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 2010  giugno 06 Domenica calendario

AGLI ITALIANI I NOSTRI TG PIACCIONO

Per Diamanti nei notiziari c’è poca informazione sulla crisi, come se volessero nascondere le difficoltà. Ma un paio d’anni fa l’accusa era che la cronaca serviva a indebolire il governo dell’epoca.
Per formazione culturale rifletto sempre volentieri sulle osservazioni degli altri. Così ho letto con interesse l’analisi del professor Diamanti per il quale nei telegiornali, Tg1 e Tg5 in particolare, c’è tanta, troppa, cronaca e poca informazione su lavoro, crisi economica e disoccupazione. Diamanti fa discendere questa scelta dalla facilità con cui si raccolgono notizie sulla criminalità, e osserva che negli altri paesi non si fa un caso per ogni atto di violenza, creando situazioni seriali.
Premesso che ogni paese ha la sua cultura e le sue tradizioni, anche giornalistiche, potrei osservare, ad esempio, che in Inghilterra, Francia, o negli Stati Uniti, la morte di uno o più soldati non fa notizia. Da noi è sempre l’apertura. Sbagliamo? Secondo me no! Potrei rilevare che mentre oggi c’è chi accusa i due principali tg di premere l’acceleratore sulla cronaca quasi a voler nascondere le difficoltà economiche, un paio d’anni fa venivamo accusati del contrario. E cioè di confezionare tg zeppi di cronaca per creare panico allo scopo di indebolire il governo dell’epoca. Mi permetta di dirle che tra gli aspetti che rendono straordinariamente bello il mestiere di giornalista, c’è che ogni mattina il foglio della scaletta è assolutamente bianco e verrà riempito, via via dai fatti.
Sicuramente va osservato un certo equilibrio nella distribuzione dei temi, perché i cittadini vogliono sapere cosa accade nel mondo, che stato di salute ha l’euro, se la finanziaria prevede, o meno, sacrifici, se c’è una nuova scoperta scientifica che permetterà di sconfiggere questo o quel malanno, se la squadra del cuore ha acquistato un campione o un brocco, o magari quali sono le nuove tendenze in fatto di tecnologia, moda o automobili. Il pubblico vuol sapere questo e altro. E ogni gr, quotidiano, periodico e tg prova a rispondere a queste esigenze. Il lettore, l’ascoltatore e il telespettatore italiano hanno sempre avuto una predilezione per la cronaca nera. Così mille casi di cronaca sono passati alla storia in ogni epoca. Ma affermare che i tg puntino a indurre alla paura è una vera e propria forzatura. Accade che qualcuno commetta delitti efferrati. Succede che un bimbo scivoli con la bici in un torrente e affoghi. Troppo spesso, purtroppo, lavoratori perdono la vita in incidenti. Qualche volta accade che una madre in preda alla depressione post parto uccida il proprio bambino.
Il Tg5 racconta anche questi fatti e, quando è il caso, offre approfondimenti per cercare di analizzare gli episodi e offrire chiavi di lettura. Ma è quel che facciamo anche per l’economia, la politica interna ed estera, le scoperte scientifiche, i mille episodi di malcostume. Sulla crisi economica, ad esempio, abbiamo realizzato e continuiamo a realizzare, servizi da tutto il mondo, con inviati in Grecia, Spagna, Portogallo, Ungheria e in tutte le aree di crisi, mettendo a confronto, quando è utile per saperne di più, opinioni di segno diverso.
Mi chiedo, piuttosto, se non dovrebbe far riflettere il fatto che, nonostante l’esplosione del digitale terrestre con la nascita di centinaia di nuovi canali tv e, in presenza di 23 milioni di navigatori italiani che si informano anche attraverso internet, alle 8 di sera la maggioranza assoluta dei telespettatori italiani continui a sintonizzarsi su Tg5 e Tg1. Ho buone ragioni per credere che accada perché i grandi telegiornali delle reti generaliste soddisfano la domanda di informazione degli italiani, nonostante la critica abbia una passione smodata per le all news, che però continuano a realizzare ascolti da prefisso telefonico.