Luca Scarlini, Sacre sfilate Alta moda in Vaticano da Pio IX a Benedotto XVI, GUANDA, Le Fenici rosse, 7 giugno 2010
«Per la chiesa di Roma, anche in epoca di industrializzazione, c’è poco prêt-à-porter, il territorio di riferimento è quello delle sartorie di gran moda (che non per caso producono talvolta anche costumi di scena e abiti togati), con le eccezioni "semplici" dell’ordinario per preti e suore, ma anche in questo campo i prezzi sono tutt’altro che economici
«Per la chiesa di Roma, anche in epoca di industrializzazione, c’è poco prêt-à-porter, il territorio di riferimento è quello delle sartorie di gran moda (che non per caso producono talvolta anche costumi di scena e abiti togati), con le eccezioni "semplici" dell’ordinario per preti e suore, ma anche in questo campo i prezzi sono tutt’altro che economici. Spulciando i siti di alcune ditte si scopre ad esempio che il mantello a ruota costa 340 euro in panno, salendo a 450 euro nella più chic versione con castorino (Mario Baldrighi, Milano- Monza), mentre per la stessa ditta una dalmatica è decisamente più abbordabile (sui 155 euro), metre i pivali schizzano a 490. Le vesti si confezionano a caro prezzo, dopo prove e verifiche, come spiega il lussuosissimo sito (un po’ lugubre a dire il vero, la pagina d’accoglienza richiama una lapide) della ditta Laus, sede a Santarcangelo di Romagna. Per Arte Sacra, invece (sede ad Alghero) si dà un’ampia gamma di disponibilità, per cui ad esempio le casule vengono offerte, a seconda del tipo, da 144 a 984 euro. Le cifre, alte di per sé, per la realizzazione di un capo nuovo sono segrete ed è necessario chiedee un preventivo; i dati oggettivi indicano il costo di qualche decina di migliaia di euro per un vestito cardinalizio, escludendo ovviamente gioielli particolari (croci con gemme o altro), mentre per quelli papali le cifre si impennano fino a rasentare il mito, in un’atmosfera di segreto assoluto»