GIAMPAOLO VISETTI, la Repubblica 9/6/2010, 9 giugno 2010
BENVENUTI AI TROPICI MADE IN CHINA
Per secoli è stata la prigione dei funzionari imperiali, o dei leader comunisti, caduti in disgrazia. Era considerata la porta dell´inferno e suoi abitanti, tra cui alcune minoranze tra le più interessanti e intatte dell´Asia, si dividevano tra pesca e agricoltura. L´ha risvegliata Deng Xiaoping, nel 1988, indicandola «zona economica speciale». L´isola di Hainan, antico vulcano conquistato da una vegetazione equatoriale, è così diventata il simbolo dei pionieri del turismo made in China. Un decennio di vacanze a basso costo, pur immerse in un meraviglioso mare tropicale, prima dello scoppio di una bolla immobiliare che sembrava averla ricacciata verso un destino di base militare, centro per gli esperimenti atomici e piattaforma per le nuove ricerche di petrolio e gas. Salvata dalla sua bellezza, da una foresta lussureggiante vasta quanto il Belgio e da fondali che nulla hanno da invidiare alla barriera corallina dell´Australia, Hainan negli ultimi anni è tornata a essere la spiaggia preferita dei nuovi ricchi cinesi. considerata la risposta cinese alle Hawaii e le più note catene di resort di alta classe hanno occupato le sue lunghe spiagge di sabbia chiara.
Da pochi mesi, però, l´ascesa della Miami ancorata nei mari del Sudest asiatico ha cambiato passo. Un decreto del governo di Pechino ha stabilito che Hainan sarà ristrutturata come «centro delle vacanze di lusso di livello mondiale». La Cina ha molti difetti, ma non quello degli annunci nel vuoto. Già oggi, nell´isola, sorgono alcuni dei più raffinati resort dell´estremo Oriente. In alta stagione, tra novembre e aprile, negli alberghi a cinque stelle si possono spendere dai mille ai tremila dollari a notte. Mentre l´inverno invade il resto della Cina di neve e ghiaccio, qui si vive una primavera magica, asciutta e piena di sole, con un´acqua che pare riscaldata. Le stanze di Sanya si riempiono e i milionari di Cina, Russia, Giappone e Corea del Sud fanno affari immersi nelle sorgenti vulcaniche della montagna delle Sette Fate. Nulla, rispetto a quello che si sta realizzando. Lungo le coste del sud e dell´est, riparate dal vento e dove i fondali sono più dolci, stanno sorgendo quelli che si annunciano come i villaggi turistici più esclusivi del pianeta. Una serie di hotel a sette stelle, e di residence con servizi principeschi, punta a portare nell´ex isola dei deportati di Mao i miliardari annoiati da Caraibi e Mediterraneo. Terme di raffinatezza orientale e campi da golf di prima classe sono solo l´inizio. Gli ospiti di Hainan avranno ippodromi, piste per le gare dei levrieri, circuiti per le fuoriserie sportive ed elicotteri pronti a trasportarli dai villaggi del popolo "miao", nel centro della giungla, alle piscine ancorate ai coralli, in mare aperto. Al largo del capoluogo, Haikou, sta sorgendo il Millennium, destinato a essere il simbolo del primato cinese anche nel turismo: 290 milioni di dollari di investimento, 108 piani su trecento metri di altezza, al centro di un´isola artificiale di sei ettari, progettata come giardino e battezzata Phoenix Island. Un nuovo porto per navi da crociera e yacht inserirà la punta di diamante del turismo cinese nel circuito dei grandi viaggi armatoriali. Già oggi, con centomila dollari, è possibile assicurarsi un posto barca per venticinque anni e avere la precedenza nel riservare un tavolo nel ristorante più costoso dell´Oriente, gestito da indiani e malesi, lungo la baia di Yalong.
L´obiettivo di Hainan è superare il lusso di Dubai, offrire il divertimento di Las Vegas e l´esclusività di Montecarlo, dentro una natura all´altezza delle Maldive. Gli investimenti sono tali che, dal continente, si sta riversando sull´isola un fiume di denaro. In due anni il prezzo di stanze e appartamenti è aumentato di sette volte, mentre costo della vita e immobili si sono moltiplicati per dieci. Pechino rivive l´incubo di una devastante bolla. Gli abitanti, cacciati per pochi yuan dai luoghi in cui avevano sempre vissuto, vedono distruggere dalla speculazione pezzi di territorio fino a oggi incontaminati. Sciocchezze, per gli investitori, che affollano le agenzie immobiliari armati di sacchi pieni di contanti e acquistano cinque appartamenti alla volta. Due società stanno per inaugurare due resort che si contendono il guinness dei primati per le Spa più grandi del mondo: dentro parchi vasti quanto una nostra provincia, offriranno 440 ville dotate di maggiordomo, cuoco personale, molo, motoscafo, barca a vela e attracco privato, auto elettrica, centro benessere, palestra, piscina e tennis interni a ogni giardino. Il nuovo paradiso balneare dell´Asia, indicato come "le Seychelles dei comunisti", ruberà a Macao anche il monopolio dei casinò, per ventisei Stati saranno aboliti i visti cinesi (l´Italia non è tra questi) e l´offerta supererà quella della Thailandia. L´esibizione di un lusso oltre i limiti del pacchiano, non annulla però la meraviglia di ambiente, clima e storia. Le baie di Sanya, Yalong e Dadonghai, l´Isola delle scimmie, o la riserva naturalistica di Jianfengling, o l´ancora intatta costa di Shimei, restano luoghi di eccezionale qualità. I villaggi dell´interno offrono uno spaccato etnico unico, mentre con un po´ di spirito di adattamento si possono trascorrere ore di solitudine su spiagge rimaste intatte. Una sola attenzione: è una meta per l´inverno. Ma conviene prenotare fin da ora.