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 2010  giugno 09 Mercoledì calendario

Yaradua Umaru

• Katsina (Nigeria) 16 agosto 1951, Abuja (Nigeria) 5 maggio 2010. Politico. Nel 2007 divenne presidente della Nigeria • «Lo chiamavano ”Baba go-slow”, papà va piano. Aveva promesso molto, forse troppo, quando era stato eletto [...] alla presidenza del Paese più popoloso dell’Africa, la Nigeria: lotta alla corruzione, riforma elettorale, sviluppo delle infrastrutture, portare l’energia elettrica a tutti, riforma del settore petrolifero che offre al Paese il novanta per cento delle sue rendite ma ne è anche la dorata maledizione. Era ”il regno della legge” lo slogan di Yar’Adua che è morto [...] dopo una lunga malattia. Poco è stato fatto: Baba go-slow andava davvero piano, troppo per un Paese insanguinato da guerre tribali, religiose e petrolifere, incatenato a una scandalosa miseria, stritolato dalla corruzione da uccelli di rapina della vita pubblica, l’unico partito che qui non conosce differenze di fede o di tribù. Insidiato perfino dai brividi del terrorismo internazionale firmato Al Qaeda. La Somalia del terzo millennio, seduta su un mare di petrolio. In questo caos rovente Yar’Adua era un piccolo punto di stabilità, perfino una speranza [...] rappresentava ancora la fragile linea che divideva la Nigeria dal caos definitivo. La sua malattia è diventata per questo un macabro caso politico che ha scavalcato i confini dell’assurdo. Ricoverato in Arabia Saudita, il presidente è scomparso, si è trasformato in un fantasma. Tanto che si è diffusa la voce fosse morto da tempo e che la notizia venisse tenuta segreta. Ogni tanto una cassetta registrata con la sua voce veniva trasmessa alla radio per dimostrare che era ancora in vita. L’ottavo esportatore mondiale di petrolio per sei mesi è rimasto in pratica senza guida. Mentre la folla ad Abuja manifestava per le strade invocando la successione, guidata dal premio Nobel per la letteratura Soyinka. Il vero merito di Yar’Adua in fondo era scritto nel suo luogo di nascita e nella sua fede: nordista e musulmano, governatore di una delle regioni dove aveva fatto entrare in vigore la sharia. In questo gigante tagliato a metà dalla frontiera implacabile tra islam e culti cristiani e animisti, dove il Nord povero accusa i sudisti di monopolizzare a loro vantaggio il dono del Signore, l’oro nero, era in grado di evitare la secessione. [...]» (Domenico Quirico, ”La Stampa” 7/5/2010).