varie, 8 giugno 2010
SCHEDONE SULLA MAXI-MANOVRA DELLA GERMANIA
Angela Merkel ha presentato lunedì 7/6 un piano quadriennale che prevede tagli alle spese e aumento di tasse per riportare il deficit del Paese sotto il 3%, come previsto dal Trattato europeo. la più pesante manovra economica della storia tedesca. Il cancelliere: «Dobbiamo risparmiare in totale circa 80 miliardi di euro da qui al 2014 per assicurare che le nostre finanze pubbliche siano sostenibili anche in futuro. La crisi greca ha dimostrato quanto sia indispensabile risanare il bilancio» (Andrea Tarquini, la Repubblica 8/6).
Il pacchetto è stato messo a punto durante una due giorni di riunioni della maggioranza democristiano-liberale. Beda Romano: «Il piano prevede tagli strutturali al bilancio nel 2011 di 11,1 miliardi di euro. I risparmi salgono progressivamente a 17,1 miliardi nel 2012, 25,7 miliardi nel 2013 e 32,4 miliardi nel 2014. L’obiettivo è di riportare il deficit pubblico sotto il 3% del Pil entro il 2013, dall’attuale 5 per cento» (Beda Romano, Il Sole 24 Ore 8/6).
I tagli principali:
• Lo stipendio dei dipendenti pubblici federali sarà ridotto del 2,5% e verranno eliminati tra i 10 e i 15mila posti di lavoro entro il 2014.
• Una speciale commissione dovrà mettere a punto una riforma dell’esercito che sarà ridotto da 250 a 210mila unità (si punta a risparmiare quattro miliardi). in discussione l’abolizione della leva.
• Il governo ridurrà i sussidi ai disoccupati di lungo termine e gli assegni di paternità.
• La Deutsche Bahn dovrà versare 500 milioni di euro di dividendo allo Stato nei prossimi anni, mentre la legge sul fallimento verrà modificata in modo che lo Stato sia rimborsato per primo in caso di liquidazione.
• Verranno abbandonati alcuni grandi progetti architettonici, tra cui la ricostruzione del vecchio castello prussiano di Berlino.
Le nuove tasse:
• Una tassa ecologica sui voli aerei che dovrebbe avere un gettito di un miliardo all’anno dal 2011 in poi.
• Un’imposta sulle attività bancarie con un gettito di due miliardi all’anno dal 2012 in poi.
• Una tassa per i produttori di energia nucleare (E.On, Rwe, Vattenfal, EnBW) che frutterà 9,2 miliardi in quattro anni. In cambio il governo rinvierà lo spegnimento delle 17 centrali tedesche oltre la data del 2021 decisa dal governo Schroeder.
• Non sono previste per ora nuove imposte sul reddito o sul valore aggiunto (Il Sole 24 Ore 8/6; Alessandro Alviani, La Stampa 8/6).
Oltre a risanare le finanze pubbliche, il piano della Merkel vuole essere un esempio per gli altri Paesi d’Europa. Danilo Taino: « uno shock per molte capitali dell’Ue, un invito a fare lo stesso, cioè a rientrare nei parametri di Maastricht in fretta e poi a essere più ambiziose e azzerare i deficit. [...] ”Cultura della stabilità” estesa a tutti: il Paese più virtuoso (assieme a Olanda e Finlandia) alza l’asticella e mette in off-side i governi che non si sono ancora mossi con manovre proprie» (Danilo Taino, Corriere della Sera 8/6).
Dopo l’annuncio della manovra, l’incontro che doveva tenersi lunedì sera tra la Merkel e il presidente francese Nicolas Sarkozy è stato annullato all’ultimo minuto: «La portata della manovra tedesca – dice una fonte del govermo tedesco – avrebbe sorpreso Parigi e non sarebbe condivisa dal governo francese, più propenso a puntare sulla crescita che sui risparmi. Una differenza di opinioni fondamentale che vede la Germania muoversi su una traiettoria diversa da quella preferita da Parigi, da altre capitali europee, dagli Stati Uniti che vorrebbero l’economia tedesca più imperniata in un ruolo da locomotiva e meno rigida sui deficit» (Danilo Taino, Corriere della Sera 8/6).
Secondo Paolo Savona la manovra tedesca ha il difetto di puntare soltanto ad incentivare l’export: «La Germania ha un surplus di bilancia estera, certamente dovuto ai suoi meriti economici, ma anche al fatto che per essa l’euro è sopravvalutato. la Cina d’Europa! Se avesse ancora il vecchio marco, l’apprezzamento al quale verrebbe esposto continuerebbe fino ad annullare il vantaggio monetario goduto dalle sue esportazioni. Oggi l’euro debole avvantaggia tutte le esportazioni europee e la Germania ne uscirà con un surplus di bilancia estera ancora maggiore. Ma l’euro è debole perché la sua costituzione lo è; il vero rischio è quindi la sua tenuta. Siamo alle soglie di un nuovo dramma del XXI secolo a causa della Germania?» (Paolo Savona, Il Foglio 8/6).
In Germania la reazione degli imprenditori è stata positiva. Alessandro Alviani: «Invece la confederazione sindacale Dgb e il sindacato dei servizi hanno già convocato per il 12 giugno una manifestazione di protesta a Stoccarda, mentre i socialdemocratici della Spd (all’opposizione) hanno accusato il governo di mettere a rischio la pace sociale» (Alessandro Alviani, La Stampa 8/6).
Due giornali tedeschi hanno criticato nettamente la manovra, «puntando il dito contro una mano ritenuta troppo leggera nei confronti dei molti aiuti che lo stato distribuisce all’economia (140 miliardi all’anno), e contro gli aumenti fiscali a danno di alcuni settori. Handelsblatt ha sostenuto che ”le misure di risparmio degenerano in un inganno”, mentre il Financial Times Deutschland, riferendosi alla creazione di una nuova imposta sui voli aerei ha detto che «il pacchetto colpisce l’economia» ((Beda Romano, Il Sole 24 Ore 9/6).
Il programma quadriennale non è fatto solo di tagli e tasse. Beda Romano: «Prevede investimenti pubblici nella ricerca, nello sviluppo e nell’istruzione per 12 miliardi di eueo. Il governo democristiano-liberale vuole che nel bilancio delle singole regioni una quota del 10% venga utilizzato per la ricerca o lo sviluppo. «So che da più parti si dice che la Germania dovrebbe fare di più per stimolare la domanda – ha spiegato la Merkel – ma anche dando soldi all’istruzione si aiuta questo paese» (Beda Romano, Il Sole 24 Ore 9/6).
La manovra sarà discussa in parlamento da metà agosto. Intanto la produzione industriale tedesca in aprile è cresciuta dello 0,9%. Giuseppe Turani: «Rispetto ad un anno prima la produzione industriale risulta aumentata di oltre il 13%, a parità di giorni lavorativi. La ripresa risulta trascinata soprattutto dalle vendite all’estero, più che in patria. L’esempio della casa automobilistica Daimler è significativo. Nel primo trimestre dell’anno ha fatto segnare un aumento delle proprie vendite del 17,5%» (Giuseppe Turani, la Repubblica 9/6).