Morya Longo, Il Sole-24 Ore 8/6/2010;, 8 giugno 2010
LA FORBICE BTP-BUND SI IMPENNA ALL’1,80% - I
titoli di stato italiani, per trovare acquirenti, ieri sera erano costretti a offrire tassi d’interesse di 1,80 punti percentuali più alti rispetto a quelli tedeschi: record da quando esiste l’euro. Con un peggioramento di oltre 10 centesimi da venerdì. Le banche europee, fidandosi sempre meno l’una dell’altra, hanno depositato presso la Bce ben 351 miliardi di euro: record da quando esiste l’euro. Negli Stati Uniti le opzioni che puntano sul ribasso di Wall Street costano il 75% in più di quelle che puntano sul rialzo. Anche qui: record storico di umore nero. Il tutto condito con l’ennesimo ribasso delle borse: ieri Londra ha perso l’1,11%,Parigi l’1,21%, Francoforte lo 0,57%, Milano lo 0,55%, Wall Street l’1,35% e il Nasdaq il 2,04%. Anche l’euro è rimasto debole: prima è sceso sotto 1,19 contro dollaro ( prima volta negli ultimi 4 anni) ma poi è risalito. I casi sono due:o i mercati finanziari e l’intera Europa si stanno preparando al collasso, oppure gli investitori stanno un po’ esagerando con il panico. E sebbene la prima ipotesi abbia molte motivazioni, anche la seconda ne ha altrettante.
Il bicchiere mezzo vuoto
Per cercare le ragioni di questo crollo bisogna partire dalla crisi degli stati europei. «Il mercato – spiega un economista – è scettico sulle manovre di correzione della finanza pubblica varate da molti governi dell’area euro ». La sensazione di molti, insomma, è che dietro tanti annunci di riforme, alla fine alcuni stati europei resteranno con lo stesso problema di prima: l’eccesso di debito, un disavanzo eccessivo, una crescita economica asfittica. Ovvia la sfiducia. Prima sulla Grecia, poi sugli altri paesi e infine sull’intero euro.
Per questo a crollare sono innanzitutto i titoli di stato dei paesi più deboli: Spagna, Portogallo, Irlanda e ”sebbene siain una situazione diversa – anche l’Italia.
Basta guardare i BTp decennali italiani per capirlo: dal 13 maggio il loro rendimento – che si muove nella direzione opposta rispetto al prezzo – è salito dello 0,45% al 4,35%, mentre nello stesso periodo il tasso del Bund tedesco è sceso di 37 centesimi al 2,57%. Questo significa che gli investitori hanno venduto titoli italiani per comprare quelli tedeschi. In modo così eclatante, che ormai questi ultimi hanno rendimenti vicini ai minimi storici. In forte rialzo anche lo spread con i titoli spagnoli, che ieri ha superato i 2 punti percentuali.
Poi le ripercussioni si sono al-largate a tutti gli altri mercati. Innanzitutto all’euro. Poi alle borse. A soffrire sono soprattutto le banche. I governi le hanno infatti salvate dalla crisi nel 2008-2009, ma le banche hanno di fatto finanziato i salvataggi comprando i titoli di stato. Così ora le istituzioni creditizie internazionali si trovano in portafoglio – secondo Rbs ”1.418 miliardi di titoli di stato di Grecia, Spagna, Portogallo, Irlanda e Italia. Morale: con gli stati in difficoltà, sono proprio gli istituti di credito a soffrire in borsa. Ieri il calo medio è stato dello 0,63%.
Il bicchiere mezzo pieno
Eppure ci sono altri dati che lanciano il messaggio opposto. Il primo è uscito ieri: gli ordini industriali in Germania sono inaspettatamente cresciuti del 2,8%, trainati dalle esportazioni. Ebbene sì: l’effetto positivo della debolezza dell’euro inizia a farsi sentire. Poi ci sono i dati del Cftc, che misura le posizioni "corte" (cioè ribassiste) sull’euro:dal record del 14 maggio (105.145 ribassisti netti), la settimana del primo giugno ha registrato un ridimensionamento a 79.806 ribassisti netti. Segno che la speculazione ha forse mollato un po’ la presa. Insomma: qualche segnale di speranza c’è. E infatti c’è chi sostiene che gli hedge fund si stiano già posizionando su un possibile rimbalzo. Anche perché il panico e la speculazione stanno producendo non pochi paradossi, che difficilmente potranno reggere nel medio termine. Il primo sta nei titoli di stato tedeschi. Quelli di durata biennale, con scadenza nel 2012, ieri rendevano lo 0,49%: ben al di sotto dell’inflazione, pari all’1,5% quest’anno e stimata all’1,6% nel 2011. Chi li compra, insomma, ci perde. Quelli decennali sono invece vicinissimi al minimo storico. C’è poi un altro paradosso: a beneficiare degli acquisti "rifugio" sono stati anche i titoli di stato inglesi. Peccato che la Gran Bretagna abbia molti più debiti dell’Europa: secondo i dati di McKinsey, a fine 2008 il suo debito totale (pubblico e privato) era pari a 4 volte e mezza il Pil, contro ”secondo Rbs ”le 3volte medie dell’area euro.