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 2010  giugno 07 Lunedì calendario

RICERCA. IL CRAIG VENTER ITALIANO? E’ CORTESE

Se gli si chiede: «Perché la paragonano a Craig Venter?», Riccardo Cortese, l’uomo dei vaccini impossibili, sta al gioco ed elenca i motivi che lo avvicinano all’americano che ha mappato il genoma. L’unico vezzo è l’uso del plurale. «Come lui con i batteri artificiali, anche noi siamo andati in giro per il mondo, a raccogliere campioni biologici dagli scimpanzé. E anche noi abbiamo messo insieme strategie ben note in una piattaforma di utilizzo concreto». Perché «puoi accumulare la conoscenza, ma anche sfruttarla industrialmente, a vantaggio delle persone».
Nel mondo del biotech, Cortese è considerato il «Craig Venter italiano » . Perché? Perché con la sua Okairos, da Napoli, questo ricercatore sessantacinquenne ex Merck, già direttore dell’Istituto di ricerche biologico molecolari di Pomezia e del laboratorio europeo di biologia molecolare di Heidelberg, sta semplicemente inventando ciò che non esiste al mondo: il vaccino per le malattie «che affliggono l’umanità » , come dice, per le quali gli anticorpi non funzionano. Malaria, tubercolosi, Aids, epatite C. Una bomba per il mercato farmaceutico. In più ha sviluppato il vaccino contro il virus Ebola, l’arma del bioterrorismo. Qui i clienti sono i governi. Cortese spera di venderlo al Department of biodefense americano. «Abbiamo iniziato a marzo la produzione di 10 mila dosi, crediamo di concludere la sperimentazione quest’anno. La protezione è del 100%, nessuno ha ottenuto questo risultato».
L’anno record
Il 2011 sarà l’anno record per Cortese, che per fondare Okairos, nel 2007, si è dimesso anche da professore ordinario di Biologia molecolare a Napoli: se va bene, avrà un vaccino antimalarico potente e di lunga durata. E venderà al governo americano l’anti-Ebola. «La storia parte dal laboratorio di Pomezia – racconta ”. Con i soldi della Merck lavoravo ai farmaci, con quelli di altre sorgenti, come il ministero dell’Istruzione, a esperimenti più avventurosi: sviluppare vaccini nuovi, che sfruttino non gli anticorpi, ma l’altro ramo della difesa immunitaria, l’immunità cellulare. Cellule che distruggono i patogeni». Per malattie gravissime come la malaria, la Tbc, l’Aids non si sono mai riusciti a sviluppare vaccini anticorpali, «invece ci sono evidenze che la risposta cellulare può funzionare». Come?
In sostanza, questo ricercatore napoletano ha inventato i veicoli per gli antigeni, le sostanze che l’organismo non riconosce come proprie e stimolano la risposta immunitaria. «Dovevano essere potenti e facili da manipolare – dice ”. Sono virus addomesticati, che non si replicano nell’uomo. Li abbiamo isolati dagli scimpanzé e dimostrato che l’efficacia del vaccino può essere testata con esperimenti d’infezione su volontari sani. Si possono fare pungere dalla zanzara della malaria (si cura subito con farmaci efficaci, ma antieconomici, ndr.) e vedere se il vaccino funziona o no». Per ora la protezione è del 30%, ma Cortese conta di salire al 90%. «Per la prima volta si dimostra che attraverso la risposta cellulare, e non gli anticorpi, si può controllare la malattia».
L’interesse di Big Pharma
Il vaccino per la malaria dovrebbe essere pronto già l’anno prossimo, per venire venduto a chi lo testerà su larga scala e produrrà. «Non abbiamo ancora ceduto questi prodotti, vogliamo prima arrivare a una fase 2 completa (cioè agli studi su pazienti per valutare la sicurezza del farmaco; la fase 3 è la sperimentazione ampia, determinante per la registrazione,
ndr.) – Ma abbiamo già avuto dimostrazioni d’interesse da Pfizer, Glaxo, Sanofi, Novartis».
Per finanziare questi progetti, Cortese è riuscito a raccogliere 21 milioni: 14 da enti come la Fondazione Gates e Wellcome Trust, più l’Ue e il National Institute of Health; e 7,2 dai tre fondi soci di Okairos: Life Science Partners (24%), BioMed Invest (11,9%) e Novartis Ventures ( 9,5%). Il resto ( 54,6%) è suo e degli altri fondatori, Alfredo Nicosia, Stefano Colloca e Antonella Folgori. Ma la cassa è quasi asciutta: si cercano denari. Può voler dire nuovi soci. «Servono 20 milioni, abbiamo due offerte da fondi americani», dice Cortese. Deve decidere: accettare o no?
Alessandra Puato