proprio per evitare nuove tentazioni in materia di maquillage dei conti pubblici. Il caso della Grecia basta e avanza. Non ne servono altri. Soprattutto quando certi risultati sembrano di origine soprannaturale.