Gianni Dragoni, Il Sole-24 Ore 8/6/2010;, 8 giugno 2010
GUARGUAGLINI GIOCA LA CARTA AMERICANA
La notizia che Finmeccanica parteciperà con Agusta alla gara per l’elicottero del presidente degli Stati Uniti non deve indurre a facili entusiasmi, come se il velivolo "made in Italy" avesse già la commessa in tasca. La prestigiosa competizione sarà durisima. Il concorrente Sikorsky non lascerà nulla di intentato. Partecipare non basta per vincere. Ma neppure vincere può essere sufficiente, poiché il successo del 2005, ottenuto da Agusta insieme a Lockheed, è stato azzerato da Obama perché nel frattempo i costi si sono impennati da 6 a 11 miliardi di dollari.
Finmeccanica ha ritrovato in Boeing, dotata di elevatissima tecnologia e di una non inferiore capacità di lobby, un alleato prezioso che potrebbe dare all’elicottero "made in Italy" la spinta decisiva per atterrare sul prato della Casa Bianca. La gara, ancora nella fase preliminare, non verrà decisa prima del 2011. Eppure il segnale venuto dagli Stati Uniti è significativo. Conferma che Finmeccanica è in partita nel mercato più ricco del mondo per la difesa, anche se non può considerarsi, come vorrebbero alcuni dirigenti, radicato in America, pur avendo investito più di tre miliardi per comprare Drs. Gli annunci di ieri segnano un punto importante a favore del presidente, Pier Francesco Guarguaglini, nel pieno della bufera esplosa su alcuni giornali quasi due settimane fa, per presunte indagini giudiziarie che lambirebbero anche la moglie, amministratore delegato di una società del gruppo, collaboratori, consulenti. Finmeccanica ha reagito con una secca smentita e un’immediata denuncia contro ignoti per aggiotaggio. E non sono emersi finora fatti che dimostrino quale sarebbe la consistenza delle indagini e le contestazioni, eccetto la precedente inchiesta a Napoli per un appalto da 35 milioni del ministero dell’Interno alla controllata Elsag Datamat, insieme a quattro aziende esterne. La difesa è un settore delicato, ci sono zone d’ombra che vanno dalla conduzione dei rapporti commerciali e con le gerarchie militari, fino ai rapporti con la politica. A scavare, potrebbero emergere vicende inconfessabili in molte direzioni.
A capo di Finmeccanica dall’aprile 2002, Guarguaglini ha trasformato il profilo del gruppo con una massiccia espansione all’estero a colpi di acquisizioni, costate più di cinque miliardi di euro. Con l’aumento della visibilità, è cresciuto anche l’indebitamento. Il mandato scade tra un anno, quando Guarguaglini avrà 74 anni e certo non si darà per vinto. Intanto,c’è chi scalda i motori e magari spera in una successione anticipata.
Nel governo è Gianni Letta lo sponsor principale di Guarguaglini, il quale gode però di una trasversalità che va dall’amicizia con il conterraneo ministro Altero Matteoli (An) a Giuliano Amato ad alcuni del Pd. C’è freddezza con il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, è scoperto il fronte della Lega. Il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, simpatizza per un trasloco di Flavio Cattaneo, a.d. di Terna, in buoni rapporti con Paolo Berlusconi. La corsa al vertice di Finmeccanica è cominciata. Le ultime notizie dagli Usa dovrebbero ricondurre le valutazioni a temi più connessi ai risultati industriali ed economici che a voci di altro tipo.