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 2010  giugno 08 Martedì calendario

LA «SCATOLA MAGICA» PER BATTERE IL CANCRO

Risonanza magnetica e velocità di diffusione dell’acqua tra le cellule. Si abbinano le due misurazioni e in 15-20 minuti si può scoprire un agglomerato di cellule tumorali del diametro di 5 millimetri. Eliminabile con tanti nuovi sistemi che non usano il bisturi. E’ la «scatola magica» che sta sperimentando l’Istituto europeo di oncologia (Ieo) di Milano. I «maghi Merlino» dell’Istituto fondato da Umberto Veronesi hanno raccontato che cosa si sta sperimentando e le nuove tecnologie che faranno vincere la battaglia contro il cancro. Come? Intercettandolo all’inizio, quando la persona è sana ma ha le prime cellule che cominciano a «deviare». Magia in quanto conoscenza. Energie fisiche già note, presenti in natura, micidiali se utilizzate in un certo modo. Campi magnetici, suono e acqua. Anche il nucleare, la fisica sub-nucleare per l’esattezza, con nuove particelle che se sapute gestire sono killer solo per il tumore. E il futuro? La diagnosi sul genoma: i danni dell’ambiente si vedono sul suo involucro, l ”epigenoma costituito da cromatina. E’ partita la mappatura dell ”epigenoma. Genomica ed epigenomica insieme. Parlano i quattro «guru» di Veronesi: Massimo Bellomi, Radiodiagnostica; Franco Orsi, Radiologia interventistica; Roberto Orecchia, Radioterapia; Pier Giuseppe Pelicci, Oncologia sperimentale. I loro interventi consacrano lo Ieo day a livello mondiale.
La «scatola magica» è competenza di Bellomi. Risonanza magnetica iperveloce (tutto il corpo in 15 minuti, mentre attualmente con un tempo analogo si riesce a fare si e no un ginocchio) e misurazione della velocità dell’acqua tra le cellule: tra quelle tumorali, più attaccate le une alle altre, rallenta. Cento test effettuati. Premesse in linea con quanto ipotizzato: una rivoluzione. «Siamo ad una svolta. Riuscire a scoprire sempre più precocemente un cancro – spiega Veronesi – permette di tendere alla mortalità zero e di aumentare la qualità della vita dei pazienti». E aggiunge: «Ad ogni millimetro in meno di diametro del tumore aumenta la possibilità di guarigione dell’1%». Mortalità zero è ora sfida possibile. Uno studio dello Ieo, condotto su 1.258 donne alle quali era stato diagnosticato un tumore al seno ancora impalpabile, ha dimostrato che oltre il 98% delle pazienti, operate con chirurgia radioguidata, sono guarite.
Le nuove armi? Quelle di Orecchia: Vero, un acceleratore lineare di nuovissima concezione (il secondo al mondo allo Ieo), e Cyberknife, il sistema robotizzato più d’avanguardia in radiochirurgia (il quinto in Italia, il penultimo è stato installato a Firenze dal professor Franco Casamassima). Dice Orecchia: «Permette di colpire tumori o lesioni con precisione millimetrica da poter essere utilizzato in prossimità della colonna vertebrale, nel cervello o negli organi che sono continuamente in movimento, come i polmoni, o difficili da raggiungere, come il pancreas». Quelle di Orsi: tumori che «evaporano» con gli ultrasuoni ( Hifu) o con l ”embolizzazione. E quelle di Pelicci: «I primi farmaci che agiscono sull ”epigenoma sono stati già prodotti » . Uno di questi, l ”Hdac-inhibitor, è made in Ieo.
Mario Pappagallo