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 2010  giugno 08 Martedì calendario

RAPIMENTO DEL PICCOLO LUCA CIOFFI

(Riassunto) -
Il rapimento di Luca Cioffi, quattro ore di vita, 3,5 chili di peso, è durato dieci ore. Quattordici ore dopo la nascita, il bimbo è tornato all’Umberto I di Nocera Inferiore. Il piccolo era stato rapito da una donna, infermiera del Cardarelli di Napoli, che con la sua professionalità aveva raggirato anche la mamma, reduce dall’anestesia in seguito a un parto cesareo. Il bimbo è stato trovato a casa in buoni condizioni.

I FATTI:
Annarita Buonocore, 42 anni, infermiera del reparto di chirurgia d’urgenza al Cardarelli di Napoli, separata, due figli, un maschio di 11 e una femmina di 19, è arrivata all’Umberto I di Nocera Inferiore tra le 12 e le 13, quando i corridoi della maternità sono pieni di visitatori. La donna aveva preso un breve periodo di congedo, dieci giorni, dal suo ospedale. Verso le 14 è entrata nella stanza (l’ultima in fondo al corridoio) della mamma del piccolo Luca, Annalisa, 35 anni, ragioniera in un centro di telefonia al suo secondo parto. Il papà, Fabio Cioffi, 39 anni, è maresciallo dell’esercito, brigata Garibaldi, tornato dal Libano lo scorso venerdì per il parto della moglie.
Buonocore chiacchiera per qualche minuto con Annalisa e la sorella, si avvicina al letto della mamma, le sistema la flebo e il catetere, dimostrando assoluta padronanza di pratiche infermieristiche. Venti minuti dopo torna nella camera per portare, così dice, il piccolo, nato alle 9.30 del mattino, al nido e sparisce. Le coperte in cui era avvolto Luca vengono ritrovate in un sottoscala. Il reparto di ostetricia si trova al primo piano. Per uscire, potrebbe aver usato un montacarichi. Fuori dall’ospedale l’attende a bordo di una fiat Punto verde vecchio modello un’altra persona. Le telecamere installate dentro e fuori l’ospedale non riprendono nulla poiché fuori uso da parecchi mesi.
L’allarme per il rapimento scatta solo due ore dopo. Intorno alle 15,30 Annalisa chiede di suo figlio e il personale sanitario si accorge che il bambino non è nella sua culla.
Scattano subito le ricerche. La mamma di Luca e la zia forniscono agli inquirenti l’identikit della donna: bruna con i capelli raccolti dietro, alta un metro e sessanta, magra, età compresa ta i 35 e i 40 anni, carnagione chiara, parla perfettamente italiano, occhi marroni e occhiali da vista. Il naso e piccolo e arrotondato. Al momento del rapimento la donna indossa camicia e pantaloni bianchi da infermiera e scarpe da ginnastica bianche con la scritta Nike rosa sul tallone. Le forze dell’ordine diffondono subito l’identikit, mostrato in diretta durante la trasmissione Chi l’ha visto.
Gli inquirenti hanno subito cercato tutte le infermiere di Nocera inferiore. Decisive due segnalazioni. Un medico dell’ospedale di Nocera che ha incrociato Annarita mentre si allontanava con il bimbo in braccio. Quando è scattato l’allarme ha subito avvertito gli inquirenti. Un vicino di casa della donna, insegnate in una scuola locale, ha visto l’identikit in televisione e si è precipitato in commissariato. Queste indicazioni hanno permesso agli inquirenti di confermare la traccia sulla quale stavano lavorando. Dopo le prime verifiche, intorno a mezzanotte, sono intervenuti.
Buonocore aveva portato il piccolo in casa sua, nel centro storico di Nocera, a due isolati dall’ospedale. Gli inquirenti sono rimasti colpiti dalla cura con cui stava accudendo il piccolo. L’infermiera non ha dato spiegazioni, ha farfugliato qualcosa, poi, appena uscita dal portone, è stata travolta dagli insulti della piccola folla che lì si era radunata all’arrivo delle due macchine della polizia.
Secondo le prime informazioni, la donna era in cura presso il centro di igiene mentale dell’Asl di Nocera. Pare avesse organizzato tutto lucidamente per dimostrare al suo compagno di aver avuto un bambino. Dovrà rispondere dell’accusa di sequestro di persona. La donna avrebbe simulato di aver partorito nei giorni scorsi, sostenendo con l’uomo di essere stata in ospedale per il parto. A lui aveva chiesto proprio ieri una visita a casa: così in mattinata aveva rapito il piccolo Luca dalla stanza di sua madre, poche ore dopo il parto, e lo aveva portato a casa sua, spacciandolo per suo figlio.


I PRECEDENTI:
11 aprile 1979 GIALLO A IMPERIA Un bimbo di appena due giorno è rapito dal nido dell’ospedale di Ventimiglia (Imperia). Non è mai stato ritrovato;
5 agosto 1983 BLITZ A CATANZARO
Il sequestro avviene nel reparto di ostetricia dell’ospedale di Catanzaro: una donna porta via un bimbo di due giorni. Dopo poche ore la polizia lo ritrova e arresta la donna.
19 novembre 1983 Una donna rapisce un neonato di sei giorni in una clinica di Pavia. Il 20 in un albergo di Garlasco gli agenti liberano il piccolo e arrestano la donna.
7 febbraio 1986: L’ATTO DI UN FOLLE Dura poche ore il rapimento di un bimbo all’ospedale di Vittorio Veneto (Treviso). Una donna con problemi psichici se lo porta a casa, poi lo restituisce.
25 aprile 1996 RITROVATO IN UNA CHIESA Un neonato viene rapito dalla nursery dell’ospedale di Alzano Lombardo (Bergamo): 20 ore più tardi lo ritrovano sul sagrato della chiesa di Nembro.